Annibale Carracci, i tre ladroni e l’invenzione dell’identikit

In questa rubrica vi raccontiamo storie, aneddoti, gossip e segreti, veri, verosimili o fittizi riguardanti l’arte e gli artisti d’ogni tempo. S’intende che ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti sia puramente casuale…

C’è una storia curiosa che riguarda Annibale Carracci, il celebre pittore bolognese che fondò assieme al fratello e al cugino l’Accademia dei desiderosi, che cambiò poi nome in Accademia degl’Incamminati, e che più avanti diventò celebre per aver dipinto un contadino in atto del mangiar fagiuoli. Si narra dunque che Annibale fosse ancora un ragazzo, quando una sera, tornando dalla campagna con suo padre Antonio, che era sarto, camminando camminando, s’imbatté in una banda di ladri. Com’è come non è, queste belle sagome di ladri, che erano in numero di tre, gli intimarono di alzar le mani, li costrinsero a spogliarsi e li derubarono di tutto quel che avevano addosso. La cosa indispettì molto sia il padre, che dopotutto non era ricco, sia il figliuolo, che aveva animo retto e non pativa le ingiustizie.

Appena arrivati in città, padre e figlio corsero dunque dai magistrati a denunciare il furto subito. Nel corso dell’interrogatorio, Annibale, alla richiesta dei magistrati di descrivere la fisionomia dei malfattori, si fece dare una matita e disegnò in maniera così esatta il loro ritratto, che questi poterono essere in poco tempo identificati e imprigionati.

Annibale Carracci Sansone in catene 159095

Si dice dunque – che sia leggenda o verità – che da quel momento nacque la famosa pratica dell’identikit di polizia. Quel che è certo è però che anche questo diede al giovane Carracci la fama di primo realista della storia della pittura italiana.

Le puntate precedenti degli aneddoti sulle vite degli artisti le potete trovare qua:

Picasso e quella strana passione per il bagno

Manet, Monet e quel giudizio velenoso su Renoir

Il prossimo aneddoto sulla vita degli artisti lo trovate qua:

Quando Delacroix inventò l’arte concettuale

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