Ai WeiWei si schiera a favore della protesta per la legge sull’estradizione e condivide la sua posizione sui social, mostrandoci cosa voglia dire lottare per la propria libertà.
Ai WeiWei non ha bisogno di presentazioni: artista dissidente, attivista e ambasciatore di Amnesty International, il suo lavoro è sempre stato caratterizzato da una forte presa di posizione nei confronti delle misure repressive che il governo cinese impone ai cittadini. Famoso sui social per l’uso militante e provocatorio del selfie, che costituisce per lui un formidabile strumento di comunicazione per denunciare gli abusi del regime cinese (memorabile il selfie scattato al momento del suo arresto nel 2011), Ai WeiWei mostra con la sua arte quello che i media cinesi cercano di omettere, aprendoci gli occhi sulle realtà scomode della Cina contemporanea. Ai WeiWei usa il selfie come mezzo di contestazione e di divulgazione, per documentare sia un episodio di oppressione sociale, sia il suo coinvolgimento, in prima persona, a difesa della libertà: per Ai WeiWei condividere un selfie significa affermare “io ero lì. È successo davvero!”.
Da giugno l’artista cinese si ribella alla censura che i media stanno applicando alle manifestazioni di protesta a Hong Kong, nate in difesa della democrazia e dell’indipendenza dal sistema giuridico e penale di Pechino. Ai WeiWei scende in strada armato di videocamera e condivide in diretta sul suo profilo Instagram la manifestazione. Questo non solo per mostrare i soprusi con cui la polizia risponde alla lotta non violenta, ma anche, e soprattutto, per avvicinarci a un mondo che non è poi così lontano dal nostro. Con il suo reportage social Ai WeiWei ci permette di osservare e partecipare a una battaglia che è anche la nostra: quella per la libertà, per la democrazia e per l’informazione. Dal momento che gli scontri continuano senza sosta dall’inizio dell’estate, Ai WeiWei fa appello all’Occidente: “Questo non è uno scherzo, è una rivoluzione e il mondo è indifferente alle sofferenze e alla lotta dei giovani di Hong Kong”.
Con il materiale raccolto Ai Weiwei ha intenzione di realizzare un documentario, così come fece per Human flow, realizzato dall’artista nel 2017 per portare agli occhi del grande pubblico il dramma delle migrazioni e dei cambiamenti climatici. L’idea alla base di questo nuovo film è quella di costruire una memoria degli eventi che stanno accadendo ad Hong Kong, impedendo, così, ai media e alle autorità cinesi di cancellare gli sforzi che i cittadini portano avanti ormai da mesi attraverso una lotta pacifica in nome dei loro diritti.