Rivoluzione Louvre: il futuro del museo tra restyling e nuovi introiti

In risposta alle accuse di degrado, problemi strutturali e sovraffollamento in cui riversa il museo francese, Macron rilancia con un progetto di ristrutturazione ambiziosissimo…sarà vera gloria? 

La settimana scorsa, il Presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un ambizioso piano di ristrutturazione per il Museo del Louvre che prevede la creazione di un nuovo ingresso presso la colonnata di Perrault, la realizzazione di nuove sale sotterranee, la modernizzazione degli spazi interni, nonché la creazione di un ingresso a parte (con biglietto separato!) per poter accedere alla sala in cui sarà collocata La Gioconda, l’opera più iconica al mondo e meta di pellegrinaggio per turisti di ogni età. L’obiettivo è rendere il museo più accessibile e accogliente, con l’ambizione di aumentare il numero di visitatori annuali dai quasi 9 milioni attuali a 12 milioni entro il 2031, quando i lavori di ristrutturazione del museo saranno conclusi.

Macron annuncia il biglietto separato per la Gioconda Reuters

Il Louvre vittima della sua fama

L’annuncio arriva a pochi giorni dalla pubblicazione, da parte del quotidiano Le Parisien, di una missiva riservata indirizzata alla ministra della Cultura francese Rachida Dati dalla direttrice del Musée du Louvre, Laurence Des Cars ed intercettata in qualche modo dal giornalista Yves Jaeglé. I toni utilizzati nella lettera dalla prima direttrice donna della storia del museo parigino sono più che allarmanti giacché si sottolineano le pessime condizioni in cui versa il museo più visitato al mondo, il degrado, il livello di obsolescenza degli spazi giudicati insufficienti e ben al di sotto degli standard internazionali. In particolare, sotto accusa è finita la Piramide, il maestoso ingresso progettato dall’archistar Ieoh Ming Pei e fortemente voluto dall’ex presidente francese François Mitterrand. Inaugurata nel 1989, la Piramide è considerata “strutturalmente obsoleta”, in quanto progettata per accogliere quattro milioni di visitatori all’anno, una cifra ben al di sotto degli oltre nove milioni di visitatori, l’80% dei quali stranieri, che attraversano ogni anno i varchi del museo. A questo si aggiungono le file interminabili, la segnaletica non adeguata, la tortuosità dei percorsi espositivi, i servizi di ristorazione non proporzionati all’utenza e, soprattutto, i rischi che così tante persone possono causare ad opere d’arte di inestimabile valore. Le parole di Des Cars pesano come macigni. Un bel guaio considerando che la lettera arriva in un momento di grande incertezza politica ed economica.

Un affare di Stato

Nel pieno della più complessa crisi di governo degli ultimi anni, il Presidente Macron è dovuto correre ai ripari per provare ad arginare la risonanza planetaria che le parole di Madame Des Cars hanno avuto. E lo ha fatto andando di persona a verificare lo stato di degrado degli spazi. Non è solo una questione museale, ma un vero è proprio “affare di Stato” che è strettamente legato all’immagine del più famoso museo del pianeta, simbolo della grandeur francese, ma anche a ragioni più squisitamente economiche grazie all’indotto da centinaia di milioni di euro che il Louvre garantisce alle casse francesi tra biglietti, merchandising, flusso costante di turisti e ricavi che il marchio garantisce. Non stupisce che Macron si sia precipitato a convocare una conferenza stampa di respiro internazionale per annunciare il nuovo progetto di ristrutturazione del museo.

The Louvre museum in Paris France Photo Oscar Gonzalez NurPhoto via Getty Images

L’ambizioso progetto del Louvre

Il piano, denominato “Louvre, Nouvelle Renaissance”, nasce dal bisogno di rendere più fruibili gli spazi museali e provare ad arginare la calca asfissiante dei visitatori che affolla ogni giorno le gallerie del museo in particolare nell’area che porta alla Salle des États dove è collocata La Gioconda. Oltre ai lavori di ristrutturazione e di ammodernamento degli spazi, Macron ha annunciato la creazione di un nuovo ingresso all’altezza del colonnato Perrault, per decongestionare la piramide di vetro e soprattutto lo spostamento della Gioconda in una sala dedicata con accesso autonomo e biglietto da acquistare a parte. L’idea è quella di spostare l’enorme flusso di persone interessate unicamente alla visita dell’opera di Leonardo in un percorso costruito ad hoc. E naturalmente raddoppiare il numero dei biglietti di ingresso. Ancora non sono stati resi noti i dettagli sul concorso internazionale di architettura che dovrà assegnare la direzione dei lavori. Quello che è certo che, stando alle parole del Capo di Stato francese il nuovo ingresso dovrebbe inaugurare al più tardi entro il 2031

Getty Images

Chi paga?

Certo i toni eccessivamente entusiasti hanno fatto storcere il naso a buona parte della popolazione francese che ancora risente del mezzo flop delle Olimpiadi della scorsa estate, anche quelle esaltate dal Presidente con una pomposità che non ha trovato poi un effettivo riscontro nella realtà. Al di là della maestosità del progetto, la preoccupazione maggiore dei francesi sembra più legata agli enormi costi che un’operazione del genere comporta. Si parla di una cifra che oscilla tra i 700 e i 900 milioni di euro.

Per finanziare i lavori, è previsto un aumento del prezzo dei biglietti per i visitatori provenienti da paesi extraeuropei, a partire da gennaio 2026. Inoltre, l’accesso alla nuova sala della Gioconda richiederà un biglietto separato. Ulteriori fondi arriveranno da donatori privati e dal Louvre Abu Dhabi. Tutti i lavori di ristrutturazione e per il nuovo ingresso saranno finanziati interamente con “risorse proprie del museo, la vendita dei biglietti, le sponsorizzazioni, la licenza del Louvre Abu Dhabi, senza gravare sui contribuenti”, ha aggiunto il Capo di Stato. L’aumento dei biglietti per i visitatori extraeuropei potrebbe generare entrate aggiuntive, contribuendo a finanziare le ristrutturazioni senza gravare sui contribuenti francesi. Tuttavia, è importante considerare l’impatto che l’aumento dei prezzi potrebbe avere sul numero di visitatori stranieri e sull’accessibilità del museo e anche i disagi che potrebbe comportare una chiusura anche parziale di parte del museo in contemporanea ad esempio con i lavori di restyling del Centre Pompidou, chiuso al pubblico fino al 2030. Grandi investimenti, quindi, sui musei parigini con un occhio già al futuro:“Il progetto del Louvre guiderà anche il restauro dei giardini del Carroussel e delle Tuileries”, conclude Macron.

Sarà vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza. 

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