7 archivi digitali consultabili anche dopo il lockdown

Gli Archivi digitali sono una risorsa preziosa per le istituzioni non solo durante il lockdown, ma anche oggi mentre assistiamo ad una lenta e progressiva ripresa delle attività offline.

In questo periodo di lockdown ed ora di transizione verso un ritorno alla normalità abbiamo avuto la possibilità di sperimentare le infinite potenzialità del digitale. Nell’ambito dell’offerta culturale molti musei nazionali ed internazionali hanno usufruito del web per poter continuare le loro attività di divulgazione e didattica trasferendo molte attività sulle pagine online e social. Oggi, il tanto atteso 18 maggio, è la data di riapertura per i soli musei italiani che saranno in grado di mantenere un distanziamento sociale adeguato all’affluenza dei visitatori. Con lo scorrere del tempo diviene sempre più evidente a tutto il mondo della cultura che un ritorno alla situazione pre-pandemia non sarà più possibile, questo soprattutto per quanto riguarda la fruizione di mostre ed eventi culturali.

Si parla allora di una possibilità ibrida che integri la presenza dal vivo, necessaria ed imprescindibile, a quella online articolata con contenuti freschi, interattivi e al ritmo con la rapidità del consumo virtuale di cui siamo tutti complici. È anche per questo motivo che moltissimi musei hanno iniziato a digitalizzare le proprie collezioni inaugurando la transizione verso un nuovo modo di concepire l’arte e di concepirsi parte del sistema creativo. Ecco qui una piccola lista di musei nazionali ed internazionali che hanno aperto le stanze alla catalogazione digitale del proprio patrimonio per offrire gratuitamente a tutti la possibilità di scoprire storia, dimensioni, titoli e tecniche di opere d’arte di tutti tipi, dalle più antiche alle più contemporanee.

 

 

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Sandro Botticelli, Allegoria della primavera, #Uffizi Nel 1480 #Botticelli andò a Roma per lavorare alla Cappella Sistina: in quel periodo, l’artista ebbe modo di vedere il gruppo scultoreo delle “Tre Grazie” ospitato nel palazzo della famiglia Colonna. Fu forse qui che trasse ispirazione nel rappresentare le tre Grazie della Primavera, le ancelle di #Venere, ornate con le perle della dea. Aglaia, la Grazia sulla sinistra, indossa una spilla priva del rubino, la gemma femminile per eccellenza. Il gioiello è formato da quattro perle su foglie di quercia, forse un richiamo araldico dello stemma di Sisto IV, ornato con le stesse foglie, e un segno di gratitudine verso il Papa per aver lavorato alla Cappella Sistina. Al centro della spilla sono incastonati quattro zaffiri à cabochon. Talia, la Grazia sulla destra, indossa un pendente tipicamente fiorentino con tre perle in basso. Perché una dea indossa un gioiello romano e l’altra fiorentino? Per Ficino e Poliziano le Grazie erano la rappresentazione della concordia e probabilmente Botticelli raffigurò così simbolicamente la raggiunta pace tra Firenze e Roma.🌍In 1480 #Botticelli went to Rome to work on the Sistine Chapel: in that period, the artist had the opportunity to see the sculpture group of the “Tre Grazie” housed in the Colonna family palace. It was perhaps here that he drew inspiration to represent the three Graces of Spring, the maids of #Venere,adorned with the same pearls of the goddess. Aglaia, the Grace on the left, wears a pin, which does not feature a ruby, the woman’s gem used in almost all Renaissance pendants.The jewel is composed of four pearls on oak leaves, perhaps a heraldic nod to the emblem of Pope Sistus IV, and a sign of gratitude to the Pope for allowing him to work on the Sistine Chapel.At the centre of the pin, there are four sapphires à cabochon.Talia, the Grace on the right, wears a characteristic Florentine pendant with three pearls at the bottom.Why would one goddess wear a Roman jewel and the other a Florentine one? For Ficino and Poliziano the Graces were the representation of concord and probably Botticelli symbolically represented the peace reached between Florence and Rome.

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La galleria degli Uffizi di Firenze mette a disposizione un motore di ricerca con ben 300.000 immagini di opere d’arte per un catalogo virtuale veramente raffinato che permette di osservare quadri, disegni preparatori, oggetti, suppellettili, cartonetti e tanto altro comodamente da casa. Si può fare una cernita tra la vasta collezione utilizzando filtri per la ricerca che vanno dalle caratteristiche dell’opera interessata agli inventari in cui è conservata.

 

 

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Vídeo en directo con la participación del público, en donde mostramos sus obras favoritas desde el #MuseoDelPrado #PradoContigo

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Il museo del Prado di Madrid apre le sue ampie stanze al digitale e permette all’intelligenza artificiale di catalogare la sua collezione. Anche qui l’utilizzo della piattaforma è semplice ed intuivo: la ricerca è divertente e può essere svolta secondo criteri differenti sia di tipo cronologico che di tipo tematico.

 


Il British Museum di Londra ha iniziato il lavoro di catalogazione digitale e propone online una prima parte delle sue opere, con la promessa di portare a termine il lavoro di riversamento dei contenuti sul web entro la fine del 2021. Nel frattempo si possono fare ricerche con parole chiave e numeri di inventario sull’apposita piattaforma.

 


Il Guggenheim Museum con le sue tre collezioni Solomon di New York, Peggy di Venezia e Bilbao dell’omonima città il sito propone un ricco database online di artisti selezionati dalla collezione permanente per un totale di 8000 opere digitalizzate. Anche qui si possono fare ricerche di carattere diverso, anche secondo le così dette “correnti” artistiche secondo una visione molto didascalica, scoprendo così una delle collezioni ad oggi più ricche d’arte contemporanea.

 

 

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Un post condiviso da Fondazione Modena Arti Visive (@fondazionemodena_artivisive) in data:


La Fondazione Modena Arti Visive ha aperto la collezione, un tempo smembrata tra la Galleria Civica di Modena, la Fondazione Fotografia Modena e il Museo della Figurina, al digitale. Sul sito si ha la possibilità di osservare opere secondo un criterio tematico che rispetta un po’ le tre anriche anime della Fondazione, oppure si può fare direttamente una ricerca semplice o avanzata sempre se si sa già cosa si vuole.

 

 

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#KatharinaFritsch’s motley crew of colorful characters often draw in our visitors to the Sculpture Garden for impromptu group photoshoots. “Even though you have no idea what this group of characters is up to you kind of want to be part of it,” curator Ann Temkin (@ann.temkin) muses on their popularity in our #MoMAVirtualViews audio guide. From left to right, resting on the ground and on pedestals, the piece features Saint Michael slaying a dragon, skeletal feet and shinbones, Saint Nicholas, a giant leaning on a club, an urn, Saint Catherine, the head and torso of an unidentified woman, and a Madonna. A snake rests before them. Clustered together, facing forward, they are positioned almost as if in storage rather than on public view. Explore more art in the #MoMAGarden at mo.ma/sculpturegarden — [Katharina Fritsch. “Group of Figures.” 2006-08 (fabricated 2010-11). Painted stainless steel, painted bronze, and painted copper electrotype filled with resin and fiberglass. © 2020 Artists Rights Society (ARS), New York / VG Bild-Kunst, Bonn]

Un post condiviso da MoMA The Museum of Modern Art (@themuseumofmodernart) in data:


Il MoMa di New York è ad oggi il museo più digitale del mondo. Il sito propone una quantità di attività interattive sempre aggiornate ed interessanti che danno spazio sia a nuovi modi di realizzare performance d’arte sia a più classiche ed utilissime catalogazioni visuali del proprio patrimonio. Molto interessante è la sezione online dedicata alle mostre: sono state catalogate documentandole con fotografie ed informazioni non solo le opere, ma anche le mostre avvenute all’interno del museo dal 1929 ad oggi. Ce n’è davvero per tutti!

 


Veniamo ora ad un progetto ultra contemporaneo: la piattaforma Instagram ARTbite di Nicoletta Rusconi è uno spazio virtuale che propone immagini di opere di artisti contemporanei esposte all’interno di una vera galleria. Le opere di artisti contemporanei scelte dalla Rusconi con la collaborazione del curatore Giorgio Verzotti vengono messe sul sito web dell’evento e contemporaneamente caricate sulla pagina Instagram. L’idea è quella di far nascere nel pubblico, anche quello meno avvezzo, la voglia di conoscere, di apprezzare e magari anche di acquistare l’arte contemporanea.

 

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