Ha 27 anni, è nato a Viareggio ma vive a Milano dove sta terminando la triennale in Arti Visive in Naba. Prima di studiare arte ha lavorato nell’azienda di famiglia che ha poi lasciato per dedicarsi interamente alla sua passione: l’arte contemporanea. Si tratta di Lorenzo Perini-Natali, giovane collezionista che ci ha raccontato la sua esperienza nel mercato dell’arte contemporanea.
Da quando e come sei diventato collezionista?
É successo un po’ per caso. Ho sempre frequentato, quasi quotidianamente, mostre in gallerie, musei e spazi indipendenti. Un giorno ero da Spazio 22 – una galleria in porta Romana, a Milano – dove conoscevo il direttore, e, al piano superiore, si trovava una mostra collettiva interessante. Sono rimato colpito in particolare da un lavoro: si trattava di un dittico dell’artista russo Andrei Molodkin. Due disegni su carta a penna verde. Mi è piaciuto cosi tanto che parlai col proprietario della galleria, con cui adesso ho un bellissimo rapporto, chiedendo quale fosse il prezzo. Dopo qualche scambio di mail, messaggi e contrattazioni, lo acquistai e me lo portai a casa. Ancora non sapevo che pochi giorni dopo sarei già stato alla ricerca di un’altra opera da acquistare.
Oltre alla passione, ci sono altre ragioni per cui collezioni arte contemporanea?
Le persone collezionano per uno o più dei seguenti 3 motivi: perché quello che compriamo ci piace; per investimento, oppure per mostrare agli altri ciò che si possiede. Personalmente colleziono quello che mi piace, non comprerei mai un lavoro che non mi convince solo perché tra 10 anni il suo valore potrebbe essere triplicato. Allo stesso tempo, avendo studiato e continuando a farlo, non limito mai il mio gusto all’aspetto prettamente estetico del lavoro ma sono molto interessato a quella che è la ricerca dell’artista, al suo percorso e la sua tecnica.
Da quali opere è composta la tua collezione?
Come ho risposto nella domanda precedente, colleziono quello che mi piace, quindi non sono fermo su un periodo o una tecnica precisa. Nella mia collezione infatti ho disegni, dipinti, fotografie, litografie di artisti di diversa generazione e provenienza. Da Molodkin, che è stato appunto il primo acquisto, a Nidhal Chamekh, William Kentridge, Farouk Kondakji e artisti italiani come Margherita Moscardini, Vedovamazzei e lo storico Gianni Pettena. Tutto quello che ha suscitato in me un forte interesse facendomi sentire quell’impulso di dover possedere quella determinata opera e non solo guardarla e che, allo stesso tempo, ho potuto permettermi economicamente.
C’è un’opera a cui tieni particolarmente?
Un’opera che amo moltissimo è un disegno di Nidhal Chamekh. Ho scoperto il suo lavoro alla biennale di Venezia del 2015. Ha una tecnica impressionante. Per avere quest’opera sono andato alla preview della fiera 1-54 di Londra e l’ho portato via direttamente dalla parete dello stand, e, dopo aver preso accordi con il gallerista, sono uscito dalla fiera con l’opera impacchettata sotto il braccio. Lo avrei lasciato esposto per gli altri visitatori, ma avevo il volo di ritorno nel pomeriggio del giorno stesso e non volevo aspettare che il disegno tornasse in Tunisia dopo la fiera e mi venisse spedito a casa in seguito. Quando qualcosa ti piace davvero la vuoi subito, ad ogni costo.
Quali strumenti utilizzi per selezionare le opere da aggiungere alla tua collezione?
Solitamente compro tramite gallerie, mi piace vedere il lavoro personalmente e, quando è possibile, parlare con l’artista per capire meglio il suo percorso. Non compro quasi mai online, lo faccio solo quando conosco già bene ciò che sto cercando.
Raccontaci la tua quotidianità: cosa fai nella vita e come vivi le tue giornate da collezionista?
La mattina leggo sempre i giornali e le mail mentre faccio colazione. Buona parte della posta che ricevo viene da gallerie che invitano agli opening o preview. Spesso la mattina o il pomeriggio ho lezione, quando esco dall’accademia vado quasi quotidianamente a visitare una mostra o a fare uno studio visit da artisti e amici, o mi incontro con galleristi. Molti di questi appuntamenti sono organizzati da una mia amica, Rossella Farinotti, giornalista e critica d’arte contemporanea, che qui a Milano mi ha sempre aiutato molto, specialmente quando non conoscevo galleristi, spazi espositivi e studi di artisti seri ed interessanti. Dopo gli appuntamenti faccio aperitivo e cena, quasi sempre fuori. Se sto in casa sto al computer, leggo moltissimo, sui vari magazine online, case d’asta e siti di gallerie e spazi espositivi in giro per il mondo. Questa è la “giornata tipo” milanese, quando non sono con la mia ragazza, che è un’ architetto d’interni, vive a Lugano e non si occupa di arte contemporanea. Credo che una percentuale di vita che non contenga arte sia fondamentale per non stare troppo chiusi nei soliti sistemi.
Come scegli le gallerie con cui relazionarti e quanto conta l’affidabilità o la reputazione della galleria nell’atto dell’acquisto?
Il rapporto con la galleria e il gallerista è fondamentale. Mi è successo, ad esempio, che presso una galleria di Torino dove avevo trovato un lavoro che mi piaceva moltissimo, non ho comprato nulla perché il gallerista era poco interessato alle mie domande e fu sgarbato, come se stesse perdendo tempo, forse per il fatto che ho 27 anni. Credo che tutti meritino la stessa attenzione ed educazione quando sono interessati ai lavori esposti. Ho un buonissimo rapporto, quasi di amicizia, con galleristi di più gallerie, dove ho preso più lavori dallo stesso o da diversi artisti e che mi contattano quando hanno pezzi nuovi di un artista che sanno che apprezzo e colleziono.
Quali canali utilizzi generalmente per acquistare le opere?
Acquisto quasi sempre in galleria. Vado alla mostra, vedo quello che mi piace e se trovo un accordo con il gallerista compro il lavoro. Oppure cerco un’opera in particolare, come mi è capitato per una serie di William Kentridge che ho trovato da Lia Rumma a Milano. Sapevo che lo rappresentavano ed è una galleria molto seria ed importante, quindi sono andato direttamente da loro, dove, oltretutto, ho trovato professionalità e cortesia da parte della direttrice, e i lavori che cercavo.
Quali sono le fiere migliori dove acquistare opere d’arte, in Italia ed all’estero?
La fiera che preferisco in assoluto è Art Basel in Svizzera, dove vado ogni anno. È la fiera più importante al mondo. In Italia le fiere migliori penso siano Artissima a Torino e miart a Milano. Lo scorso anno miart mi è sembrata migliorata e, essendo nella città dove vivo, mi fa molto piacere.
Ultima domanda: dicci la tua sulla situazione del mercato dell’arte contemporanea internazionale.
Il mondo dell’arte contemporanea negli ultimi anni ha subìto una crescita dal punto di vista di visibilità enorme. Molte persone che prima non sapevano cosa fosse un vernissage, adesso vanno alle mostre e comprano lavori, pur sapendo poco di arte. Online si trova tutto, dalle aste alle piattaforme per acquistare arte, e ad ogni prezzo. Le vendite alle aste maggiori, come Christie’s e Sotheby’s hanno raggiunto cifre astronomiche e c’è anche chi parla di bolla dell’arte contemporanea, anche se io un po’ non ci credo e un po’ spero non sia cosi. Penso solo che più persone con ampie disponibilità di denaro abbiano deciso di investire in arte, o di mostrarsi colti, collezionando. Questa tendenza ha portato i più facoltosi a contendersi lavori che prima non avrebbero voluto acquistare e che, di conseguenza, hanno raggiunto cifre più elevate. Il mercato italiano, e mi concentro su Milano che conosco meglio, penso stia crescendo: ci sono gallerie che aprono e spazi nuovi. Quindi, oltre che il mercato, sta crescendo l’arte contemporanea in generale. Una cosa che non mi piace è l’esterofilia, che in Italia è fortissima. Se un artista ha un nome straniero e viene da un paese lontano è molto più facile che esponga rispetto a un artista italiano ugualmente bravo. Nella mia collezione ho diverse opere di artisti italiani, soprattutto giovani – penso alla fotografia di Andrea Galvani o al dipinto di Linda Carrara – che credo abbiano talento e siano molto promettenti. Per quanto riguarda gallerie, fiere e mercato, come ho detto prima, sempre più persone comprano arte, su tutti i livelli e questo non può che indicare un fattore positivo.
Header: Lorenzo Perini Natali. Background: Andrea Galvani, “Levando una pepita de oro a la velocitad del sonido #11”. Courtesy of Lorenzo Perini Natali
Ho un quadro di R.Natali era di mia nonna vorrei un preventivo per il quadro grazie rimango a disposizione Cristina argese 3290166441 .. buona serata