“Chi è devoto a San Gennaro?”, l’evento che modifica la tradizione con la Digital Art e lo Storytelling

Esistono fattori immateriali, spesso religiosi, che hanno la capacità di mettere a nudo l’umanità, simboli così forti che nel corso dei secoli hanno unito differenze, allineato le coscienze più disparate, credenti e non credenti, in un istintivo bisogno di protezione.

San Gennaro “Faccia Gialla” a Napoli rappresenta uno di questi fattori. Al di là delle differenze sociali, ci si rivolge a lui per trovare rifugio in momenti di difficoltà e di debolezza.

In questo rapporto tra fisico e spirituale tra Napoli e il suo Patrono, prende vita un progetto di rinnovamento, o di innovazione, negli spazi del Museo del Tesoro di San Gennaro.

All’interno della Sala della Mitra, da mercoledì 19 giugno 2024, una video-installazione racconta le tensioni popolari che animano questa adorazione collettiva.

Ideato da Ilaria D’Uva, CEO della D’Uva srl di Firenze, azienda che gestisce il museo e da Francesca Ummarino, direttrice del museo, il progetto tecnico di “Chi è devoto a San Gennaro?” è stato affidato a Stefano Gargiulo, regista e produttore artistico di Kaos Produzioni.

Va evidenziato il carattere definitivo di questa trasformazione, con la video-installazione permanente, concepita per essere proiettata sulle quattro pareti della stanza, nell’intento di completare il percorso museale in chiave contemporanea, tramite l’utilizzo della tecnologia. 

Le proiezioni si integrano bene nell’atmosfera scura dell’ambiente, come apparizioni in cui lo storytelling racconta il mistero del culto e le svariate espressioni popolari legate ad esso. Simboli, volti, gesti e preghiere che rivelano, tramite il rapporto tra popolo e religione, il comportamento umano spesso visionario, come posseduto da uno slancio di estasi collettiva.

Su una delle pareti due cornici, come edicole votive, contengono i ritratti animati dei devoti mentre “pregano” San Gennaro, dialogano chi più, chi meno animatamente.

Mentre, sulla parete di fronte, sequenze di frammenti che rappresentano l’iconografia del Santo, la pietra insanguinata della decollazione, l’ampolla del sangue in cui si muovono le immagini della processione di maggio dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara.

Si percepisce il Pop, sarà pure dissacrante, ma non importa perché l’idea è riuscita, del resto il rapporto viscerale con il Santo della contemporanea società napoletana, è irrimediabilmente Pop.

I toni delle luci, la costruzione delle cornici nelle grafiche dei video, i soggetti e le loro azioni rinchiuse in questi spazi ristretti, hanno un effetto ipnotico e nella scelta stilistica ricordano a tratti i Tableau Vivant, cosa che li rende molto interessanti, perché si ha come l’impressione che sulla parete ci siano dei quadri del Seicento.

Sulle altre due pareti, proiezioni oniriche accompagnano da un lato il motto a San Gennaro scritto da Friedrich Nietzche, in cui il filosofo invoca il Santo affinché celebri i suoi miracoli e, dall’altro supportano la voce di Marcello Colasurdo, cantautore e strumentista del Gruppo Operaio E’ Zezi, venuto a mancare nel 2023, omaggiato dal regista Stefano Gargiulo, mentre recita le sue parole per San Gennaro, e che danno il nome all’evento.

Da apprezzare il lavoro che l’azienda D’Uva srl sta facendo dal punto di vista della comunicazione con l’inserimento all’interno del museo di elementi per la lettura tattile, come le descrizioni in Braille e la Mitra del santo ricostruita per essere esplorata con le mani.

Così come la presenza attiva dei ragazzi con disabilità intellettiva della Onlus La Scintilla, organizzazione operativa all’interno delle istituzioni museali, per stimolare l’inserimento sociale e culturale di chi ha bisogno di aiuto.

Nel caso specifico i ragazzi dell’organizzazione hanno preso parte alla costruzione della catena di immagini proiettate ed accompagnano gli avventori nella visita degli spazi del museo.

Il Museo del Tesoro di San Gennaro, custodito dalla Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, è definitivamente entrato a far parte dell’ultra-contemporaneo, tracciando una via che modifica la tradizione innovandola.

Per celebrare il nuovo aspetto del museo, sono previste due aperture straordinarie, venerdì 21 e sabato 22 dalle ore 18 alle ore 22 (ultimo ingresso alle 21).

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