Le tele inedite del suo nuovo progetto “Vibrations” sono ora in mostra alla Galleria Wunderkammern di Milano.
L’arte di John Perello, aka JonOne, ha l’obiettivo di far vibrare gli animi dei visitatori di fronte alle sue opere, in un costante dialogo fatto di sensazioni rapide e fulminee. Partendo da questa precisa volontà, l’artista ha dato vita a una serie di lavori inediti per la mostra intitolata Vibrations, concepita per gli spazi della Wunderkammern Gallery di Milano e visitabile fino al 9 ottobre.
La personale vuole essere per JonOne una vera e propria ripartenza, ma anche un’occasione per mettere in luce la sua storia e il suo intero percorso artistico.
Abbiamo parlato con l’artista che si è focalizzato sull’impatto che la pandemia ha avuto sulla sua creatività, senza trascurare le riflessioni che lo hanno portato a creare le sue esplosioni cromatiche.
Dopo aver realizzato mostre in ogni parte del mondo hai deciso di tornare qui, in Italia, con il tuo nuovo progetto Vibrations, concepito in esclusiva per la mostra alla Galleria Wunderkammern di Milano. Quali riflessioni ti hanno portato alla realizzazione delle tue “esplosioni cromatiche” e cosa vuoi trasmettere agli spettatori?
L’arte per me è un’esigenza quotidiana, un’energia incontenibile che mi accompagna in ogni mia attività. E’ questo il motivo che rende la mia vita un complesso groviglio di stimoli che la mia forte curiosità assorbe dal mondo: qualche volta le persone mi dicono “calmati, rallenta”, ma io dico loro che per me è importante esplorare, scoprire nuove cose ed emozionarmi, perché è questo che accende in me la creatività ed è quello che voglio trasmettere a chi guarda le mie opere.
Per un’artista viaggiare non significa solo esporre opere ma anche alimentare la propria creatività. Di certo l’evento inaspettato della pandemia è stata una doccia fredda, ha congelato questa possibilità, obbligando il mondo intero – anche quello dell’arte – a fermarsi. Nonostante ciò, questo cambio di rotta ha dato la possibilità a ognuno di noi di intraprendere un altro viaggio: quello interiore.
Cosa ha significato per te lavorare in questo periodo complesso? Qualcosa è cambiato dal punto di vista della tua ricerca e delle tue fonti d’ispirazione?
Ci sarebbero molte cose da dire sulla pandemia e sui suoi effetti. Quello che mi sento di affermare è che sono estremamente grato di essere qui, in salute, insieme ai miei cari. In questo lungo percorso mi sono fatto forza pensando ai periodi più luminosi della mia vita e ho accolto l’inevitabile cambio di rotta, rallentando e concentrandomi sui ritmi che solitamente non fanno parte della mia quotidianità visto che mi piace fare tante cose, velocemente. Tutti abbiamo avuto la possibilità di fermarci per riflettere sul mondo, sulle nostre vite e penso che questo periodo consentirà alle nuove generazioni di approcciarsi al futuro in modo differente.
Come ben sai, il mondo dell’arte è in costante evoluzione e di recente l’universo della Crypto Art e degli NFT non ha smesso un secondo di far parlare di sé, tra cifre da record e volti nuovi. Che cosa ne pensi di questo fenomeno? Ti incuriosisce l’arte digitale e nello specifico il panorama della Crypto Art?
Negli ultimi anni i giovani artisti si stanno sempre più approcciando al digitale perché questa è la naturale tendenza e penso che la Crypto Art e gli NFT siano il futuro. Tuttavia, personalmente sento il bisogno costante di un contatto fisico con le opere d’arte, un po’ come succede nella danza, dove la dimensione materiale è imprescindibile. L’innovazione è quindi indispensabile, ma non bisogna dimenticarsi della dimensione fisica e dei contatti umani.
Per visitare la mostra “Vibrations” di JonOne alla Wunderkammern: https://www.artuu.it/a-milano-la-nuova-mostra-di-jonone-vibrations/
Cover Photo Credits: JonOne, Portrait 2018, Credits Gwen Le Bras