Chagall. Il colore dei sogni a Mestre

Marc Chagall era noto non solo per la sua straordinaria arte, ma anche per il suo spirito giocoso e la sua personalità affabile: mi è venuto in mente un aneddoto simpatico che coinvolge l’artista e riguarda la sua visita al Museo del Louvre a Parigi.

Si racconta che una volta Chagall stesse visitando il Louvre, noto per ospitare alcune delle opere d’arte più famose al mondo e, mentre si trovava davanti alla Gioconda di Leonardo, Chagall si avvicinò alla pittura e cominciò a parlare con il ritratto, come se fosse una persona reale. Disse qualcosa del tipo: “Mona Lisa, come stai oggi? Sembri un po’ misteriosa come sempre!”.

Chiaramente non si sa se è davvero avvenuto questo incontro tra i due, ma questo comportamento giocoso e l’interazione con l’arte dimostrano il suo approccio unico alla pittura e la sua capacità di trovare la bellezza e il fascino nelle opere, anche nei contesti più formali come un museo di fama mondiale.

Chagall era noto per la sua spontaneità e il suo senso dell’umorismo, e questo lo si evince anche nella sua grande produzione, con quella pittura così piena di colori e figure non-figure.

A Mestre negli spazi espositivi del Centro Culturale Candiani, dal 30 di settembre 2023 al 13 febbraio 2024 è aperta al pubblico la grande mostra Chagall. Il colore dei sogni, un progetto espositivo di Fondazione Musei Civici di Venezia a cura di Elisabetta Barisoni.

1MARC CHAGALL<br>Rabbino n 2 o Rabbino di Vitebsk | Rabbi No 2 or Rabbi of Vitebsk<br>1914 22<br>olio su tela | oil on canvas cm 104 x 84<br>inv 849 acquisto | purchase Biennale 1928<br>© Chagall ® by SIAE 2023

Questa (bella) mostra è composta da grandi, medie e piccole opere: l’esposizione unisce capolavori della collezione di Ca’ Pesaro in dialogo con altri pezzi del maestro russo in prestito da prestigiosi Musei internazionali: dall’Albertina Museum di Vienna, dal Musée National Marc Chagall di Nizza, dal Szépművészeti Múzeum di Budapest e dall’Israel Museum di Gerusalemme. L’opera di Chagall diventa un filo rosso che unisce le ricerche di artisti a lui vicini per idee e poetica, o che al pittore si sono ispirati per sviluppare il proprio linguaggio. Spaziamo da grandi mazzi di fiori a vedute paesaggistiche con case, ma il punto di partenza (ideale) è il capolavoro di proprietà di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, acquisito dal Comune di Venezia alla Biennale del 1928, ovvero  Rabbino n. 2 o Rabbino di Vitebsk (1914-1922), per la prima volta messo a confronto e in dialogo con l’opera Vitebsk, scena di villaggio (1935-37) della collezione Batliner dell’Albertina Museum di Vienna. Eccezionalmente in mostra, restaurati per l’occasione e finalmente visibili al pubblico, opere del francese Georges Rouault, del belga Frank Brangwyn, del finlandese Veikko Aaltona e dell’ungherese István Csók, ulteriore testimonianza della vivacità e cura delle raccolte che il Comune di Venezia ha creato per la Galleria d’Arte Moderna acquistando, fin dalle prime Biennali, opere di importanti autori internazionali.

Installation view

Molti dei lavori di Chagall rappresentano scene di vita quotidiana, spesso ambientate in un ambiente rurale o in un mondo fantastico, la sua capacità di combinare elementi della sua cultura di origine, come la cultura ebraica russa, con l’influenza delle correnti artistiche moderne del suo tempo, ed in questa mostra così particolare al Centro Culturale Candiani tutto questo è ben rappresentato. Le opere del maestro russo continuano a essere apprezzate per la loro originalità e la loro capacità di sfidare le convenzioni artistiche tradizionali; un sofisticato e poetico percorso che ci invade di colori e immagini varie per raccontare tutta la poetica e la capacità di questo artista unico, protagonista insieme a tanti altri di quella rivoluzione pittorica che l’arte moderna e contemporanea custodiscono e conoscono molto bene. Se siete già a Venezia in questi mesi un passaggio a Mestre è doveroso per questa mostra davvero interessante e ben costruita.

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