Parigi e il mondo intero piangono Notre-Dame, devastata da un enorme incendio divampato il 15 aprile. Vi raccontiamo i suoi leggendari gargoyle.
Chi di noi da bambino o da ragazzo non si è lasciato affascinare dai 3 gargoyle del Gobbo di Notre Dame, film d’animazione Disney ispirato al celebre romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, pubblicato nel 1831? E chi, una volta capitato a Parigi, passando sotto la cattedrale non ha cercato con lo sguardo quelle inquietanti figure? Quegli osservatori appollaiati lassù, i mostri più famosi della capitale? In un momento così drammatico, da ieri sera (15 aprile) per tutta la notte un terribile incendio è divampato nella cattedrale, scopriamo insieme qualcosa su queste 54 sculture tanto affascinanti e misteriose.
Il significato della parola gargouille (dal francese) un po’ vi deluderà: la gargolla altro non è che la parte finale dello scarico dei canali di una gronda, che si è sempre usato ornare con statue. I soggetti scelti erano spesso animali o, come nel caso di Notre-Dame, figure fantastiche e mostruose. I gargoyle (o meglio gargouille) della cattedrale parigina, costruita tra il 1163 e il 1344, non facevano in realtà parte del progetto originario: sono stati aggiunti dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc durante un restauro conclusosi nel 1864.
Delusi? Non siatelo! Perché dietro ai gargouille della cattedrale gotica più famosa del mondo si nasconde una storia, certo più moderna, ma ugualmente interessante. Nel libro The Gargoyles of Notre Dame, Medievalism and the Monsters of Modernity (2009) lo storico americano Michael Camille rivela come le statue di Viollet-le-Duc siano rappresentazione metaforica della classe sociale operaia, dei moti, delle insurrezioni, dei movimenti popolari, del socialismo, visti con gli occhi della borghesia della capitale di metà ‘800. I popolani, arrivati dalle campagne francesi a lavorare, sporchi, brutti e cattivi, posti proprio sulle mura e a difesa del principale luogo di culto cattolico di Parigi. Ad osservare con un ghigno i peccatori, i borghesi, dediti a vizi e bella vita.