Ad Arezzo “I Vasari ‘vasai’ e la produzione ceramica aretina di età antica”

La mostra “I Vasari ‘vasai’ e la produzione ceramica aretina di età antica” sarà visitabile fino al 2 febbraio 2025 presso il Museo Archeologico Nazionale ‘Gaio Cilnio Mecenate’ di Arezzo. L’esposizione è un viaggio nella storia della ceramica aretina e nel legame della famiglia Vasari con questa antica tradizione; curata da Maria Gatto, è parte del programma celebrativo “Arezzo. La città di Vasari“, organizzato per commemorare i 450 anni dalla morte di Giorgio Vasari, con il patrocinio del Comune di Arezzo, Fondazione CR Firenze, Fondazione Guido D’Arezzo, e in collaborazione con la Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura e le Gallerie degli Uffizi.

Il percorso espositivo illustra, con reperti, documenti e riferimenti letterari, i profondi legami tra Giorgio Vasari e le antichità della sua terra natale. Uno degli aspetti più affascinanti della mostra è la storia dei vasi aretini, prodotti d’eccellenza dell’artigianato locale, apprezzati per la loro raffinata tecnica e le ispirazioni iconografiche. Vasari stesso riconosceva in questi manufatti l’espressione della maniera etrusca, contribuendo così a una più profonda comprensione del patrimonio artistico della sua epoca.

La mostra permette di immergersi nel mondo degli Arretina vasa, ceramiche da mensa tipiche di Arezzo in epoca romana, che Vasari conosceva non solo per i frequenti ritrovamenti nei cantieri cittadini ma anche grazie a memorie familiari. L’origine del nome “Vasari” e la figura del nonno di Giorgio, Giorgio di Lazzaro Taldi, sono centrali nell’esposizione. Taldi, descritto come un “vasaro” e archeologo ante litteram, è stato fondamentale nel primo contatto con la casata dei Medici, grazie proprio ai vasi aretini.

L’esposizione esplora anche il ricco repertorio iconografico dei vasi color corallo decorati a rilievo, suggerendo una connessione con le pitture di Vasari. Non poteva mancare una sezione dedicata alla Chimera di Arezzo, con riproduzioni che ne evidenziano la qualità tecnica e l’importanza nell’arte etrusca. La Chimera, con la sua iscrizione sulla zampa anteriore destra, rappresenta per Vasari l’esempio più evidente della maniera etrusca.

La mostra riproduce la Chimera con una riproduzione tattile in dimensioni reali e una proiezione olografica della statua nelle diverse fasi del restauro, offrendo così ai visitatori un approfondimento sia testuale che iconografico.

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