Intervista a Filip Peraić, illustratore che unisce la sua passione per l’arte a quella per lo sport.
Filip Peraić è un giovane illustratore e designer che vanta collaborazioni con IBM, Nike, Sony, Forbes, Air Jordan, Columbia Records, WIRED, Fly Emirates, giusto per citarne alcuni. Dopo un Master presso la School of Design di Zagabria ha lavorato con prestigiosi studi di design come Wieden + Kennedy (NY), Ogilvy e Mather (NY). Gli amanti dello sport – in particolare i basket lovers – adoreranno il suo progetto più famoso, James Harden Illustrated, acclamato dalle maggiori testate internazionali come USA Today, Yahoo, ESPN, Forbes Magazine, Stampa Magazine, Taxi Design, Sports Illustrated, ecc. Dopo averlo scovato su Instagram (e adorato i suoi lavori) non ho resistito alla tentazione di contattarlo. Ecco cosa ci siamo detti!
Filip Peraić in his studio | Courtesy the artist
1) Da dove viene la passione per l’illustrazione?
Sono sempre stato appassionato di disegno, fin da quando ero bambino. Stavo sempre a disegnare, cercando di copiare le opere dei grandi artisti. In seguito i miei interessi mi hanno portato a frequentare una scuola di design a Zagabria. Dall’amore per il disegno prima e la formazione in design poi, è nata un’altra passione, quella per l’illustrazione. Nonostante avessi sviluppato diverse abilità mentre ero alla School of Design, sono sempre stato attratto dall’illustrazione, anche se, in realtà, non c’era una formazione specifica in ambito figurativo.
2) Quali sono le caratteristiche principali del tuo stile e come è destinato ad evolversi il tuo linguaggio espressivo?
C’è un’estetica che accomuna tutti i miei proegtti, ma sto cercando di evitare di chiudermi in uno stile. Mi piaccciono gli illustratori che ragionano come i designers, che non possono applicare uno stesso stile su due prodotti completamente diversi. Mi piace mettermi alla prova, essere sempre in cerca di nuove forme e stili espressivi. Non voglio limitarmi ad un unico tratto distintivo, ecco perchè sto mostrando una vasta gamma di approcci nel mio portfolio; voglio lavorare su diversi progetti! Quando sto facendo un ritratto, mi sento come se stessi “progettando” un ritratto, non come se stessi facendo semplicemente un disegno.
3) Sei un illustratore e un designer: quali sono le differenze tra queste due figure?
In teoria, ci sono molte differenze tra loro, ma in realtà c’è un’area dove si sovrappongono ed è proprio in questa che mi colloco io. Ci sono moltissimi progetti che richiedono figure con competenze in ambito di illustrazione e design. A livello accademico ho studiato Design del prodotto alla Scuola di Design, poi sono un illustratore autodidatta. Questa combinazione ha avuto come risultato il mio approccio all’illustrazione, che è un po’ insolito e diversificato perchè include disegni, grafiche, illustrazioni vettoriali, animazioni, ecc.
4) Hai lavorato in vari settori economici, dall’editoria, allo sport, alla moda: qual è il settore che ti rappresenta meglio?
Mi piace lavorare a progetti che prevedano la realizzazione di un prodotto finale fisico, tipo una pubblicazione, specialmente se si tratta di qualcosa legato ai miei interessi personali, tipo lo sport. È una sensazione gratificante tenere tra le mani un prodotto fisico del tuo lavoro o indossare qualcosa con il tuo visual. E’ un’emozione che non può essere comparata col vedere semplicemente i tuoi lavori su uno schermo. Recentemente, mi è piaciuto lavorare su un grande progetto con Leon Bridges, recentemente nominato ai Grammy, e la Columbia Records.La musica è molto importante per me e lavorare in quel settore per me è stata un grande esperienza. Spero che mi ricapiterà di collaborare di nuovo con l’industria musicale.
Leon Bridges project. via www.peraic.com. | Courtesy the artist
5) Hai avutolavorato con IBM, Nike, Forbes, Sony, WIRED, Columbia Records: come sei arrivato a questi colossi? E che consiglio dai ai giovani che vorrebbero compiere il tuo stesso percorso?
Fortunatamente, queste grandi aziende e marchi hanno semplicemente raggiunto me. Quando ero studente postavo le mie illustrazioni su un blog personale, sperimentando e testando alcune idee. Alcuni art director mi hanno notato e contattato per lavorare per loro. Come primo incarico ho avuto modo di illustrare la copertina della rivista Fly Emirates con il ritratto di Robert De Niro. Sorprendentemente quella copertina ha vinto il Merit Award della Society of Publication Designers nello stesso anno, una cosa pazzesca di cui però non mi sono reso conto all’epoca. Sempre da studente non capivo quanto fosse difficile essere selezionato da giganti come New Yorker, New York Times o Wired. Da allora le proposte di lavoro hanno iniziato ad arrivare regolarmente. Fino ad ora ho creato 200 illustrazioni per IBM e Sony, 100 per Forbes, così via. A chi è solo agli inizi e non ha un gran portfolio alle spalle, consiglierei di cercare di mostrare il proprio al maggior numero di persone possibile. Non aspettare il lavoro della vita per mostrare le tue capacità, dovrai fare molti lavori che non ti piacciono prima. Come consiglio direi di far qualcosa per cui hai passione sviluppando uno stile personale e creativo. Se ciò che fai è valido, le persone inizieranno a prenderti in considerazione e a darti incarichi per qualcosa che ti piace fare. I lavori che fai per te stesso sono un luogo dove poter stabilire le proprie regole personali, senza i clienti ad interferire con la tua creatività.
6) Parlami del progetto “James Harden Illustrated”: che cos’è? Perché hai scelto proprio James Harden?
James Harden Illustrated è un mio progetto che raccoglie alcuni miei ritratti di James Harden (ventisei fino ad ora!). E’ un progetto che mi serve per sperimentare nuove idee e testare nuovi stili di illustrazione, senza alcuna pressione del feedback del cliente o breve. Le persone hanno trovato questo progetto così interessante da diventare virale, attirando molta attenzione per vie delle mie insolite interpretazioni di questo famoso giocatore di basket. Il progetto è stato presentato da USA Today, Yahoo, Forbes, Fast Company, NBA e molti altri. Sembra divertente, ma credo che questo progetto non riguardi tanto James Harden – la sua faccia mi serve solo come una cornice che uso per esprimermi e sperimentare. Ho scelto il suo profilo perché è unico, con quella barba è uno spunto di riflessione migliore di altri volti “regolari”. Il progetto mi ha aiutato a uscire dalla mia zona di comfort e testare nuovi medium e concetti. Sento che sono cresciuto tecnicamente attraverso tutti e ventisei i ritratti finora realizzati. Potete vederli sul sito jameshardenillustrated.com.
#20 Phrenology of James Harden. via www.jameshardenillustrated.com. | Courtesy the artist
7) So che sei un grande fan del basket: esiste una relazione tra arte e sport? Inoltre, qual è la tua squadra preferita?
Il basket è uno sport bellissimo e le cose belle ispirano, specialmente gli artisti. Indipendentemente dal fatto che si tratti di basket o di musica, alcune performance possono essere divine. Vengo da Zara dove la maggior parte delle persone sono super appassionate di basket, sono cresciuto nel basket e sono ancora un grande fan. La mia squadra preferita sono i Boston Celtics!
8) Qual è la tua opinione sul futuro dell’illustrazione?
Questa è una domanda difficile. Ovviamente, molti illustratori lavorano principalmente sulla stampa e la stampa sta lentamente diminuendo. Crescerà sempre di più la tendenza a produrre contenuti visivi digitali (la realtà virtuale, ecc.), quindi penso che dovremo adeguarci e tenere il passo con le nuove tecnologie. L’animazione, poi, sta diventando sempre più importante. Ma penso che ci sarà sempre bisogno di illustratori, di una critica sociale fatta attraverso le immagini, di bellissime opere d’arte nella pubblicità, nella narrazione, così via. Sono sicuro che i robot non mi ruberanno mai il lavoro!
9) Ultima domanda: parlami del tuo recente grande progetto con Leon Bridges e la Columbia Records!
Ho appena concluso un progetto davvero eccitante. Sono stato contattato dagli agenti di Leon Bridges, artista nominato ai Grammy, per creare una serie di ritratti per il suo ultimo album. Ho creato copertine ufficiali per ogni singolo estratto dall’album “Good Thing”, prodotto dalla Columbia Records. Ho realizzato dieci opere, ognuna delle quali è il ritratto del profilo di Leon, ispirato a canzoni diverse. Visivamente, ho ripreso il concept del mio progetto su James Harden. In questo momento c’è una campagna in tutta New York, Los Angeles, Chicago, San Francisco, ecc. Esiste un’edizione speciale di album disponibile con litografie di ritratti. Sono appena tornato da New York dallo show di uscita dell’album ed è così bello vedere la tua arte tutta Manhattan. Il mio team ha anche prodotto animazioni di tutte le opere d’arte utilizzate durante i live shows di Leon, sui social media e YouTube. L’intero progetto è una specie di lavoro dei sogni, mi è stata data tanta libertà creativa e la portata della mia arte è davvero mondiale. Potete scoprire di più visitando la pagina dedicata sul mio sito!