Dal 28 al 30 gennaio 2025, Pitti Filati, il salone fiorentino dedicato al mondo del tessile, ospiterà CHROMA, la mostra personale di Florencia Martinez nello stand di Iafil. “Con questa mostra – afferma Iafil – vogliamo valorizzare la fiber art e la sua forza espressiva, celebrando la creatività e l’importanza delle tecniche tessili.”
L’artista italo-argentina presenta una selezione di opere che trasformano il tessuto in scultura tridimensionale, esplorando il senso di appartenenza all’“altrove” e raccontando storie personali e collettive. Il termine CHROMA racchiude molteplici significati: dalla purezza e intensità del colore nell’arte visiva alla brevità della nota musicale, fino a riflessioni sulla condizione umana, il frammento che racchiude l’essenza dell’intero.
Il croma diventa simbolo della vita stessa, fatta di sfumature, tensioni e transizioni. Ogni opera di Martinez esprime questa ricerca, intrecciando passato e presente, memoria e cambiamento, in un dialogo continuo tra visibile e invisibile, tra forma e tempo. Ho visitato lo studio dell’artista, a Milano, per vedere da vicino le opere prima che partissero per Firenze ed ecco le mie impressioni.
Tra le opere che andranno in mostra, una delle più potenti è senza dubbio la Serie abbracci n. 1. Questo gesto universale e primordiale, che Martinez esplora con grande intensità, diventa simbolo di resistenza. In un mondo sempre più distanziato e tecnologico, il contatto fisico è spesso negato o dimenticato. “Abbracciare è una delle forme di resilienza che nasce prima della parola,” spiega l’artista. “È il primo gesto che l’uomo, quando non sapeva il nome delle cose, adoperava per sostenere e contenere pianto, paura e gioia.”
Home è un altro lavoro che mi ha colpito profondamente. Rappresenta il luogo fisico ed emotivo che chiamiamo casa, ma va oltre la sua dimensione materiale. La riflessione di Martinez sull’appartenenza e sul significato di un rifugio, sia reale che interiore, si concretizza attraverso le cuciture visibili nei tessuti, che evocano legami invisibili che uniscono i frammenti della nostra esistenza.
Un’altra opera che merita attenzione è Cosa sia la materia oscura, ispirata al misterioso concetto scientifico. Questa opera esplora l’invisibile che tiene insieme il visibile, rappresentando le emozioni nascoste, i ricordi dimenticati e i desideri inespressi che danno struttura alla nostra vita. Le superfici che si aprono in crepe e fessure invitano lo spettatore a scoprire le profondità sconosciute e a confrontarsi con l’essenza più nascosta dell’umanità.
Codec o il principio di ridondanza, infine, riflette sul potere della comunicazione e della connessione. Il codec, simbolo della codifica e decodifica, diventa il linguaggio universale del tessuto, mentre il principio di ridondanza suggerisce l’importanza di ripetere gesti e simboli per preservare legami e ricordi. Come il tessuto si rafforza nei suoi intrecci, così l’umanità trova forza nella capacità di comunicare e creare connessioni durature.
Uno dei lavori che più amo di Martinez è Oranti il suo omaggio alla Pietà Rondanini di Michelangelo. Secondo me un’opera chiave per comprendere la poetica di Martinez, che affronta temi universali come la sofferenza e l’amore. Scriveva Leopardi: “Pietà fra gli uomini il misero non trova.” Queste parole riecheggiano nella scultura di Martinez, che si concentra sul rapporto tra madre e figlio. La sua reinterpretazione della Pietà presenta Cristo morto, schiacciato contro il corpo della Vergine, in un abbraccio che li fonde quasi in un tutt’uno. Maria, figura solida, lotta per non lasciare cadere il figlio, diventando una metafora della forza materna. Ai piedi della Vergine dei pianeti, sfere per contenere il dolore, ancore di salvezza.
“Uso soprattutto tessuto di riciclo – afferma Florencia Martinez – perché con gli scarti di produzione o con il second hand voglio dimostrare che il tessuto è una materia viva. Porta con sé il suo intreccio, il suo colore, la sua trama, raccoglie la polvere del tempo. Io non faccio altro che interpretare quello che dice; lavoro anche con la cucitura, che è sempre ben visibile come una cicatrice, che non rappresenta solo la bellezza, ma anche la fatica di un percorso.”
Il tessuto, quindi, diventa scultura, con superfici rigonfie e cuciture che tracciano percorsi, storie di dolore e rinascita. Ogni realizzazione di Martinez è un invito a riflettere sulla vita, sull’amore e sulle sfide quotidiane.
Nata a Buenos Aires e residente a Milano dal 1990, Florencia Martinez esplora tematiche legate alla memoria storica, alle dinamiche familiari, al ruolo della donna e al cambiamento sociale. Con CHROMA, Martinez non si allontana dal suo percorso e trasforma il tessuto in un potente strumento di riflessione sulla vita, sull’amore e sulla resistenza contro le difficoltà.