“La Visibilità dell’Invisibile” è la mostra dedicata al pioniere dell’Arte Programmata curata da Alberto Salvadori.
Alberto Biasi è uno dei padri dell’Arte Cinetica, ma sarebbe riduttivo inquadrarlo in un solo movimento artistico, perché il suo lavoro spazia, toccando variegate influenze e anime.
L’Arte Cinetica e Programmata sconvolge il panorama artistico italiano attraverso personalità di rilievo quali quella di Biasi, che ha come intento quello di creare un’arte che possieda una rinnovata e diversa funzione rispetto a quella tradizionale.
Il merito dell’artista, uno dei tanti, è quello di essere un personaggio di spicco in quella che viene definita l’ultima Avanguardia, ma anche anticipatore di sperimentazioni collegate al design, all’architettura, all’arte.
Fino al 19 settembre alla M77 Gallery è presente la mostra “La Visibilità dell’Invisibile” curata da Alberto Salvadori.
All’ingresso l’installazione “La mostra del pane” del 1961 di chiara ascendenza duchampiana e le prime opere di Arte Cinetica programmata di Biasi, gli ambienti “Proiezione di luce e ombra” e “Light Prism”, lavori accomunati dal cinetismo reale, con l’intervento di piccoli motori elettrici che producono un moto programmato nello spazio che il visitatore è chiamato ad attraversare nella sua illuminazione.
La scelta espositiva continua con “Eco” del 1974, opera dove l’azione del fruitore diventa attivatore dell’operazione artistica: un’opera effimera, evanescente, destinata a scomparire dopo pochi attimi dalla sua creazione.
Il quarto ambiente in mostra – “Io sono, tu sei, egli è” profondamente concettuale: suddivide lo spazio in una sorta di trittico dove si manifestano le riflessioni maturate dall’artista sulla propria identità e sulla corporeità dotata di sensi.
L’ARTE CINETICA
L’Arte Cinetica parte da principi scientificamente dimostrati e una misurazione degli effetti calcolati con estrema attenzione, coinvolgendo lo spettatore per la prima volta nell’osservazione dell’opera d’arte: diventa co- costruttore dell’opera che fa esperienza del fuori di sé per diventare molteplice nell’occhio del fruitore.
Il tempo diventa un punto di incontro tra l’opera e chi la osserva.
La mutevolezza percettiva diventa un modo per distruggere la certezza dell’essere umano che coglie la realtà sempre come univoca.
LA RICERCA ARTISTICA DI BIASI
L’arte di Alberto Biasi parte da una base filosofica e concettuale e da un amore per la natura e i suoi elementi, questo è evidente nelle opere più intimistiche dell’artista – le cosiddette opere appartenenti al cinetismo virtuale – le “trame” dove utilizza fogli di carta bucherellati, o le torsioni, dove le lamelle bicolori generano un dinamismo ottico che diventa un rilievo dove si alternano fronte e retro, ed ancora gli oggetti ottico-dinamici costituiti su vari pattern parzialmente trasparenti, i cui piani sono sono posti su superfici diverse sovrapposte a breve distanza l’una dall’altra.
Sin dagli esordi, Biasi costruisce molte sue opere partendo dalla riflessione dell’ondeggiare delle foglie al vento, dalle gocce d’acqua che cadono in una pozzanghera, una riflessione a tutto tondo sulla connessione tra gli elementi acqua, fuoco, terra, aria.
Ma l’arte di Biasi è anche “estetica”: una ricerca del bello visivo che rende le sue opere affascinanti anche da un punto di vista della loro “struttura” e “colore”.
La magia che avvolge alcuni suoi lavori come i “Light Prism”, prismi di vetro trasparente che disposti in maniera apparentemente casuale ruotano meccanicamente e rifrangono la luce che assume un color arcobaleno, o l’opera dedicata alla ninfa eco ridotta a ombra dall’amore di Narciso, una tela fluorescente irradiata dalla luci di wood che ruba l’ombra di chi le si avvicina, immerge il maestro nella cifra poetica del viandante che svela l’essere al resto del mondo.
BIASI SPERIMENTATORE INFATICABILE
Biasi si è sempre definito un anti-artista, un ribelle, uno sperimentatore infaticabile, curioso di ogni scienza ed arte, un “operatore visivo” come ama definirsi.
Biasi in realtà opera ancor prima di costituire il Gruppo N e negli anni successivi allo scioglimento, non fa altro che tornare alla sua ricerca artistica personale come aveva sempre fatto, prima che il Gruppo N si costituisse.
La sua visione del mondo era troppo avveniristica e innovativa per poter far parte di un collettivismo generalizzato, generato dall’appartenenza a un “gruppo” di artisti.
Biasi si lega a l’interdisciplinarietà delle arti e delle scienze, in bilico tra immaginazione, razionalità, memoria.
Il fascino senza tempo delle opere di Alberto Biasi è l’unione di razionale e irrazionale, di inganno dello sguardo e sistema di calcolo esatto, sconfinamento tra stasi e movimento illusorio.
Cover Photo Credits: Alberto Biasi, “Io sono, tu sei, egli è”, 1973