Botero: una passeggiata tra le nuove sculture installate a Roma

Abbiamo già parlato a lungo di Fernando Botero( Ce ne ha patlaro Vittorio Sgarbi in questo articolo, qui invece abbiamo intervistate le figlie e qui la sua gallerista di Pietrasanta), ma oggi vi portiamo a fare una vera e propria passeggiata artistica tra le sue bellissime sculture appena installate in vari punti della capitale. Infatti, a distanza di un anno dalla sua morte, avvenuta a Monaco il 15 settembre 2023, la figlia Lina ha curato la mostra “Botero a Roma” realizzata dalla Fernando Botero Foundation e in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, BAM! Eventi d’Arte e il Cigno Arte. 

Urban Vision Group, creative-tech, media company e partner dell’iniziativa, trasmetterà su dei maxi led, posizionati in zone centrali della città in prossimità delle sculture, la mappa dei luoghi in cui sono esposte le otto opere.

Partiamo dalla bellissima terrazza del Pincio: tutta Roma è ai nostri piedi, bella, immensa, luminosa e affascinante. L’obelisco realizzato durante il II secolo dall’Imperatore Adriano in onore di Antinoo si fa apprezzare in tutta la sua maestosità, ma non è l’unico a farlo durante questa estate romana: la Venere dormiente (1994) e la Donna distesa (2003) di Botero catturano quasi tutta la nostra attenzione. 

Fernando Botero Donna distesa 2003 Bronzo 361x169x141 cm

La Venere è distesa, nel dormire appare sensuale, abbandonata ad un sonno ristoratore che acuisce i suoi tratti. E’ languida, la gamba sinistra leggermente piegata, mentre quella destra è distesa, le mani piegate lungo il corpo e i capelli lunghi le coprono parzialmente il collo. La Donna sembra meditare, guardare in basso con occhi socchiusi. Nel suo silenzio trasmette pace, ci trasporta nel suo mondo di irrealtà e sospensione.

Abbandoniamo il Pincio e scendiamo nella sottostante Piazza del Popolo, un tempo ingresso dell’antica città romana. La piazza è formata dall’intersezione di tre importanti vie di Roma: via del Babuino, via di Ripetta e via del Corso. In epoca romana questo spazio era denominato Campo Marzio, in onore del dio Marte, il dio della guerra. Qui, infatti, i giovani si esercitavano nell’arte della guerra. La lenta trasformazione che renderà la piazza come siamo abituati a vederla oggi, inizia nella seconda metà del ‘500, quando venne realizzata la prima fontana ( del Trullo) su progetto di Giacomo Della Porta e quando venne collocato l’obelisco Flaminio, fatto spostare dal Circo Massimo per volontà del Papa Sisto V nel 1589, per festeggiare la conquista romana dell’Egitto. Quasi tutte le opere architettoniche presenti nella piazza sono state edificate tra il ‘400 e il ‘600. Le ultime realizzate sono state quelle ad opera del Valadier. Qui possiamo ammirare Adamo (uomo in piedi) ed Eva (donna in piedi) entrambe risalenti al 1992. Le due sculture si guardano, sembrano comunicare tra loro in un gioco di sguardi e non detti che solo loro, come una vera coppia, possono comprendere a pieno, lasciandoci partecipi ed estranei nello stesso tempo. 

Li lasciamo alla loro privacy e continuiamo la nostra passeggiata, percorriamo tutta via del Babuino e arriviamo in Piazza di Spagna, un’altra tra le più celebri piazze romane. Facilmente riconoscibile dalla caratteristica e particolare forma a farfalla, quasi come se due triangoli immaginari si incontrassero ai loro vertici, è un vero e proprio simbolo del barocco romano. Sull’ala nord ovest ( quella più grande) troneggia la bellissima Scalinata di Trinità dei Monti mentre, su quella più piccola, a sud est, si erge Palazzo di Spagna. Tutta la piazza è circondata, quasi protetta, da un gran numero di edifici storici: la Memorial House dei poeti inglesi Keats e Shelley, la Casa Museo del pittore Giorgio de Chirico e il palazzo della Propaganda Fide.

Accanto alla piazza ne troviamo un’altra, più piccola e intima: Piazza Mignanelli. E’ proprio qui che il nostro viaggio alla scoperta delle sculture di Botero a Roma prosegue. Accanto alla Colonna dell’Immacolata Concezione si erge con forza e vigore la Donna Seduta (1991). La figura è in totale disaccordo con l’architettura e lo stile che la circonda. Il luogo che la ospita è inusuale, fa a pugni con il suo essere. Eppure, proprio grazie a questo magnifico gioco di contrasti, non possiamo fare altro che ammirarla. Ci tiene legati a sé e staccarsi da lei diventa molto difficile. L’unico modo per farlo è ricordare che il nostro giro non è finito e che altri personaggi ci attendono poco più in là. 

Tramite via della Croce attraversiamo via del Corso e svoltiamo in Largo dei Lombardi. Qui troviamo Cavallo con briglie (2009). L’animale è altissimo, ci fa sentire piccoli. Ha il capo chino, ci fa intendere di essere molto di più di un triste sottoposto dell’uomo. Ha lo sguardo di chi sa tutto, è fiero nel suo essere avvilito. Lo lasciamo ai suoi pensieri, riprendiamo via del Corso e svoltiamo in Piazza San Lorenzo in Lucina. Il pezzo forte della piazza è senza ombra di dubbio l’omonima basilica, sorta nel IV secolo sulle macerie della residenza di una matrona romana di nome, appunto Lucina. Nel 440 fu consacrata come luogo di culto ufficiale da Papa Sisto III, fu successivamente ricostruita da Papa Pasquale II e completata nel 1130. Negli anni subì rifacimenti e abbellimenti che hanno dato vita alla basilica che ammiriamo oggi.  La facciata è caratterizzata da un ampio portico, decorato da sei colonne in granito, con capitelli e basi. Sopra è presente un’architrave data da una enorme colonna antica scanalata. Il campanile è romanico, a cinque ordini. Al centro della facciata, sotto al timpano triangolare, si ammira il rosone centrale, mentre, ai lati due finestre rettangolari di chiare fattezze barocche. 

E’ proprio di fronte alla Basilica che troviamo il Gatto di Botero (1999), L’animale è furbo, irriverente, scherzoso. Anche in questo caso il contrasto è fortissimo. L’austerità e la solennità di un edificio di stampo e matrice cristiana mal (o forse dovremmo dire ben) si intonano ad una figura così scanzonata e provocatoria. Lo spirito canzonatorio e giocoso del felino ci rendono meno pesante pensare che il nostro percorso si stia esaurendo. Riprendiamo il  cammino, leggermente a ritroso. Ripercorriamo infatti una parte di via del Corso e svoltiamo in via del Gambero fino a giungere alla nostra ultima tappa: Piazza San Silvestro. Nella Roma antica questo era lo spazio dedicato al Tempio del Dio del Sole, per volontà dell’imperatore Aureliano, che lo fece erigere nel 273. La piazza prende il nome dalla Chiesa di San Silvestro in Capite, fatta erigere nell’VIII secolo da papa Paolo I. 

Nel 1880 Emilio Gallori realizzò una scultura dedicata al poeta Metastasio, spostata successivamente, negli anni ‘20 del ‘900, in piazza della Chiesa Nuova. Nella stessa piazza possiamo ammirare il Palazzo dell’Acqua Pia Antica Marcia, di Michele Busiri Vici e il Palazzo Marignoli, fatto erigere per volontà di Filippo Marignoli nella seconda metà dell’800, su progetto dei due architetti Salvatore Bianchi e Giulio Podesti. Negli anni ‘40 e ‘50 del ‘900 l’intera area fu riqualificata grazie all’intervento dell’architetto Paolo Portoghesi

E’ in questo scenario che ammiriamo l’ultima delle nostre sculture: la Donna seduta (2009). La signora è seduta frontalmente ma il suo viso è girato da una parte. Lo sguardo è seducente e penetrante. Con una mano si cinge il seno, con l’altra si tocca i capelli, quasi come se volesse dirci “ Guardatemi, sono l’ultima, sono qui e sono la più bella”.

La nostra passeggiata è finita. Il “viaggio” di Botero a Roma, però, non finirà qui: dal 17 settembre, a Palazzo Bonaparte in piazza Venezia, si terrà una grande mostra dedicata all’artista colombiano che sarà visitabile fino al 19 gennaio 2025. Il progetto espositivo sarà a cura di Arthemisia e comprenderà sculture, dipinti, acquarelli e disegni realizzati da Botero durante il suo lungo percorso artistico. La vera sorpresa saranno le sue versioni di capolavori della storia dell’arte come il dittico di Montefeltro di Piero della Francesca, la Fornarina di Raffaello, i ritratti borghesi di van Eyck e di Rubens, e Las Meninas di Velazquez. 

Infine, una delle sale di Palazzo Bonaparte, ospiterà l’ultima fase di Botero, quella della sperimentazione. A partire dal 2019, infatti, si era cimentato in una nuova impresa: gli acquarelli su tela. Grazie a questa nuova tecnica ha dato vita a figure eteree, quasi diafane, che, pur seguendo lo stile che lo aveva sempre connaturato, assumono tratti più delicati, meno decisi e caratterizzati da una morbidezza ancora più incisiva.

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