Ai Musei Civici di Palazzo Pianetti una mostra che celebra due importanti figure del Rinascimento italiano
I Musei Civici di Palazzo Pianetti a Jesi, in provincia di Ancona, presentano fino al 30 settembre la mostra “Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e Scienza nella costruzione del mito della Roma Antica”.
Già prevista nel 2020 in occasione dei 500 anni della morte di Raffaello, l’esposizione è un omaggio alla figura dell’artista e di Angelo Colocci, entrambi di origini marchigiane ed entrambi, per differenti motivi, illustri rappresentanti del Rinascimento italiano.
L’esposizione curata da Giorgio Mangani, Francesco Di Teodoro, Ingrid Rowland, Vincenzo Farinella e Paolo Clini nasce infatti con l’obiettivo di evidenziare i rapporti tra Raffaello e l’umanista jesino Angelo Colocci, figura dai vasti interessi intellettuali che fu, nei primi trent’anni del XVI secolo, a Roma, uno dei punti di riferimento per i grandi artisti che gravitavano alla corte papale, gli antiquari, i poeti, gli studiosi della lingua e i cultori della scienza e della cosmologia.
Lungo il percorso espositivo allestito nelle sale di Palazzo Pianetti ai visitatori sarà data la possibilità di entrare nell’universo colocciano, esempio di un contesto intellettuale, artistico e umano che contribuì a dare forma e sostanza alla civiltà del Rinascimento.
Ecco allora che prendono forma, sotto gli occhi dei visitatori, gli interessi antiquari di Colocci legati alla riscoperta del mondo antico grazie all’esposizione di pezzi di epoca romana provenienti da importanti istituzioni museali. Tra queste sarà possibile ammirare la stele funeraria degli “Aebutii” del I secolo d.C., proveniente dai Musei Capitolini di Roma e il “Menologium rusticum Colotianum”, un tipo di calendario agrario romano ispirato ai movimenti degli astri in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Sarà presente inoltre la cosiddetta “Ninfa addormentata” del Museo Archeologico di Firenze, attualmente esposta alle Gallerie degli Uffizi. Questa ninfa dormiente si trovava in origine nel giardino romano di Colocci e rappresentava l’ispirazione poetica che veniva praticata in questo luogo. Una scultura romana la cui curiosa storia, riferita alle sue molteplici teste, la rende un’opera singolare oltre che bellissima. Testimonianza di come ogni epoca abbia avuto canoni estetici propri, che in qualche modo hanno accompagnato, mutato e codificato le arti, gli studi e gli stili di vita, la figura della ninfa addormenta venne anche inserita nella raccolta di antiche immagini dello storico dell’arte tedesco Aby Warburg. Si tratta, infatti, di una figura capace di sopravvivere dall’antichità fino al mito popolare della “Bella addormentata” che ispirò Charles Perrault, i fratelli Grimm, e pure Walt Disney, per la famosa fiaba.
“I Musei Civici di Jesi hanno riaperto le loro porte con una mostra di alto spessore scientifico, dedicata a due marchigiani d’eccezione quali Raffaello e l’umanista jesino Angelo Colocci. Una mostra che unisce prestiti importanti come la scultura dell’Arianna addormentata dal Museo Archeologico di Firenze o il Menologium rusticum Colotianum dal Museo Archeologico di Napoli con il linguaggio multimediale capace di conquistare il pubblico di tutte le età. Nel primo mese di mostra abbiamo avuto un grande successo di pubblico grazie al potere coinvolgente delle installazioni multimediali immersive che hanno messo d’accordo tutti, nonni e nipoti, giovani e adulti, in un viaggio inedito e coinvolgente alla scoperta degli affreschi di Raffaello nelle Stanze Vaticane e della Scuola di Atene in particolare” dichiara Romina Quarchioni – Responsabile Ufficio Musei Cultura Turismo Comune di Jesi Pinacoteca e Musei Civici di Jesi Palazzo Pianetti.
Sarà però con i mezzi più avanzati della multimedialità e della tecnologia “immersiva”, nucleo dell’intera esposizione e suo tratto caratterizzante, che si cercherà di raccontare questo clima culturale in cui Raffaello e Colocci vissero e collaborarono. In modo particolare prenderà vita, attraverso coinvolgenti realizzazioni olografiche, la celeberrima “Scuola di Atene” del ciclo di affreschi della Stanza della Segnatura. Questa opera verrà esaltata come una dichiarazione programmatica, una sceneggiatura per immagini di un programma di rinnovazione culturale, urbanistica, monumentale e perciò politica della Roma dei papi nel segno dell’appropriazione dell’ eredità degli antichi.
Cover Photo Credits: MostraRaffaelloColocci_Jesi_Albero genealogico_Colocci