Celebriamo il 10 maggio attraverso 6 opere d’arte contemporanea che hanno raccontato il rapporto madre-figlio.
La mamma è sempre la mamma, e su questo c’è poco da dire! Pittori, scultori e fotografi hanno da sempre celebrato le proprie madri, mettendo in risalto il loro intimo rapporto e raccontando il lato più amorevole della figura femminile. Essere madri significa coraggio, significa donare, insegnare, ma soprattutto non negarsi mai all’affetto. Festeggiamo le nostre mamme raccontando 6 opere d’arte contemporanea che hanno esaltato il legame madre-figlio.
Louise Bourgeois – Maman
Scultrice francese classe 1911, nonché una delle artiste donna più celebri dello scorso secolo, Louise Bourgeois ha sempre affrontato temi a carattere sociale attraverso un approccio creativo e decisamente sperimentale. Nel 1999 realizza “Maman”, un’ enorme statua a forma di ragno (uno spettacolo sconsigliato a chi soffre di aracnofobia!) che omaggia la maternità. Emblema del senso di protezione di una madre verso i propri figli, l’enorme creatura d’acciaio contiene delle uova di marmo capaci di trasformare la sconcertante paura nei confronti dell’animale in un sentimento di devozione. Le lunghe zampe dell’insetto, tra le quali i fruitori possono camminare, donano alla scultura un senso di elegante fragilità, un rimando alla sensibilità femminile. La scelta del ragno come simbolo materno è riconducibile al mestiere della tessitura, che unisce l’animale ai ricordi d’infanzia dell’artista.
Damien Hirst – The Virgin Mother
Abbiamo parlato più volte dell’irriverente artista inglese capace di conquistare la scena contemporanea. Damien Hirst nel 2005 realizza “The Virgin Mother”, un omaggio profondamente personale al tema della maternità. La scultura in bronzo, alta più di 10 metri, raffigura una giovane donna incinta in una posa elegante, che ricorda vagamente le danzatrici di Degas. Hirst però ci mette del suo, e nega l’apparente eleganza formale mettendo in mostra l’interno del “corpo-macchina”. La pelle della donna sembra ritirarsi verso gli arti, mostrando una creatura accovacciata, simile ad un feto, all’interno della pancia materna. La gravidanza, l’attesa di mettere al mondo una nuova vita viene dunque sacralizzata in questa opera di Hirst, che rappresenta una chiara iconografia della Madonna del Parto.
David Hockney – My Mother
E come non citare il nostro amato David Hockney! Forse non tutti sanno che l’artista ebbe un legame molto speciale con la propria madre Laura Hockney, che lo supportò sempre nella sua carriera di artista. Nonostante sia celebre in tutto il mondo per i propri dipinti, Hockney è stato un grande appassionato e sperimentatore del mezzo fotografico. Nei primi anni ’80 il pioniere della Pop Art inglese ha realizzato “My mother”, una serie di 20 photocollage che costituiscono un vero omaggio alla propria mamma. Uniti in una griglia come tasselli di un mosaico, i diversi ritagli di fotografie e polaroid assumono senso nella composizione della figura definitiva. Il risultato è un’immagine bidimensionale, dove l’essenza di Laura Hockney viene indagata in tutte le sue rappresentazioni più intime.
Banksy – Don’t forget your scarf dear
Un omaggio al ruolo materno non poteva mancare da parte dello street artist più famoso del mondo: Bansky. Sempre ironico e politicamente scorretto, l’artista non nega l’approccio sociale neanche in questa occasione. In “Don’t forget your scarf dear” vediamo (con stupore) una madre assolutamente borghese alzare la sciarpa del proprio figlio punk e anarchico, come a voler constatare che l’amore materno supera qualsiasi confine ideologico, di appartenenza sociale e di scelta di vita. Apparsa per la prima volta nella mostra “Banksy versus Bristol Museum”, tenutasi al Bristol Museum nell’estate del 2009, l’opera è stata successivamente riprodotta nelle strade di diverse città.
Senga Nengudi – R.S.V.P.
Membro attivo dell’avanguardia newyorkese degli anni ’70, l’artista Senga Nengudi porta nelle sue opere temi quali femminismo e diversità razziale, plasmandoli attraverso sinuosi materiali naturali e sintetici. Nella serie “R.S.V.P.” la donna utilizza dei collant precedentemente indossati e consumati, annodati e riempiti di sabbia, per dar vita a forme scultoree sinuose e seducenti. Queste opere nascono da una riflessione personale riguardo il mutamento del corpo dell’artista stessa durante la gravidanza. I collant, con le loro protuberanze, evocano infatti l’elasticità della pelle e la capacità della psiche femminile di affrontare ogni resistenza, fisica e mentale.
Judy Chicago – Birth project
Una vera celebrazione della nascita in tutti i suoi aspetti da parte di Judy Chicago, artista e femminista statunitense. “Birth project” si rivela come un’opera capace di unire l’arte della pittura a quella del ricamo. A questo progetto, che va dal 1980 al 1985, parteciparono 150 donne provenienti da tutto il mondo, che si unirono per ricamare i disegni fatti dall’artista riguardanti il tema del parto. Il risultato è stata un’indagine visiva sulla fecondità femminile, capace di unire la storia culturale e religiosa della collettività al racconto individuale che ogni donna porta con sé. Anche in quest’opera Judy Chicago ha sfidato lo status quo e i luoghi comuni relativi al ruolo materno della figura femminile per omaggiare la vita in tutta la sua essenza.