Che anni ’90 sarebbero senza le foto di una Kate Moss ragazzina o senza i giovani sbandati di Wolfgang Tillmans? Ecco i ritratti e le riflessioni di 8 grandi fotografi sulla gioventù degli anni ’90
È difficile immaginare gli anni ’90 senza la Kate Moss quindicenne ritratta da Corinne Day, senza il film Kids di Larry Clark, senza i ragazzi borderline di Nan Goldin o quelli grunge di Wolfgang Tillmans. Durante gli anni ‘90 molte discipline artistiche dai ritratti di moda, al cinema, fino agli scatti d’autore, hanno puntato l’obiettivo verso i giovani per ritrarre realtà e dinamiche proprie di quel decennio, come crisi politica, identità o l’emergenza AIDS.Chiunque sia cresciuto durante quegli anni sa di cosa parlo e come me si sente molto nostalgico di quell’ultima generazione cresciuta in un mondo senza tecnologia onnipresente. Vediamo dunque gli 8 fotografi che più di altri hanno catturato lo spirito del tempo e della gioventù degli anni ’90.
Adrienne Salinger
“Teenagers in Their Bedrooms” del 1995 è una serie di fotografie che ritrae ragazzini americani nelle loro stanze da letto. Nell’arco di due anni, la Salinger ha fotografato 43 giovani incontrati in ristoranti e centri commerciali di South New York, chiedendo loro di posare nelle rispettive camerette.Negli scatti ogni centimetro di muro è ricoperto da poster di band heavy metal, flyer di concerti show e copertine di riviste thrasher, simboli di uno stile di vita molto lontano da quello degli adolescenti di oggi interessati principalmente a fonti di intrattenimento virtuale.
Corinne Day
Nella primavera del 1990, la giovane fotografa Corinne Day posò gli occhi su una polaroid nascosta tra i libri di un’agenzia di modelle di Londra. Lo scatto ritraeva un’adolescente di 14 anni, bionda e molto magra. Day decise di realizzare un servizio fotografico con la ragazza per la rivista The Face, senza sapere che di li a poco quegli scatti avrebbero rivoluzionato il mondo della moda. Si trattava infatti di una giovanissima Kate Moss ritratta in bianco e nere senza trucco “Non sapeva come posare, ed era proprio quello che stavo cercando” ha detto la fotografa.Scambiando il glamour con il grunge, le pettinature con i capelli arruffatti, il trucco con macchie di mascara, Day è riuscita a trasporta la musica e lo spirito affamato di libertà della gioventù degli anni ’90 nel contesto della fotografia di moda.
Ryan McGinley
Pochi artisti incapsulano meglio la bellezza selvaggia della giovinezza di McGinley. Il fotografo visse la New York degli ultimi anni ’90, dove si stabilì in una comunità underground di musicisti, skateboarder e artisti nell’East Village. In pochissimo tempo tutta la comunità cadde dietro l’obiettivo della sua Yashica T4: amici, amanti, scene di sesso, skater, writer, droga, concerti o semplice nullafacenza. Queste fotografie testimonianza di un’intera generazione sono raccolte nel libro auto-pubblicato The Kids Are Alright (2000), che ha inviato a 100 editori di riviste e artisti.
Nan Golding
“The Ballad of Sexual Dipendance è il mio diario segreto che permetto alla gente di leggere”, Così Nan Goldin ha definito il suo più celebre lavoro fotografico che racconta la sua vita a New York negli anni ’70 e ’80 tra episodi di violenza domestica, stripclub, malati di AIDS, alcool e droga. Sebbene le 700 istantanee che compongono la raccolta non siano riferite direttamente agli anni ‘90 l’opera ha aperto la strada alla fotografia documentaria cruda ed intima che avrebbe caratterizzato tutto il decennio successivo, inaugurando l’idea di “heroin-chic” alla base dell’estetica grunge.
Larry Clark
Larry Clark, regista del film cult del 1995 Kids, contribuì in modo determinante a definire la cultura giovanile degli anni ‘90. Il fotografo e regista fù il primo a portare sul grande schermo il nichilismo e l’edonismo che caratterizzava gli adolescenti dell’epoca. Il film segue un gruppo di skateboarder minorenni in un giro di 24 ore attraverso Manhattan, al culmine della crisi dell’AIDS. I ragazzi bevono, fumano erba e deflorano vergini in quello che è diventato noto come il ritratto definitivo della travagliata gioentù degli anni ‘90. Le foto qui sopra sono state scattate durante lo scouting del film.
Wolfgang Tillmans
Tillmans ha iniziato la sua carriera scattando fotografie nella scena underground, techno e rave di Londra e Berlino nei primi anni ’90. Le sue gigantesche fotografie di genitali maschili e femminili di quel periodo sono attualmente esposte al Panorama Bar del Berghain di Berlino, probabilmente il nightclub più leggendario del mondo.Dai ritratti intimi di ragazzini nei club, a primi piani erotici, le sue istantanee analogiche sono una testimonianza delle sottoculture giovanili e LGBT degli anni ‘90, animate da lotte per pace e i diritti dei gay.Pubblicati in riviste come iD, Purple e The Face ed esposti in gallerie e musei di tutto il mondo, gli scatti di Tillmans degli anni ’90 sono valsi all’artista il Turner Prize.
Collier Schorr
Per quasi trent’anni, Schorr ha scattato ritratti di adolescenti, da lottatori di liceo nel New Jersey a ragazzini vestiti come soldati nazisti nel sud della Germania. Negli anni ’90 i ragazzi androgini divennero il soggetto preferito della fotografa.”Sentivo che c’era un problema reale con il modo in cui l’immagine della donna era stata confezionata e venduta. Non avevo idea di come risolvere quel problema, quindi ho completamente evitato di occuparmi di donne nel mio lavoro. Ogni ansia, desiderio o idea che avevo la dirigevo verso i ragazzi, che sembravano ignari e si sentivano sicuri dietro l’obiettivo.” I soggetti ritratti sono spogli da ogni tipo di classificazione di genere e raccontano al meglio il periodo in cui la gioventù americana si aprì a definizioni fluide della sessualità.
Dash Snow
All’età di 16 anni Dash Snow rubò una fotocamera Polaroid per immortalare le notti che “altrimenti non avrebbe ricordato”. In vent’anni il fotografo, nato nel 1981 morto nel 2009 a causa di un’ overdose, ha scattato quasi 8000 fotografie delle notti dimenticate della scena artistica del centro di New York.Pieni di immagini di sesso, droghe, sangue e vomito, le Polaroid di Snow offrono una visione esplicita e reale della cultura giovanile degli anni ’90.
Leggi l’articolo integrale di Molly Gottschalk su Artsy