“Channatip Chanvipava alla ricerca di una “Verità Universale” nella nuova mostra “Wizards of Omaha”

Il modo con cui Channatip Chanvipava interpreta il proprio mestiere di artista è di una profondità personale estrema. “Le mie pitture nascono dall’accettazione del mio passato, come un modo per riconciliarsi con la mia verità,” ammette lo stesso artista. Nelle sue stesse parole, i suoi soggetti sono “esplicitamente autobiografici e profondamente auto-referenziali”; la sua pratica esplora temi ampi attraverso la lente di esperienze e riflessioni specifiche.

Il 3 ottobre 2023, alla Galleria Ronchini di Londra, lo spettatore può immergersi nell’ultima mostra personale di Chanvipava, “Wizards of Omaha”. Curata da Marisa Bellani, l’esibizione segue la scia di una serie di mostre pessoali molto introspettive, tra cui “2 chairs 1 life” a Roman Road a Londra, “Spirit Unraveled” a Monti8 a Latina, Italia, e “The Sound of Many Waters” a Dimora Ai Santi durante la Biennale di Venezia 2024.

Nato a Bangkok in seno a una famiglia interreligiosa conservatrice, Chanvipava si trasferisce a Londra per frequentare la London School of Economics, completando il suo diploma nel 2016. Dopo un periodo alla Royal College of Art di Londra, decide di liberarsi dal sistema accademico per dedicarsi all’arte come artista autodidatta.

Le reminiscenze di queste esperienze – e i paradossi che comportano – sono imprescindibili per le opere del ciclo “Wizards of Omaha”; di fatto, i dipinti di Chanvipava sono esclusivamente realizzati a memoria. Ma mentre la fallibilità della memoria è al massimo un ostacolo frustrante per molti artisti, per Chanvipava è il fulcro del suo approccio.

Secondo l’artista, l’idea per ogni dipinto nasce come una serie di istantanee mentali del suo passato. Attraverso un processo di contemplazione e meditazione, questi dettagliati ricordi vengono ampiamente sfocati e distorti, trasformandosi da momenti seminali in scene luminose laminate con significato personale. Chanvipava crea un collage astratto immaginario utilizzando immagini mentali e poi incide queste vignette ricordate su tela, senza alcun disegno o schizzo preliminare.

Questo connubio di intensa preparazione mentale e tecnica improvvisatoriale è una matrice attraverso la quale l’artista organizza e allinea le sue esperienze, raccogliendo le identità passate in una “verità universale con coraggio, speranza e pazienza”.

Le vivaci tonalità e le forme organiche che popolano i dipinti di Chanvipava sembrano evocare questo senso di ottimismo idealistico e mettono in luce la sua tensione contro l’ignoto. Prendiamo, ad esempio, “Wizards of Omaha” (2024), l’imponente dipinto che dà il titolo alla mostra: l’opera raffigura una coppia di figure in atteggiamento di sicura distensione, evocando “un sodalizio cementato dalla saggezza e dalla fortuna,” osserva l’artista. Tuttavia, i contorni amorfi delle figure suggeriscono che la natura della relazione potrebbe essere più oscura.

La frammentazione della memoria si realizza attraverso la contrapposizione del realismo e dell’astrazione. Alla destra estrema del quadro è visibile un insieme di tazze e una bottiglia di vetro, resi con delicato dettaglio. Contemporaneamente, ampia pennellate di blu, arancione e giallo attraversano la composizione, conferendo senso di movimento alla scena; un freddo campo verde a quadretti regola la scena nebulosa nella regolarità geometrica.

Verdi e blu riaffiorano in altre opere, instillando un senso di continuità nel palazzo della memoria enigmatico di Chanvipava. Il dipinto “If All You Have Is a Hammer, the World Is Your Nail” (2024) è di scala simile a “Wizards of Omaha” e impiega una tonalità simile di colori freddi puntellati da esplosioni di arancione e malva.

Alcune delle opere di dimensioni più piccole nella mostra abbandonano completamente le figure riconoscibili, permettendo al colore di fungere da principale veicolo di espressione. Il ciclo si conclude come un importante traguardo personale per Chanvipava oltre che professionale, regalando un’enoteca di ricordi come un vino ben invecchiato.

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