Cosima von Bonin: naufragi, resa e ironia nella nuova stagione di Ordet

Un senso di provvisorietร  permane entrando nello spazio. Una enorme nave bianca spiaggiata in un ex garage, riconvertito in galleria, in un angolo della cittร . Lo spazio dellโ€™opera e quello dellโ€™architettura spesso si intrecciano e partecipano alla stessa rappresentazione. Unโ€™opera voluminosa e uno spazio con unโ€™estetica caratterizzante con il mezzanino che schiaccia il soffitto sottostante, sotto il quale la nave di Cosima von Bonin (Mombasa, Kenya 1962) รจ andata alla deriva. Ordet si appresta a inaugurare una nuova stagione espositiva, in un luogo diverso da quello cui eravamo abituati. Fondata nel 2019 da Edoardo Bonaspetti e Stefano Cernuschi, ha trasferito la sua sede dallโ€™ex ufficio di un creativo (Massimo Giorgetti fondatore e direttore creativo del marchio MSGM) in via Adige 17, nella zona di Porta Romana, allโ€™ex garage nel quartiere del Politecnico in via Lippi 4, insieme alla libreria di Lenz Press (una costola della galleria, fondata nel 2020), al numero 10 della stessa via. Un progetto architettonico riconvertito dallo studio BB- Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio, che apre il suo portone alla mostra inaugurale dellโ€™artista, che sarร  visibile fino al 2 aprile.ย 

Cosima von Bonin Anschauungsobjekt 2001 Installation view Cosima von Bonin Ordet Milan 2025
Courtesy the artist and Galerie Neu Berlin Photo Nicola Gnesi

Una scultura enorme โ€œAnschauungsobjektโ€ (2001), che mantiene una rigiditร  data dal metallo con cui รจ prodotta, e che occupa parte dellโ€™ambiente a piano terra. A guardarla bene รจ piรน grande di quello che sembra, infilata quasi al millimetro negli interstizi dello spazio, inclinandosi su un lato, con lโ€™albero monumentale che si incastra perfettamente nellโ€™architettura. Pare arrendersi alla forza delle maree, epilogo di una sorte sciagurata, come puรฒ accadere quando lโ€™uomo sfida la natura. Ma anche metafora di una resa della societร  contemporanea alla storia e ai suoi eventi.

Una condizione di resa (che dovrebbe essere vista da una prospettiva diversa rispetto alle convenzioni imposte/proposte/indotte dalle societร  belligeranti contemporanee, come la possibilitร  invece di un dialogo necessario cui gli umani non aspirano piรน), che si rafforza nella presenza della bandiera bianca sulla parete โ€œ25 Menโ€™s Handkerchiefs (Ghost Version)โ€ (2011). Lโ€™artista produce questo tipo di lavori giร  a partire dagli anni โ€™90, recuperando fazzoletti da uomo cuciti insieme che compone in formati diversi, in cui prevale unโ€™assenza del pigmento, piuttosto che patchwork di pezze a formare delle narrazioni sofisticate. Dipinti su โ€œstracciโ€ โ€“ Lappen, cui lโ€™artista si dedica, dopo una breve parentesi con lโ€™uso degli acrilici nel 1993 (producendo sei opere su tela), che le consentono di ragionare intorno alla pratica pittorica in maniera critica.

Cosima von Bonin Anschauungsobjekt 2001 Installation view Cosima von Bonin Ordet Milan 2025
Courtesy the artist and Galerie Neu Berlin Photo Nicola Gnesi

In โ€œHow to Decorate Without Going Broke 2โ€ (2024), uno dei lavori piรน recenti, riproduce sulla superficie la decorazione di un posacenere ricevuto in regalo dallโ€™ex proprietario di un locale storico di Berlino, il Paris Bar. Un luogo dallโ€™atmosfera francese a Charlottenburg, frequentato da artisti e intellettuali. Il suo fondatore Michel Wรผrthle (1943-2023), aveva fatto parte del โ€œGruppo di Viennaโ€, un movimento nato negli anni โ€™50, aperto a varie discipline, trasformando il locale in un luogo di discussione in critica con la narrazione dellโ€™epoca.

Lโ€™artista agisce personalmente disegnando un bacio tra Duffy Duck e Daisy Duck. Lโ€™opera anticipa lโ€™accesso al mezzanino con lโ€™installazione โ€œAlpha Plus Mind, Gamma Minus Morals (Mae Day 10)โ€ del 2024. Unโ€™infilata di sedie prelevate da una caserma delle forze armate tedesca, di cui una รจ occupata da una coloratissima balena di tessuto-Hermรจs, che rompe il rigore della disposizione delle sedute. Unโ€™ironia formale che, come nel caso dei suoi razzi di legno o di tessuto colorati visti nel corso delle sue mostre, permette una riflessione intorno ai simboli di potere delle societร  contemporanee in decadenza.ย 

Cosima von Bonin, Anschauungsobjekt, 2001. Installation view, Cosima von Bonin, Ordet, Milan, 2025. Courtesy the artist and Galerie Neu, Berlin. Photo Nicola Gnesi.

Cosima von Bonin ha abituato il suo pubblico alla presenza di un immaginario di derivazione pop, nella sua accezione di popolare e diffuso, in cui poter ritrovare figure cariche di valori e significati presi sia dal mondo dei cartoni animati, piuttosto che da quello acquatico. Conigli di grandi dimensioni, infiocchettati e distesi su un tavolo rosa come alla Kunsthaus Bregenz (Austria) in occasione della mostra The Fatigue Empire (2010), lโ€™iconica anatra Daffy Duck che si ritrova sia su tela, sia come scultura, o ancora lโ€™immagine di Bambi. Lโ€™inventario di forme marine e sottomarine, memorie di unโ€™infanzia vissuta vicino allโ€™Oceano, si carica di pesci e molluschi.

I polipi dalle mille fogge, gli sgombri e la balena assassina che schiaccia il rinoceronte, gli squali di plastica (come quelli per la Biennale di Venezia 2022), ma anche i granchi e le vongole su skateboard. Il vocabolario estetico di Cosima von Bonin si popola cosรฌ di oggetti e spensierate creature, familiari e ironiche, molto spesso sculture di tessuto cui attribuisce caratteristiche antropomorfe. Rappresentazione dellโ€™uomo che disegna con un certo umorismo tra ossessioni, fragilitร  e debolezze. Forse, un modo per guardarsi allo specchio con una certa leggerezza per non rischiare la deriva (reale).ย 

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