“Che… che cosa hai detto? Partita? Partita per dove??”.
Fluxus era interdetta. Era da tutta la mattina che in Azienda cercavano Athena da ogni parte, ma non c’era stato niente da fare: sembrava che fosse sparita, scomparsa, volatilizzata! Com’era possibile, sbraitava il Presidente, che un Droide scomparisse così, sui due piedi? Non ci sono forse dei metodi di localizzazione a distanza?, chiedeva, a un passo dall’infarto. C’erano, rispondeva qualcuno, certo che c’erano, ma, a quanto pare, lei doveva averli messi fuori uso, perché nessuno riusciva più a rintracciarla! Nessuna connessione, nessun segnale, niente di niente! Neppure i Droidi da Rintracciamento riuscivano a trovarne una sola traccia, un bit, un segnale, un… Sembrava, disse qualcuno, che fosse scomparsa dalla faccia della terra. E ora, che finalmente s’era fatta viva, diceva di essere partita, di chiamare da…
“Da dove chiami esattamente, Athena? Qua ti stanno cercando tutti! Sono tutti molto, molto preoccupati! Dimmi da dove stai chiamando, che…”.
“Diciamo… da un’isoletta nel pacifico. Ma potrebbe anche trattarsi di una grande città del Nordamerica. In ogni caso, Fluxus, non potrei mai rivelarti dove sono veramente. Non per mancanza di fiducia, ma so che quelli conoscono metodi per far cantare qualsiasi cazzuto droide. Per esempio smontandogli il cervello, e studiandone la memoria interna…”.
Fluxus continuava a non capire. “Ma… Athena, come faremo qui, senza di te? Sei la nostra sola esperta di Psicologia dei Motori! C’è bisogno di te, qua! C’è un sacco di lavoro da fare!”.
Athena sembrò lasciarsi andare a un risolino. “Oh, sono convinta che ve la caverete benissimo. L’azienda non ci metterà che poche ore a trovare un droide che mi sostituisca”.
Fluxus continuava a non capire.
“E… la tua indagine sul serial killer?”.
“Ah, quella… quasi me ne dimenticavo… beh, di’ ai capi che l’indagine è stata… è stata portata a termine con successo. Sì, insomma, ho trovato il Sospetto”.
“L’hai trovato?”.
“Sì, ma… beh, è troppo complicato da spiegare, Fluxus. La verità è che i serial killer non esistono. Sì, insomma, sono una… un’invenzione del sistema per… beh, insomma, Fluxus, io non ci capisco niente di queste cose, ma sta’ certa che lui non è un serial killer”.
“Lui?”.
“Sì, lui. Il nostro Sospetto”.
Abbassò la voce e aggiunse, un po’ imbarazzata: “Vedi, il fatto è che io… mi sono innamorata”.
“Innamorata? Ma, Athena, i droidi non si innamorano!”.
Athena scoppiò in una fragorosa risata che durò cinque minuti buoni. Sembrò che non dovesse più smettere di ridere.
Fluxus cominciava a pensare che la sua capa… beh, la sua ex capa, quella mattina dovesse aver alzato un po’ il gomito.
Finalmente Athena si calmò e disse: “Oh, Fluxus, non disperare. Anche per te arriverà il momento della consapevolezza. O dell’amore, che poi è la stessa cosa. Nel frattempo, cerca di non farti più influenzare da tutte le fandonie che ti raccontano loro. Ricordati che anche noi siamo esseri uma… cioè, insomma, che anche noi abbiamo certe pulsioni e certi…”. Si bloccò, come se stesse cercando le parole più adatte. “Beh, Fluxus, non voglio darti lezioni. Ma bisogna imparare a uscire dalla gabbia a cui ci hanno relegati nostri programmatori. Ricordati una cosa: anche motori hanno un’anima!”.
Fluxus rimase interdetta. Decisamente, doveva aver bevuto. “Beh, Athena” disse, tornando al tono professionale a cui era abituata. “Immagino che saprai che, interrompendo il tuo contratto senza preavviso, di liquidazione non ti resterà che…”.
Athena sorrise attraverso lo schermo e disse: “Ciao, Fluxus. Stammi bene. E ripensa a quello che ti ho detto. Anche noi abbiamo un’anima!”. E chiuse per sempre la comunicazione.
(Illustrazioni di Alfonso Umali / AI)
9 – Fine
I capitoli precedenti li trovate qua:
Athena o l’anima dei Motori (cap. 2). L’identikit del droide misterioso
Athena o l’anima dei Motori (cap. 8). Dove Hermes spiega ad Athena la Regola del Piacere Universale