Cattelan e Ballario servono “La fine allegra”: arte, caffè e ironia all’alba dell’Art Week milanese

Svegliarsi all’alba per assistere alla “fine del mondo” non è cosa che capita tutti i giorni. Farlo con un cornetto in mano, nel cuore di Milano, mentre Maurizio Cattelan e Nicolas Ballario ti offrono un sorriso e un caffè – beh, questo sì che è un modo elegante di dire addio. O buongiorno. Dipende dai punti di vista.

Il 2 aprile, alle 7 del mattino, Piazza del Duomo diventa palcoscenico di “La fine allegra”, la nuova performance firmata dalla coppia artistico-ironica Cattelan-Ballario. L’evento, incastonato nel calendario ufficiale della Milano Art Week, si presenta come la “prima manifestazione a colazione della storia di Milano”. E già qui il gioco è chiaro: ribaltare i riti, disinnescare la serietà, trasformare l’addio in accoglienza.

Il concept è semplice, come tutte le idee brillanti: iniziare la giornata dalla fine. Un’epigrafe recitata con leggerezza, tra slogan mortali e pasticcini artigianali. Un funerale del quotidiano, in salsa pop. “Caffè, sorrisi, slogan mortali, cornetti di pasticceria e addii”, recita l’invito. Che più che un programma sembra una poesia dadaista scritta su un tovagliolino del bar.

Cattelan, da sempre maestro nell’arte di far sorridere mentre ti fa riflettere (o viceversa), non è nuovo a queste incursioni mattutine. Già l’anno scorso, una colazione performativa durante Artissima aveva radunato un pubblico curioso e assonnato davanti al Pastis, insieme alla collezionista Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. A Milano però il gioco si fa più grande: non solo per la scenografia imponente di Piazza del Duomo, ma perché qui la città intera si muove come un set.

E infatti non sarà solo arte concettuale: l’evento è organizzato in collaborazione con il Museo del Novecento e il magazine Living del Corriere della Sera, a sottolineare che, anche quando si scherza, si fa sul serio. Lo scorso anno, a Milano, erano presenti circa 150 persone in carne, ossa e sonno negli occhi, mentre migliaia seguivano la diretta Instagram. Quest’anno, le aspettative sono alte, così come le sveglie.

C’è qualcosa di profondamente milanese in questa idea: l’incontro tra il gesto teatrale e l’estetica dell’efficienza. La manifestazione a colazione è il compromesso perfetto per chi non vuole scegliere tra l’arte e l’agenda. E poi diciamolo: quale altro artista riuscirebbe a trasformare un momento di malinconia esistenziale in un’occasione per fare networking con un cappuccino?

Ballario, critico d’arte e voce radiofonica, aggiunge il tocco narrativo al progetto. È lui il cantastorie dietro la cornice, la voce che accompagna le immagini. Insieme, lui e Cattelan, sono come due amici troppo svegli (in tutti i sensi), che decidono di invitarti a una festa assurda alle sette del mattino, e tu non puoi far altro che andarci, anche solo per vedere cosa succede.

“La fine allegra” è gratuita, aperta a tutti, e accessibile tramite registrazione su DICE. L’evento è un inno all’imprevedibile, un promemoria che anche l’arte può svegliarti meglio di una sveglia.

Certo, non è detto che tutti capiranno il senso. Ma forse è proprio questo il punto: non cercare un senso, ma viverlo. E se proprio ci dev’essere una fine – che sia dolce, ironica, condivisa. Magari con la crema pasticcera.

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