Dal 28 agosto al 7 settembre, La Biennale di Venezia presenta l’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, mentre a partire dal 18 luglio è stata definita la Selezione ufficiale e il Concorso Venice Immersive. Già attiva dal 2017 Venice Immersive è la prima sezione di esperienza immersiva nell’ambito di un concorso cinematografico internazionale. Il concorso, con il supporto di VRChat, è interamente dedicato ai media immersivi e include tutti i mezzi di espressione creativa XR – Extended Reality: video 360° e opere XR di qualsiasi durata, incluse installazioni, anche sensoriali, e mondi virtuali.
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia è stata uno dei primi festival di cinema al mondo a manifestare interesse per la Virtual Reality, realizzando un VR Theater già nel 2016 sull’Isola del Lazzaretto Vecchio al Lido. L’evento costituisce, pur dopo sette anni dalla sua prima inaugurazione, una proposta innovativa e un interesse a mostrare un’altra faccia del cinema e delle sue possibilità.
Quest’anno Venice Immersive conterà 63 progetti provenienti da 25 Paesi: tra questi troviamo 26 progetti in Concorso e 30 Fuori Concorso. I Fuori Concorso si suddividono in Best of Experiences (10 progetti) e Best of Worlds (20 progetti) creati da artisti indipendenti da tutto il mondo sulla piattaforma VRChat. Infine, 7 progetti sviluppati nel corso di Biennale College Cinema – Immersive. La Giuria internazionale di Venice Immersive 2024 è composta da Celine Daemen, regista transdisciplinare dei Paesi Bassi, vincitrice del Gran Premio Venice Immersive nel 2023 con Songs for a Passerby. Accanto a lei, Marion Burger, production designer francese e Adriaan Lokman, creatore di opere interattive e intermediali.
Le opere in concorso aprono alle possibilità dei nuovi media, proponendo estetiche e intenti ben distinti per ciascun lavoro. Si alternano, infatti, installazioni, film interattivi e uso della realtà virtuale, costituendo uno spazio intermediale, trascendendo netti confini espressivi e tecnologici.
Il risultato è un evento immersivo, un’offerta diversa che sfida la percezione del cinema; che si apre, non solo alle possibilità tecnologiche, ma anche alla costruzione di una nuova comunità. Venice Immersive guarda a un pubblico diverso, nuovo, rispetto al tradizionale concorso della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. È interessante considerare come un’istituzione del calibro de La Biennale scelga – pur essendo oggi ampiamente sdoganato l’uso di realtà virtuale – di investire in un evento sfidando se stessa e proposte già consolidate.
Assistere a Venice Immersive oggi significa poter essere testimoni e partecipare ai migliori usi della realtà aumentata: conoscere un panorama spesso riservato a una nicchia. La creazione di una nuova comunità di interessati al mondo del cinema passa inevitabilmente da questa unione, dall’incontro tra la tradizione e l’innovazione, seppur in sezioni di concorso ben distinte. La Biennale muove in questo modo i primi passi verso un’inclusività che spesso non appartiene alle istituzioni, soprattutto se così affermate.