Poco più di venti giorni fa Christie’s ha annunciato quella che, con ogni probabilità, sarà l’asta più preziosa e artisticamente di rilievo di questa prima parte di 2025 (forse dell’intera annata), la Leonard & Louise Riggio: Collected Works. La vendita serale, che si terrà a New York durante la 20th and 21st Century Art auction series a Maggio, vedrà come protagonisti poco più di 30 dei capolavori provenienti da una delle collezioni più importanti ed influenti al mondo, la collezione dei coniugi Riggio.
Originario di New York, Leonard Riggio, morto nell’agosto del 2024, ha fondato la catena di librerie Barnes & Noble ed è stato un importante mecenate della Dia Art Foundation. Nel 2003, grazie a enormi donazioni, ha contribuito allo sviluppo e all’apertura del museo Dia:Beacon, nella parte settentrionale dello stato di New York. Negli ultimi tre decenni, Leonard “Len” Riggio e sua moglie Louise hanno accumulato un’impressionante collezione, principalmente artisti post-war e contemporary.
Gran parte delle opere sono esposte nella loro casa a Bridgehampton, New York. In particolare, hanno installato, sul prato antistante l’abitazione, l’enorme e pesantissima (oltre 300 tonnellate) scultura in corten di Richard Serra, Sidewinder (1999), visibile persino dallo spazio. Oltre a Sidewinder, ci sono la scultura in bronzo di Willem de Kooning Seated Woman (1969-81) e Caramba (1984-90) di Mark di Suvero.
Nel 2019, in un articolo pubblicato sul New York Times, i coinugi posavano accanto a una scultura in pietra del 1986 di Isamu Noguchi. Oltre al Serra venivano mostrate Black Standing Nana (1993-94) di Niki de Saint Phalle, The Boxing Ones (1989) di Barry Flanagan e Large Grey Sphere (2011-15) di Walter De Maria.

La loro formidabile collezione include anche opere apicali di Roy Lichtenstein, Ed Ruscha, Piet Mondrian, Balthus, oltre a una vasta gamma di opere dell’Arte Povera e di altri movimenti internazionali. Riggio amava il minimalismo, l’arte concettuale e l’arte povera. Le fotografie del suo ufficio e delle sue case mostrano “pile” di Donald Judd e dipinti di Joan Mitchell e Julie Mehretu.
Il loro viaggio collezionistico è iniziato sul serio negli anni ’90, quando Len ha visto Torqued Ellipses di Richard Serra proprio al Dia Chelsea, un’esperienza che in parte ha ispirato la sua dedizione alla gestione del Dia:Beacon. Da quel momento in poi, la coppia si è immersa nell’apprendimento dell’arte. Len era attratto dagli oggetti contemporanei, mentre le preferenze di Louise sono più storiche. Dal 2016, dopo aver annunciato il suo ritiro dal consiglio di amministrazione di Barnes & Noble, Riggio ha dedicato gran parte del suo tempo e delle sue energie all’arte pubblica, con l’idea di mettere insieme una collezione che possa essere ospitata in un unico edificio o donata a musei e istituzioni. Il suo sogno era realizzare l’equivalente della Cappella Rothko o del Museo Noguchi.
Riggio era un esperto investitore d’arte. Presenza abituale alle aste di grido, corteggiato da tutte le mega-gallerie e case d’asta, veniva spesso accompagnato dal mercante Stavros Merjos, che aveva il potere di far offerte a suo conto.
Nel febbraio 2015, il “magnate dei libri” ha venduto Untitled (New York City), un dipinto su “lavagna” di Cy Twombly del 1970, per 17,5 milioni di sterline (26,7 milioni di dollari all’epoca), opera era stato acquistato durante un’asta di Sotheby’s solamente tre anni prima per 17,4 milioni di dollari.

Per la nuova asta di Christie’s, circa 30 pezzi di Louise provengono esclusivamente dall’appartamento di Park Avenue. Il lotto include una delle versioni de L’empire des lumières (1949) di Magritte, che Riggio ha acquistato per 34,9 milioni di dollari da Christie’s nel 2023 (lo scorso novembre, a New York, la stessa casa d’aste ha venduto una versione più grande del famoso dipinto del surrealista belga per 121 milioni di dollari).
Un’opera di Mondrian appesa per anni nell’atrio del lussuoso appartamento dovrebbe essere il top lot della serata, con una stima elevata di oltre 51 milioni di dollari. Era il 2022 quando un dipinto simile dell’artista, intitolato Composition No. II, è stato venduto da Sotheby’s al prezzo record appunto di 51 milioni di dollari.
Non poteva mancare un Picasso: il ritratto di Lee Miller, Femme à la coiffe d’Arlésienne sur fond vert (1937), in cui l’artista cattura magistralmente la personalità della modella attraverso un linguaggio pittorico unico. Anche The Last Supper (1986) di Andy Warhol farà parte della vendita, opera che rappresenta una delle riflessioni più mature dell’artista sulla storia dell’arte e sulla sua carriera.

Significativa è anche Jeune fille en vert et rouge (Le chandelier) (1944-45) di Balthus, un richiamo diretto all’arte del Rinascimento che tanto ispirò l’artista. Immancabile inoltre la presenza di Mark Rothko, con un significativo Untitled (1968) dai profondi risvolti esistenziali, e la scultura Femme de Venise I (1956-58) di Alberto Giacometti.
Opere straordinarie di Arshile Gorky, sculture rivoluzionarie di Barbara Hepworth, e lavori di contemporanei come Kerry James Marshall e Glenn Ligon completano il panorama, confermando la ricchezza e l’unicità dei dialoghi presenti nella collezione Riggio.
La vendita Riggio sarà un test fondamentale per valutare la salute del mercato dell’arte dopo diversi anni di risultati d’asta deludenti, non aiutati dal conflitto globale, dagli incendi che hanno messo in ginocchio Los Angeles, dalla campagna presidenziale statunitense dell’anno scorso e ora, a quanto pare, dal piano del neo-presidente Donald Trump di imporre dazi diffusi.
L’incertezza e l’ansia sono semplicemente troppo forti perché i ricchi, o per meglio dire high-net-worth individual (HNWI), si concentrino sull’arte. La maggior parte di coloro che non devono vendere non vendono. Le case d’asta stanno faticando moltissimo per riempire le loro vendite.

All’asta tanto pubblicizzata di Sotheby’s in Arabia Saudita l’8 febbraio, circa il 33 percento dei lotti non è stato venduto. Tra le vittime ci sono opere di Damien Hirtst, KAWS e Fernando Botero, oltre a un sacco di borse, gioielli e orologi Hermès.
A Singapore il mese scorso, un grande dipinto di Mark Bradford è tornato sul mercato dopo la sua vendita da parte del Long Museum del 2024. E’ andato invenduto. Una vaga voce che circola nel settore in questo momento menziona la galleria Pace e Sotheby’s nella stessa frase. Sembra che sia iniziata circa tre settimane fa, quando il CEO della galleria, Marc Glimcher, ha collaborato con Sotheby’s per un pitch per la tranche Riggio. Il piano era che Pace aiutasse a finanziare una garanzia per le opere, se la casa si fosse aggiudicata l’affare.
Una partnership galleria-asta di questo tipo sarebbe insolita, ma ricorda la collaborazione del 2020 tra Acquavella, Gagosian e proprio Pace per vendere opere della Donald B. Marron Family Collection. In quel caso le gallerie hanno avuto la meglio.
Sotheby’s e Pace si sono rifiutate di commentare.