Art e Fashion industry

Non solo manovre commerciali, le collaborazioni tra art e fashion industry sono diventate la più chiara espressione della nostra cultura.

 

Photo Credits Vogue 195

L’interdipendenza tra il mondo dell’arte e quello della moda non è un tema nuovo.
Ogni anno il numero delle collaborazioni tra artisti e fashion brand cresce ,ma non solo, col tempo il terreno fertile per questo genere di partnership continua ad ampliarsi.
Le grandi “maison” madrine del collezionismo e precorritrici del mix art e fashion hanno fatto un po’ di spazio ai brand per comuni mortali, un esempio di output le borse di Jeff Koons o la collezione di Alex Katz per H&M.

Secondo Marisa Kayemm, insegnante del corso Art and Fashion Convergence presso il Christie’s Educational Center di New York, questo è potuto succedere grazie ad una trasformazione avvenuta non solo nell’arte e nella moda ma anche nel nostro modo di rapportarci a questi mercati.
Nel 1951 la scelta della fotografa Cecile Beaton di utilizzare alcuni dipinti di Pollock come sfondo per uno shooting di Vogue, destò molto clamore. Per i media lo scandalo era stato il ridurre l’arte di Pollock ad un semplice elemento decorativo, il decontestualizzare l’opera trasformandola in un prodotto commerciale.
Queste critiche affondano le radici nella convinzione appunto che la moda sia qualcosa di commerciale, mentre l’arte no.

Al giorno d’oggi l’idea di arte come prodotto economico non scandalizza più nessuno, anzi, le collaborazioni con i brand vengono interpretate come fattori positivi nella carriera di un artista, una sorta di sperimentazione di nuovi metodi espressivi, e spesso vengono percepite come un marchio di garanzia della qualità del lavoro artistico. Al giorno d’oggi i brand svolgono il ruolo di “validator” tanto quanto curatori o galleristi, e come loro svolgono un’importante funzione divulgativa portando l’arte alla grande massa.
Riescono in quest’ intento perché il linguaggio della moda è comprensibile ad un pubblico immensamente maggiore rispetto a quello dell’arte: so riconoscere una borsa di Luis Vuitton, ma non un’opera di Takashi Murakami, se metti insieme le due cose invece, avrò conoscenza di una e dell’altra.

Se il mondo della moda riesce ad influenzare con le sue iniziative la fruizione e la percezione dell’arte, al contrario l’arte è riuscita ad insinuarsi plasmando l’esperienza del retail: fare shopping al giorno d’oggi non significa più comprare una t-shirt o un paio di pantaloni, significa acquisire uno status, che è quello riportato dalle immagini del brand. Il tipo di immagini e la loro disposizione sui siti di e-commerce, paiono sempre più quelli di una galleria d’arte. Quei siti non vendono abiti, ma il contenuto di una determinata immagine.

Allo stesso modo i grandi fashion show o le fiere d’arte sono diventati terreni ibridi di comunicazione. Il Met Gala di New York, organizzato da Anna Wintour nelle sale del New york Metropolitan Museum, ne è un esempio lampante. Sempre Marisa Kayyem li ha definiti “a kind of commercial cultural mix”, una specie di ricetta commerciale, che ha come minimo comun denominatore “the newest”, il più nuovo, l’ultimissimo.
Gli eventi del mondo dell’arte, come quelli del fashion, sono diventati i luoghi di massima espressione del nuovo e dell’attuale. Interpretano o dettano (a discrezione) i gusti di miliardi di persone. Di conseguenza i prodotti risultato della fusione di questi due mondi non possono che essere pura espressione di una cultura.

In questo senso e in questi termini a partire da lunedì inizierà il nostro appuntamento settimanale con il mondo dell’art & fashion. Ogni settimana cercheremo di segnalarvi uno tra i migliori esempi di collaborazioni tra brand ed artisti, cercando di riflettere su quello che dicono su su di noi, sul nostro tempo, e ovviamente, sul mercato.

Solange Knowles, Rihanna e Katy Perry al met gala photo via marieclaire.it

 

Nel frattempo, potete ascoltare l’intervista integrale rilasciata da Marisa Kayyem al podcast radiofonico Artelligence riguardo la convergenza tra Arte e Moda. Buon ascolto.

Photo Header via thefashionlaw.com

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