Bolzano Art Weeks 2024, ovvero l’arte di stare bene

Partecipare alla quarta edizione di BAW Bolzano Art Weeks diventa un atto di cura, quest’anno la manifestazione verte attorno al tema del benessere affrontato nelle sue molteplici declinazioni: WELLbeing, WELLfare, WELLcome. Il ricco programma comprende progetti, incontri, laboratori, mostre e 120 appuntamenti diffusi in maniera rizomatica che, dallo scorso 27 settembre fino al 6 ottobre 2024, mettono in dialogo il capoluogo altoatesino con il territorio circostante coinvolto in un intenso processo di cura di sé e dell’ambiente. Passeggiando per la città assistiamo al propagarsi di un intricato ecosistema artistico che attraversa lo spazio urbano collegando quartieri e persone con un approccio olistico ed inclusivo. Come dimostrano i numeri, che illustrano la portata della manifestazione, che si spinge i visitatori oltre le cattedrali del contemporaneo coinvolgendo una rete di 150 partner tra cui: bar, alberghi, cinema e negozi, chiese, centri giovanili, ma anche scuole e ospedali.

Assistiamo quindi all’abolizione della gerarchia tra centro e periferia che, secondo l’ideatrice Nina Stricker e gli organizzatori Cooperativa 19, in collaborazione con il Südtiroler Künstlerbund e LanaLive, intende stimolare coesione tra i quartieri più noti e quelli meno battuti permettendo ai visitatori di conoscere Bolzano da nuove angolature. Questa complessa ramificazione di eventi si traduce nella mappa divisa in cinque zone per offrire un itinerario fluido e accessibile che guidi il pubblico tra esposizioni, performance e talk con gli artisti. 

«Crediamo che l’arte debba tornare ad aiutare concretamente le persone a rivolgersi a valori più profondi e duraturi», raccontano Nina Stricker, Valentina Cramerotti, Massimiliano Gianotti, Barbara Brugnara e Hannes Egger, di BAW. «È tempo di riaffermare un ruolo sociale e anche politico e non solamente decorativo o di intrattenimento dell’arte. Il motto che abbiamo scelto per l’edizione 2024, WELLbeing WELfare WELcome, trova compimento se l’arte è realmente parte della vita e tra la gente: esattamente secondo lo spirito con cui il festival è nato», proseguono gli organizzatori parlando del concetto di benessere «Inteso come attitudine preventiva, intuitiva e totalizzante, nella piena consapevolezza dell’universalità spirituale di tutti gli esseri e dell’esistente che può solo derivare da una profondità interiore e non come CURA delle derive».

Secondo i fondatori di BAW, dunque, il termine curare assume nuove forme «non significa mediare, confezionare e adattare il contenuto al presunto livello di comprensione del/la partecipante, ma solamente creare i presupposti per una esperibilità più ampia possibile. Lo scopo ultimo delle azioni culturali e delle policy pubbliche identificate dal termine WELFARE dovrebbe semplicemente essere l’accesso di quel TUTTO per TUTT*».

Incarnano a pieno lo spirito dell’edizione le opere permanenti installate all’ospedale di Bolzano, interventi che restituiscono il profondo significato del tema di questa edizione presentando un nuovo punto di contatto tra arte e comunità. La commistione tra arte pubblica e sanità rivela dimensioni inattese, da cui nascono luoghi dedicati al riposo della mente, oltre che del corpo, così prende vita “La stanza del Silenzio“, uno spazio neutrale, di riflessione, meditazione e distensione. Progettata dall’artista Mirijam Heiler che, usufruendo di materiali sostenibili e del contributo della luce, favorisce la tranquillità grazie alle sue forme curvilinee, la pacata semplicità e il profumo dell’argilla che sembra trasportarci fuori dalla struttura.

Il benessere non è garantito, anzi al contrario è risultato di un processo di ricerca personale e di evoluzione legislativa che non possiamo dare per scontato. Questo è il messaggio lanciato da «The Fluo Swan», mostra personale dell’artista Anna Scalfi Eghenter presso Ar/Ge Kunst, che diventa un esercizio commerciale, una performance contrattuale, che spinge i fruitori a stipulare un’assicurazione per supplire all’assenza istituzionale nella difesa dei diritti della popolazione nel caso di un fatto raro, non prevedibile, quello che viene definito un cigno nero. Stratagemma sarcastico che metto in luce le contraddizioni del nostro tempo, ossia le tragiche conseguenze della mera ricerca della produttività che porta ad ignorare i bisogni psicofisici e, allo stesso tempo, critica il capitalismo presentando delle assicurazioni per garantirsi dei diritti fondamentali come l’aria, la felicità o la possibilità di aggregazione. 

Tra i moltissimi eventi, spicca la performance di Mara Oscar Cassiani al Parkhotel Laurin, che immerge i partecipanti in una dimensione collettiva e spensierata riunendoli attraverso la danza, azione democratica che libera e unisce nella sua universalità. Passo dopo passo, le persone creano un legame costituendo un gruppo unito da un gesto semplice e naturale, da un momento di fanciullesca gioia. D’altronde, la musica rimane una disciplina privilegiata nella sua forma sintetica, capace di restituire in un’istante la caotica totalità del reale collegando le persone tramite vibrazioni, suoni e movimenti che trascendono i limiti linguistici o culturali.

Le proposte di si spostano oltre i confini di Bolzano, portando i visitatori ad intraprendere un viaggio collettivo in Val Venosta, dove possono visitare il polo culturale di Basis Venosta e gli atelier di Claudia Aimar, Daniel Costa, Roland Parth e Florian Slotawa. A Stelvio, è stato possibile anche assistere alla performance collettiva di Christian Falsnaes, basata su un’esperienza condotta dall’artista con gli studenti della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, e sviluppata e messa in scena insieme al pubblico in una sorta di laboratorio. 

Inoltre, segnaliamo le mostre: «Emilio Prini – Typewriter Drawings. Bologna/München/Roma – 1970/1971», presso la Fondazione Antonio Dalle Nogare, e l’ampia collettiva «KONZEPT / CONCETTO HEIMAT» del Südtiroler Künstlerbund negli spazi rinnovati di SKB Artes. 

Arricchiscono il programma, anche una serie di progetti incentrati sulla cura come accoglienza delle persone e del mondo che ci circonda: «Welcome world, bienvenut* tutt» di Kira Kessler diviso su due sedi espositive Laimer GMBH e MM Design a Bolzano Est, e «STRAPIANTO» di Giulio Boccardi e Leonardo Panizza scaturito dalla volontà di disegnare un futuro meno «egocentrico», ma al contrario «eco-centrico», presso la giardiniera Schullian.

Imperdibile anche l’esposizione «Among the Invisible Joins Opere della Collezione Enea Righi» ospitata da Museion, il più grande museo di arte contemporanea di Bolzano, che comprende oltre 150 opere e più di 80 artisti e artiste provenienti da una delle più visionarie e significative collezioni private italiane. Al suo interno sono visibili lavori, progetti architettonici e libri d’artista di celebri nomi del contemporaneo come: Massimo Bartolini, Alighiero Boetti, Anna Boghiguain, Trisha Donnelly, Theaster Gates, Nan Goldin, Marisa Merz, Walid Raad, Franz Erhard Walther, Lawrence Weiner, Akram Zaatari, Sonia Boyce, Roni Horn e Per Serpas. 

Altro fiore all’occhiello della manifestazione sono i progetti vincitori della Call for Artists, che ha premiato i BAW24 WINNER con un supporto economico alla produzione cinque opere, concorrenti che hanno saputo coniugare la tematica in maniera originale reinterpretandolo tramite la loro pratica artistica. Elisa Grezzani, SPLACES STUDIO,  Agata Torelli, Santiago Torresagasti e Christina Vieira-Barry sono i vincitori, i cui lavori sono esposti in location differenti all’interno del centro urbano: il NOI Techpark a Bolzano Sud, Palais Campofranco in Centro, il Parco delle Semirurali a Bolzano Ovest e l’incredibile Bunker H a Bolzano Nord. Le gallerie del bunker, aperte non più per esigenze belliche, ospitano le opere «Nepenthe» e «der blatte rand / el borse Azul» che fondono contenuti ed estetica potenziando il loro messaggio storico-politico attraverso l’atmosfera tetra ed affascinante della location.


Il benessere passa anche attraverso il rapporto con la natura, vivere in un ambiente salutare è fondamentale. Proprio per questo «Noi», murales di Luca Font, realizzato con una particolare vernice che protegge le superfici in calcestruzzo e riduce l’inquinamento stradale filtrando sostanze nocive dall’aria, rappresenta una giuntura tra centro urbano e paesaggio raggiunta grazie alla ricerca congiunta di Urban Shield di MINI, Eurac Research, il Centro di Sperimentazione Laimburg ed Emotitech. Questo progetto mette in luce l’interdipendenza tra animato ed inanimato, mente e corpo, traducendo in forma visiva uno sforzo di coesistenza che può produrre effetti positivi sia per la sfera umana che quella naturale. 

Le due settimane di BAW – Bolzano Art Weeks, si chiuderanno come di tradizione esplorando i quartieri di Bolzano Ovest, sede del Piccolo Museion – Cubo Garutti, dove sarà esposta un’opera della mostra «Among the Invisible Joins, parte della collezione Enea Righi». Lavoro presentato tramite una serie di visite guidate. Il «Piccolo Museion» è un’opera dell’artista Alberto Garutti, che funge da «avamposto artistico» nel quartiere di Don Bosco di Bolzano. Infine, per la prima volta BAW presenzia in una chiesa, la San Pio X, nella quale LanaLive presenta l’opera «San Francesco» di Josef Rainer

Conclude la manifestazione, in armonia con la sua visione artistica inclusiva e impegnata, un rituale «semplice», generato dalla voglia di condividere alla pari: un picnic sull’erba, modalità che mescola la benefica leggerezza del trascorrere del tempo insieme con la concreta sensazione di stare letteralmente per terra, vivendo nel hic et nunc, in assenza di inutili surplus o confort illusori, che non fanno altro che allontanarci dal vero benessere. 

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