A Basilea è tutto pronto per Art Basel. Opere, installazioni, progetti speciali: ecco tutto quello che vedremo in fiera

a cura di Paola Martino e Alessandro Riva

È già Art Basel! Basilea si prepara ad accogliere i protagonisti del mercato dell’Arte. Nel quartiere della Messe dal 13 al 16 giugno con anteprima l’11 e il 12, si attendono opere di altissima qualità tra pittura, scultura, fotografia, arte digitale. La grande fiera globale con sedi in Svizzera, a Hong Kong e a Parigi è pronta a partire. Sono 286 gli espositori da 40 paesi, di cui 22 nuove entrate, distribuite tra i vari settori.

Il “nuovo corso” di Maike Cruse

Maike Cruse Foto <em>Wolfgang Stahr<em>

Con la prima edizione guidata dalla nuova direttrice Maike Cruse, nominata nel 2023 a maggio e al lavoro già da luglio scorso, Art Basel conferma la propria importanza. Cruse ha una vasta esperienza in fiere d’arte, avendo precedentemente guidato la Gallery Weekend Berlin, Art Berlin (2016-2019) e Art Berlin Contemporary (2012-2016), e, avendo anche lavorato come responsabile della comunicazione per Art Basel dal 2008 al 2011, conosce bene la fiera e le dinamiche culturali che vi si muovono intorno. “Da quando ci ho lavorato io”, ha raccontato la direttrice, “la città è molto cambiata. La scena artistica locale è ringiovanita. Oggi ci sono molti spazi di progetto, più di quanti ce ne fossero allora. Ci sono gallerie giovani che hanno aperto le loro porte e hanno aperto anche grandi gallerie a Basilea, come Gagosian e Hauser & Wirth. È una testimonianza della salute della città il fatto che sia le imprese più piccole che quelle più grandi vi riscuotano successo”. E, riguardo all’espansione del Brand ARt BAsel fuiori dai confini cittadini e nazionali, ha aggiunto: “Quando ancora lavoravo per Art Basel, c’erano due fiere e due direttori, ora abbiamo quattro fiere e una collaborazione con la Tokyo Art Week, oltre a The Art Basel e UBS Global Art Market Report, e tante altre attività. Ora abbiamo anche un direttore regionale per ogni fiera, quindi il tutto si è espanso parecchio ed è diventato davvero globale”.

Art Basel, com’è noto, conta quattro fiere (oltre a Basilea, Miami Beach, Hong Kong e Parigi), di cui due in Europa, che sembrano farsi concorrenza a vicenda, tanto che per un po’ sono girate voci che Basilea avrebbe potuto essere chiusa a favore di Parigi. La direttrice si è però affrettata a smentire le voci: “Basilea è la nostra fiera più importante e meglio visitata. L’Europa ha una storia di collezionismo così radicata che siamo convinti che ci sia spazio per entrambe. Ogni fiera ha una sua identità: Basilea è più europea, mentre Parigi è più francese.”

Art Basel è, infatti, considerata la “madre di tutte le fiere”: collocata nel centro dell’Europa, legata a filo doppio con la città che la ospita da più di cinquanta anni, Basilea. Nei giorni di Art Basel, infatti, la città si trasforma in un villaggio dell’arte mondiale, ci si incontra ben oltre gli spazi del quartiere fieristico.

Percorsi urbani e installazioni pubbliche

Agnes Denes Wheatfield A Confrontation Battery Park Landfill Downtown Manhattan the Harvest 1982 © Agnes Denes

Quest’anno, oltre ai tradizionali settori, ci sarà dunque anche un percorso esterno al perimetro fieristico: “Il nostro obiettivo”, ha spiegato ancora la direttrice Maike Cruse, “è di rivolgerci a un pubblico diversificato, motivo per cui offriamo un generoso programma pubblico oltre alla nostra fiera principale. Curato per la prima volta da Stefanie Hessler, curatrice e direttrice dello Swiss Institute (SI) di New York (oltre ad aver curato progetti pubblici ispirati a quello che lei stessa chiama “critica istituzionale ambientale”, ndr), il nostro settore Parcours si svilupperà lungo la Clarastrasse fino al Middle Bridge, collegando la Messeplatz con il Reno. Il concetto di Hessler per Parcours è una mostra curata che si snoda attraverso negozi vuoti e negozi operativi, un hotel, un ristorante, un birrificio e altri spazi quotidiani sulla Clarastrasse di Basilea”.

Alvaro Barrington Grandmas Land Sadie Coles Kingly Street

Molti i temi che saranno toccati da questa edizione del progetto Parcours, tra cui rigenerazione urbana, globalizzazione, ecologia e identità locale. Gli artisti coinvolti provengono da tutto il mondo e hanno creato opere appositamente pensate per i luoghi in cui saranno ospitati. “Una buona metà delle opere di Parcours”, ha spiegato la curatrice, “è stata creata appositamente per l’occasione. I negozi vuoti e funzionanti, il parco, la birreria, la rampa per le auto e altri luoghi hanno favorito la riflessione sulla selezione dei progetti. Molti artisti hanno lavorato con installazioni site-specific e con uno sguardo attento al contesto a cui si dovevano approcciare. Per esempio, il nuovo progetto di Alvaro Barrington nel negozio Tropical Zone, specializzato nell’importazione di prodotti dall’Africa a Basilea, prenderà la forma di una struttura ispirata alla casa di sua nonna a Grenada in cui si trovano abitualmente i prodotti in vendita nel negozio. Qui il pubblico potrà osservare alcuni nuovi dipinti dell’artista.

Tadáskía Foto Ruy Teixeira

Mentre l’artista brasiliana Tadáskía lavorerà per la prima volta con le bandiere, sulle quali ha trasferito disegni che celebrano quello che lei chiama il ‘viaggio delle donne trans nere attraverso il cosmo’, utilizzando gli striscioni come vessilli di affermazione“.

Lois Weinberger Portable Garden Foto Paris Tsitsos

Tra le altre opere, ecco un giardino portatile dell’artista austriaco Lois Weinberger (1947-2020), che porta la natura in un contesto urbano con l’obiettivo esplicito di attirare insetti e uccelli: “Weinberger”, ha spiegato ancora la cutatrice, ha lavorato a lungo con le piante selvatiche negli spazi urbani, con l’obiettivo di mettere in discussione il divario tra natura e cultura”. Ex giardiniere, Weinberger ha pesso lavorato attraverso processi e interventi a lungo termine negli spazi urbani. A Basilea, le piante cresceranno da decine di sacchi riempiti di terra con i semi lasciati cadere dagli uccelli e trasportati dal vento. “Nel suo approccio poetico”, ha spiegato ancora la curatrice, “Weinberger è interessato alla transitorietà del progetto, che spera che in futuro si dissolva completamente, integrandosi completamente nell’ambiente naturale, una volta che i sacchi si saranno dissolti e anche le tracce del suo autore saranno scomparse”.

Ximena Garrido Lecca Conversion systems vessel VIII 2019 Ceramic and stainless steel cm 111x162x47

Tra gli altri progetti, merita senz’altro una segnalazione Conversion Systems di Ximena Garrido-Lecca, ambientato nella distilleria Stadtbrennerei. Qui, l’artista peruviana Ximena Garrido-Lecca presenta un progetto nel quale collega il processo artigianale a quello industriale, utilizzando materiali dicotomici come ceramica e acciaio. Le sculture combinano questi materiali tradizionali e industriali per esplorare temi di colonizzazione e industria petrolifera a Lobitos, una città del Perù. L’artista ha anche lavorato su temi legati alla produzione di bevande tradizionali in America Latina, paralleli ai processi di distillazione del petrolio.

La Parcours Night, un evento-chiave all’interno di questo progetto, offrirà spettacoli dal vivo lungo le strade, mettendo in evidenza l’intersezione tra arte, performance e comunità. Durante questa serata, i visitatori potranno partecipare a una serie di attività culturali, inclusi spettacoli di danza e performance artistiche, che trasformeranno ulteriormente lo spazio urbano in un palcoscenico vivente.

Agnes Denes <em>Wheatfield A Confrontation<em> New York 1982

Sulla piazza antistante alla fiera, si farà notare un adattamento di una storica installazione del 1982 di Agnes Denes, pioniera della Land Art e del tema ecologico, Wheatfield – A Confrontation, intitolato Honoring Wheatfield – A Confrontation; l’installazione, curata da Samuel Leuenberger, è situata su circa 1.000 metri quadrati di cemento a Messeplatz. L’opera, che include piantagioni su Europallet carichi di semi e terra, un’immagine del cartellone pubblicitario del campo di grano originale e un monitor con un’intervista a Denes, mira a ricreare l’impatto visivo e simbolico del progetto originale, realizzato dall’artista nel 1982 su una discarica a Lower Manhattan, all’ombra delle Torri Gemelle, per criticare l’egemonia economica e l’indifferenza ecologica. Questo lavoro affronta temi come la cattiva gestione delle risorse, la fame nel mondo e le preoccupazioni ambientali, diventando un’icona del dialogo tra arte e tematiche sociali.

Tra gli altri eventi in città, dopo il tramonto si attiverà un programma serale all’Hotel Merian, con musica, performance e, per celebrare il trentesimo anniversario della collaborazione tra Art Basel e UBS, un’opera di Petrit Halilaj che sarà installata sulla facciata. Intitolata When the sun goes away we paint the sky, l’opera sarà visibile sia di giorno che illuminata di notte, e richiama i temi della guerra e della violenza, in un’ottica di speranza e di ricostruzione (originariamente, l’opera fu presentata nel 2022 a Manifesta 14, a Prishtina).

Le sezioni

Art Basel è divisa in settori. Ogni settore ha un focus specifico, dalle opere monumentali alle presentazioni personali di artisti emergenti.

Le sezioni sono Galleries, Feature, Statements ed Edition, a cui si aggiunge Unlimited. Ecco una breve sintesi di cosa troveremo quest’anno nelle diverse sezioni.

Galleries

Art Basel 2024 Galleries

Galleries è il fulcro principale di Art Basel 2024, che presenta le gallerie più importanti del mondo. Moltissime le partecipazioni da tutto il mondo, con presenze fondamentali nel panorama del mercato artistico globale. Come ogni anno, in questa sezione sono presenti i Big dell’arte mondiale. Ecco, qui di seguito e in ordine sparso, alcune gallerie presenti quest’anno in questa sezione, con i loro programmi.

Molte le gallerie storiche che parteciperanno anche quest’anno con un loro stand. Sarà presente naturalmente Gagosian, con una fitta schiera di opere di artisti di altissimo livello, come Richard Avedon, Georg Baselitz, Basquiat, Ed Ruscha, Richard Serra, Robert Gober, Nan Goldin, Cecily Brown, Rudolf Stingel, Jasper Johns, Donald Judd, Cy Twombly, Roy Lichtenstein, Gerhard Richter, per citarne solo alcuni.

Rudolf Stingel Untitled 2018 olio e inchiostro su tela cm 2413×193 Courtesy Gagosian

Importante anche la presenza di White Cube, che ritorna ad Art Basel con opere di artisti storicizzati, come Baselitz, Tracey Emin, Damien Hirst, Gabriel Orozco, Danh Vo e Jeff Wall. Tra le altre, ci saranno anche opere di Louis Fratino, presente alla Biennale di Venezia nella mostra internazionale, in una insolita accoppiata col “marchesino pittore” Filippo De Pisis.

Danh Vo Untitled 2023 Courtesy White Cube

Decisamente nutrito anche il programma di David Zwirner, nel cui stand si potranno trovare opere di Francis Alÿs, Marlene Dumas, Felix Gonzalez-Torres, Elizabeth Peyton, Neo Rauch , Ad Reinhardt, Gerhard Richter, Wolfgang Tillmans, Yayoi Kusama, solo per citarne alcuni. Importante anche la presenza nel suo stand di Dan Flavin, in mostra in questo momento al Kunstmuseum di Basel.

Thomas Ruff dope13 I 2022 Courtesy David Zwirner

Hauser & Wirth si presenterà ai visitatori della fiera con un nutrito gruppo di lavori di artisti storici: tra gli altri, ecco ad esempio opereci saranno opere di Calder, Picabia, Arshile Gorky, Georgia O’Keeffe e Bruce Nauman; sul fronte del contemporaneo più stretto, invece, porterà tra gli altri lavori di Philip Guston, Louise Bourgeois, Agnes Martin,William Kentridge, Nicolas Party, Roni Horn, Jenny Holzer e Mark Bradford.

Mark Bradford Pink Pearl 2024 Mixed media on canvas cm 1918×254 © Mark Bradford Photo Keith Lubow Courtesy Hauser Wirth

Altrettanto importante la presenza di artisti internazionali allo stand della Galleria Thomas Schulte, con lavori, tra gli altri, di Rebecca Horn, Alfredo Jaar, Robert Mapplethorpe, Allan McCollum, Angela de la Cruz.

Angela de la Cruz Split III Pearl Blue 2024 Oil on canvas cm 75×50×35 Courtesy Galleria Thomas Schulte

Goodman Gallery (Johannesburg, Cape Town e Londra) concentrerà la sua attenzione, in linea con il mutato interesse verso l’arte africana e del sud del mondo, sul rapporto tra arte contemporanea e residui del colonialismo, esponendone l’impatto sulla formazione dell’identità, sulla politica internazionale, sulla narrazione.

Il loro lavoro evidenzia anche il desiderio di giustizia sociale e visibilità per una visione del mondo incentrata sul Sud globale. Tra gli altri, sono presenti lavori di El Anatsui, Ghada Amer, Kudzanai Chiurai, Nolan Oswald Dennis, Shirin Neshat, William Kentridge, Kapwani Kiwanga, Nicholas Hlobo.

Shirin Neshat Offerings SN379 2019 Silver gelatin print and ink cm 762 x 61 Courtesy Goodman Gallery

Fitto e pieno di opere importanti sarà anche lo stand della galleria Paula Cooper: tra i nomi presenti, Bernd & Hilla Becher, Sophie Calle, Sherrie Levine, Sol LeWitt, Claes Oldenburg, Joel Shapiro.

Sherrie Levine Antelope Skull 2006 cast bronze cm 406×305 x 33 cm

Ben 22 le gallerie al debutto, con 5 espositori che arrivano direttamente nel settore principale Galleries, ovvero, MadeIn Gallery di Shanghai, che presenterà, assieme a ShanghART Gallery, “Spirit Fetching”, con una selezione di artisti cinesi che esplorano il rapporto tra umanità e tecnologia; Karma da Los Angeles e New York, e la Galleria Tina Keng con sede a Taipei, Taiwan e Pechino che ha promosso artisti come Zao Wou-Ki, Lin Fengmian, Sanyu, Yun Gee e Wu Dayu.

Veduta dinsieme della galleria Yares Art New York Courtesy of Yares Art Foto Adam Reich

E ancora, Yares Art che è stata fondata nel 1964 da Riva Yares a Scottsdale, Arizona, ha sedi a New York e Santa Fe da oltre sessant’anni si è concentrata sui dipinti dell’espressionismo astratto degli anni Cinquanta e Sessanta, con una forte attenzione agli artisti Color Field di quell’epoca. Tra i suoi artisti Larry Poons, Frank Stella (a cui in fiera destinerà un omaggio), Robert Motherwell, Adolph Gottlieb.

Sandra Gamarra Querían brazos y llegamos personas VIII 2022 Corutesy Mayoral

Nuova entrata anche Mayoral, fondata nel 1989, con sede a Barcellona e Parigi. La galleria articola un programma espositivo intergenerazionale incentrato sul meglio dell’arte spagnola contemporanea e del dopoguerra, promuovendo artisti come Tàpies, Chillida, Millares, Saura, Zóbel, Francés e Chordà, insieme a opere di importanti artisti d’avanguardia del XX secolo, come Miró e Picasso, così come artisti di spicco della generazione odierna.

Vanessa Beecroft VABE 757 2017 2018 C print cm 127×1694 Courtesy Lia Rumma

Nutrito gruppo quello delle gallerie italiane: Alfonso Artiaco, Lia Rumma, Lorcan O’Neill e Magazzino, Galleria Continua, e ancora Cardi Gallery, Raffaella Cortese, la Galleria dello Scudo, A arte Invernizzi, Massimo De Carlo, Kaufmann Repetto, Gió Marconi, Galleria Christian Stein, ZERO…, Mazzoleni da Torino, Tornabuoni e Tucci Russo. 

Nour Jaouda

Tante saranno le opere di artisti che abbiamo appena visto in Biennale, come Nour Jaouda, Sandra Poulson e La Chola Poblete in Statement e Lap-See Lam ed Eva Kotátková a Parcours, e ancora Anna Maria Maiolino e Simone Forti

Feature

Art Basel 2024 Feature

Feature è la sezione che presenta focus su artisti storicizzati, dove debuttano tra le altre Le Minotaure di Parigi, Meredith Rosen di New York e l’italiana Thomas Brambilla di Bergamo, che a Basilea presenta un solo show di Klaus Rinke, tra i fondatori della Scuola di Düsseldorf, che ha collaborato con artisti come Sigmar Polke, Gerhard Richter e Joseph Beuys. Attivo a livello internazionale fin dagli anni Sessanta, ha partecipato a movimenti come Body Art, Land Art e Conceptual Art. Le sue opere esplorano tempo, spazio e gravità attraverso sculture che combinano arte e scienza.

Change my problem is a problem of a woman 1979 Courtesy Hunt Kastner

La galleria Larkin Erdmann presenterà uno stand antologico del pittore italiano Antonio Calderara, scomparso nel 1978, il cui lavoro si è concentrato molto sulla luce e sul colore, in un processo di progressiva rarefazione e stilizzazione della forma, mentre la galleria Hunt Kastner presenterà un focus sul lavoro di Ewa Partum, artista concettuale polacca, nota per la sue azioni di poesia concreta, performance, film e arte postale, nonché attivista femminista molto attiva negli anni Settanta.

Art Basel 2024 Statements

Statements

Molte e diversificate anche le proposte per la sezione Statements, che riunisce solo show e group show di artisti contemporanei e anche emergenti. Daniel Blau, con sede a Monaco, sarà ad Art Basel con undici artisti molto conosciuti, tra i quali Dan Asher, Georg Baselitz, George Condo, Jean Fautrier, Robert Rauschenberg, Julian Schnabel, Andy Warhol.

George Condo Thought Trap 1983 cm 559 x 419 © George Condo courtesy Daniel Blau Munich

Altra Galleria presente nella sezione, l’italiana Magazzino, mette in mostra opere di Massimo Bartolini, protagonista del Padiglione Italia alla Biennale in corso a Venezia e di cui vi abbiamo ampiamente scritto nel nostro giornale; Elisabetta Benassi, che utilizza vari media, dall’installazione, al video, alla fotografia. Sullo sfondo dei suoi lavori appare sempre una domanda sulla condizione e l’identità attuali, sui loro rapporti col passato storico e una spinta a riconsiderarlo, guardandolo in controluce; e ancora, Francesca Leone, figlia d’arte (il padre è il regista Sergio Leone), che ha iniziato dipingendo grandi volti, ora si occupa di ecologia e ne risente anche il suo lavoro con opere che riflettono sull’ambiente e i problemi ad esso legato, e ancora opere di René Magritte, Daniele Puppi, Mario Schifano, Cy Twombly e Vedovamazzei.

Omyo Cho Nudi Hallucination 1 2022 Courtesy Wooson Gallery

Nel settore degli emergenti Statements, sei nuove entrate: per fare qualche nome, la sudcoreana Wooson e ROH Projects da Giacarta, mentre alla sezione “alta” sono state promosse sette gallerie. La Wooson Gallery è una delle gallerie d’arte contemporanea più importanti in Corea, soprattutto per la promozione di artisti emergenti. Nella sua scuderia annovera artisti coreani come Chung Sang-Hwa, Ha Chong-Hyun, Lee Kang-So e Choi Byung-So, ma anche artisti internazionali come Jannis Kounellis, Tony Cragg, Sean Scully, Dennis Oppenheim, Barthélémy Toguo, per fare qualche nome. Alla fiera è presente con una personale di Omyo Cho, giovane artista coerana il cui lavoro è incentrato sul tema del rapporto tra il futuro, il passato e il presente, con grande leggerezza e poesia.

Edition

Edition Susan Sheehan Gallery Public Interactions

Edition, dedicata alle opere cartacee, vede tra le altre la presenza di Cristea Roberts Gallery, che è una delle principali gallerie d’arte contemporanea internazionale con un focus particolare su stampe originali e opere su carta.  La galleria lavora a stretto contatto con musei internazionali su acquisizioni e prestiti, ed esempi delle sue edizioni sono conservati nelle principali collezioni pubbliche di tutto il mondo, tra cui Tate, Londra; Metropolitan Museum of Art, New York.

Carsten Höller Four Birds 2015 Courtesy Borch Editions

Di stanza a Copenaghen BORCH Editions è lo studio di stampa della Galleria BORCH di Berlino. I progetti di stampa delle Edizioni BORCH fanno parte di rinomate collezioni d’arte contemporanea internazionali, tra cui il MoMA (New York), il Whitney Museum of American Art (New York), il British Museum (Londra) e Staatliche Museen zu Berlin.

Kabinett

Kabinett Genesis Belanger Perrotin Public Interactions

La sezione Kabinett tornerà per la seconda volta all’edizione svizzera di Art Basel per mettere in risalto mostre distinte e curate all’interno degli stand principali degli espositori. Tra le novità di questa edizione, i lavori del francese Saâdane Afif e del tedesco Peter Roehr alla galleria Mehdi Chouakri di Berlino, quelli di Carlos Alfonso da Casas Riegner, mentre Horst Antes e Robert Mapplethorpe saranno da Meyer Riegger e alla Galleria Franco Noero.

Unlimited

Art Basel 2024 Unlimited

Unlimited è una delle sezioni più apprezzate e più fotografate della fiera: è la sezione dei progetti in “formato maxi“, che trascendono le misure del classico stand per estendersi a dismisura nello spazio. Unlimited offre infatti agli espositori l’opportunità di presentare installazioni monumentali, sculture colossali, dipinti murali sconfinati, serie fotografiche complete, ampie proiezioni video e performance dal vivo. Oltre settanta installazioni su larga scala di artisti illustri ed emergenti, comprese tre performance dal vivo.

Da questa sezione, curata da Giovanni Carmine, Direttore della Kunst Halle di San Gallo, ci si aspetta molto, perchè è la sezione più spettacolare e in qualche modo il “biglietto da visita” della fiera.

Ma veniamo ai progetti: Emilio Isgrò parteciperà, portato dalla galleria Tornabuoni, con la sua opera La formica vagabonda, un camion con la scritta “questo veicolo trasporta una formica” e che arriverà a Basilea in occasione della fiera (ha fatto tappa a Milano in questi giorni). Il viaggio della formica vagabonda è iniziato il 22 luglio a San Pier Niceto, quando l’artista ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Lungo 17 metri, il Tir “che trasporta una formica”, dopo essere stato a Roma per “Artista alla Gnam, Emilio Isgrò protagonista 2024”, è partito per a Milano, dove ha fatto tappa alla Triennale ,davanti al monumento Il Seme dell’Altissimo, opera dello stesso artista.

La formica vagabonda dei Isgrò

La poetica di Isgrò, “Rendere grandi le cose piccole“, riflette sulle questioni della migrazione e globalizzazione, valorizzando le culture locali. La formica simboleggia l’importanza dell’infinitamente piccolo in un mondo dominato dal progresso tecnologico. Dopo Milano, l’opera aeriverà dunque ad Art Basel, dove sarà esposto nella sezione Unlimited, palcoscenico internazionale per la piccola-grande formica partita dalla Sicilia. Le formiche, del resto, simbolo dell’infinitamente piccolo e della vita laboriosa della natura, sono spesso presenti nelle opere del maestro siciliano: “Come le cancellature, anche le formiche sono sfuggite al mio controllo”, ha detto Isgrò in un’intervista: “a un certo punto hanno assunto significati che io non avevo previsto. Volevo trovare delle forme minime da gestire nello spazio. La formica con i suoi valori iconici si prestava bene. Ma ad un certo punto è diventata una sorta di cancellatura mobile che andando e, accumulandosi nello spazio, lo coprono. Sono in molti a leggere in questo modo l’utilizzo delle formiche nelle mie opere, in continuità con la cancellatura. Ho preso gli elementi minimi che la mia cultura mi offriva, gli elementi di scarto della società, senza esibirli come una povertà imposta ma come una ricchezza ancora possibile. Con i mezzi minimi che avevo ho cercato di produrre l’oro”. E se la cancellatura, per Isgrò, “è una sorta di pietra filosofale”, la formica è una sorta di ambasciatrice del suo progetto artistico, che oggi, nella “corazza gigantesca” del Tir su cui viaggia, sbarca anche a Basilea.

Jannis Kounellis Albatros 2001

Non poteva mandcare il gigante dell’Arte Povera, Jannis Kounellis, con l’installazione Senz a Title (Before), del 1993, presentata da Kewenig, formata da tre lavori complementari, frutti, tutti, del progetto Albatros. Albatros era un antico peschereccio di Fiumicino, segnato dall’acqua salata del mare, dal vento e dal tempo. La vernice bianca scrostata lascia intravedere le tavole crude, in parte marce e pervase dalla ruggine. Jannis Kounellis, scomparso nel 2017, fece tagliare a pezzi la barca per la mostra Metropolis al Martin-Gropius-Bau di Berlino nel 1991, prima di riorganizzare le singole parti per la Galerie Kewenig. L’artista trasformò la barca utilizzata in questa installazione, un tempo mezzo di trasporto marittimo per l’industria della pesca e oggetto quotidiano maltrattato, in materia pura, vibrante di memoria.

Keith Haring <em>Untitled FDR NY 5 22<em> 1984 Courtesy Art Basel

Keith Haring sarà invece presente ad Untitled con alcuni lavori, portati dalla Gladstone Gallery e dalla Martos Gallery, che rappresentano una sezione significativa del murale Untitled (FDR NY) #5-22 (1984), che Haring realizzò sulla FDR Highway, Manhattan, New York, nel 1984. I due pannelli salvati sono animati dalle iconiche figure danzanti di Haring, una che balla la breakdance, una con una televisione al posto della testa e tre che cavalcano sul dorso di un grosso cane che abbaia. I pannelli, anche se un po’ consumati dalle intemperie e parzialmente ricoperti di graffiti, catturano l’essenza stessa dell’artista e il suo desiderio di rendere la sua arte accessibile a tutti.

Christo <em>Wrapped 1961 Volkswagen Beetle Saloon<em> 19632014 Courtesy Gagosian

Tra i “big”, non poteva mancare neppure un’installazione gigante di Christo. È Gagosian a presentare ad Unlimited la scultura di Wrapped 1961 Volkswagen Beetle Saloon (1963–2014). Per una delle sue prime mostre in galleria nel 1963, Christo convinse un amico a prestargli un Maggiolino, che avvolse in un panno cerato e installò all’esterno di una galleria a Dusseldorf. A spettacolo finito, il tessuto venne staccato e l’auto riconsegnata: l’amico la rivoleva indietro. Nel 2014 Christo ripropose l’opera insieme alla moglie Jeanne-Claude, sul progetto della prima installazione. Oggi, quel maggiollino ricoperto viene riproposto in fiera.

Yayoi Kusama Aspiring to Pumpkins Love the Love in My Heart 2023 Bronze and urethane paint cm 3454×5613×1486 Courtesy

Poteva forse mancare l’artista più amata dalle folle degli art-addicted, Yayoi Kusama? A portarla ad Ulimited è David Zwirner, con una grande, straordinaria installazione rappresentante alcune delle sue classiche zucche, “Aspiring to Pumpkin’s Love, the Love in My Heart”. In questa opera, l’artista porta il motivo della zucca a pois a nuovi estremi. Per Kusama, i pois rappresentano l’auto-obliterazione, non in senso distruttivo, ma come un modo per fondere l’individuo con l’universo. Navigando tra la forma massiccia a cinque steli e le pareti ondulate della scultura, il visitatore è invitato a condividere l’ammirazione dell’artista per questo simbolo che incarna pace e gioia.

Tra le performance e le opere interattive, invece, particolarmente significativa (e in linea con la riscoperta recente, anche da parte del sistema dell’arte, della presenza di artisti provenienti dal Sud del mondo e delle identità “minoritarie”), dell’installazione The Wake and Resurrection of Bicentennial Negro (1976) dell’artista e attivista americana Faith Ringgold, scomparsa da poco, pittrice, muralista e artista performativa (nel 1970, fu anche arrestata per vilipendio alla bandiera americana nel corso di una performance), presentata da Goodman Gallery.

Nel 1976, Faith Ringgold creò la performance The Wake and Resurrection of the Bicentennial Negro (oggi riproposta ad Unlimited), in risposta alle celebrazioni del bicentenario degli Stati Uniti. Portando la performance fuori da New York, utilizzò dipinti su tessuto arrotolabili e sculture morbide per viaggiare facilmente teneendo tutta la mostra in una valigia. Divenne molto richiesta per mostre e conferenze nei campus universitari. La performance narra di Buba, morto per overdose, e di sua moglie Bena, morta di dolore, che risorgono con Buba libero dalle droghe e Bena più indipendente. Ringgold esplora il razzismo e la tossicodipendenza, temi molto personali per lei. La performance includeva sculture di Bena e Buba, un tappeto a bandiera, le persone in lutto Moma e Nana, e fiori decorativi. Durante l’esecuzione, Ringgold riproduceva registrazioni del discorso “I Have a Dream” di Martin Luther King Jr. e inni del Coro della Chiesa Battista di Abyssinian. Le performance, molto frequentate, coinvolgevano studenti locali come attori, rendendo ogni esibizione unica e riflettendo sulle diverse reazioni di fronte al dolore a alla morte.

Lu Yang <em>DOKU The Flow<em> 2024 video still Courtesy Société

Tra i video, invece, va infine segnalata una installazione video intitolata DOKU The Flow dell’artista cinese Lu Yang, presentata da Société. Prende il nome dalla frase “Dokusho Dokushi” che significa “Siamo nati soli e moriamo soli”, il personaggio DOKU è un guscio digitale, un essere umano, un’estensione dell’anima dell’artista nel regno digitale. Il corpo di Yang fornisce il modello per questo essere umano virtuale i cui “ricordi” costituiscono il nucleo del secondo film narrativo di DOKU. DOKU The Flow si ispira alla filosofia buddista del Madhyamika, che sostiene che tutti i fenomeni sono privi di “natura”, “sostanza” ed “essenza”. In sequenze non lineari di animazioni 3D, il DOKU di Yang scivola dentro e fuori varie skin digitali per superare la realtà convenzionale e arrivare alla verità ultima del vuoto.

I visitatori di Unlimited avranno, inoltre, la possibilità di votare la loro opera d’arte preferita per l’intera durata di Art Basel.

Conversations

Art Basel 2024 Film program

La serie Conversations si concentrerà sui modi per costruire e plasmare il futuro del mondo dell’arte, mentre il programma Film presenterà una serie unica di sondaggi, lungometraggi e un programma speciale per il pubblico giovane dai quattro anni in poi.

Mostre e fiere collaterali

Molte le mostre collaterali previste: alla Fondation Beyeler, al Kunstmuseum Basel, al Kunsthalle Basel, al Kunsthaus Baselland, al Vitra Design Museum e al Museum Tinguely. Durante questa settimana d’arte, contemporaneamente a Basilea si svolgono alcune fiere collaterali. Tra queste Liste Art Fair Basel, Liste Expedition, Liste ShowTime, Volta Art Fair Basel e Photo Basel dove gallerie note ed emergenti espongono l’arte fotografica provenienti dalla Svizzera e dall’estero. Un programma ricchissimo attende insomma il visitatore e l’amante del contemporaneo, per l’ultimo grande impegno prima dell’estate. Impossibile perderselo!

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