Ciabatte danzanti e sciacalli animati: Meriem Bennani alla Fondazione Prada

La Fondazione Prada di Milano ospita dal 31 ottobre 2024 al 24 febbraio 2025 la nuova mostra di Meriem Bennani, artista marocchina di spicco nella scena contemporanea. “For My Best Family”, realizzato in collaborazione con lo Studio Heilmann di New York, rappresenta uno dei progetti espositivi più ambiziosi dell’artista, spingendosi oltre i confini tra installazione, cinema e performance in un mix di generi che racconta l‘identità contemporanea e il potere del digitale. Il progetto si articola nei due livelli del Podium della Fondazione Prada, dando vita a un ambiente immersivo e multisensoriale che esplora il potenziale narrativo dell’arte digitale, mescolando il realismo magico e l’umorismo.

L’opera principale, Sole crushing, è un’installazione meccanica composta da centinaia di infradito animate in una coreografia di movimento e suono che Bennani definisce un “balletto-sinfonia-rivolta”. In collaborazione con il produttore musicale Cheb Runner, la composizione sonora enfatizza i colpi ritmici delle ciabatte, trasformando l’ambiente in uno scenario dove l’oggetto quotidiano si carica di un significato nuovo e poliedrico. I sandali, disposti in gruppi, assumono posizioni diverse, come orchestre o sculture a spirale, con un’isola centrale che funge da epicentro dell’installazione. Ogni infradito è collegata a un sistema pneumatico che la rende mobile e reattiva, richiamando lo spirito collettivo e di protesta tipico delle performance di Daqqa Marrakchia in Marocco e degli stadi moderni, simili architetture per l’intrattenimento di massa.

Questo spazio, inteso come una moderna evocazione del Duende, cattura l’essenza intangibile e viscerale delle emozioni collettive. In una conferenza del 1929, il poeta Federico García Lorca descriveva il Duende come una “forza misteriosa” capace di infondere una vitalità che nessun filosofo poteva spiegare. Qui, Bennani incarna il concetto creando un ambiente che evoca simultaneamente caos e ordine, ispirazione e lotta, catarsi collettiva e disorientamento. Quest’opera crea uno spazio dove la materia prende vita e invita a una riflessione su questioni politiche e sociali che sfiorano l’inconscio collettivo.

Al primo piano del Podium, Bennani e il co-regista Orian Barki presentano For Aicha, un film d’arte immersivo che esplora l’identità e la famiglia attraverso la figura di Bouchra, una regista marocchina di 35 anni, in un racconto che spazia tra il realismo e la finzione. Ambientato tra New York e Casablanca, il film segue la protagonista – rappresentata come uno sciacallo antropomorfo – mentre esplora l’impatto della propria sessualità sulla madre Aicha, anch’essa sciacallo, interpretata come un cardiologo che vive a Casablanca. In un gioco di rimandi tra la realtà e il mondo animale, Bennani sviluppa la narrazione con uno stile che mescola documentario e animazione 3D, creando un universo dove l’intimità e l’umorismo svelano le sfumature del rapporto madre-figlia.

Questo film è un omaggio alla complessità dei legami affettivi e del peso delle aspettative sociali, che qui Bennani esplora utilizzando animali antropomorfi per trattare temi complessi e, a volte, controversi. Questa scelta, caratteristica della sua pratica, conferisce all’opera un tono accessibile ma denso di significato, mentre l’animazione diventa un mezzo per smantellare le convenzioni sociali, rivelando emozioni profonde e conflitti interiori.

La mostra riflette anche su una tematica cara a Bennani: l’evoluzione del cinema d’animazione. La divisione della mostra tra installazione e proiezione rimanda alle due fasi del cinema d’animazione: il primo periodo, caotico e sperimentale, in cui gli oggetti inanimati assumevano vita propria, e un secondo periodo più narrativo, dove l’animazione divenne mezzo espressivo per creare personaggi realistici in cui il pubblico poteva identificarsi. For Aicha si colloca nella seconda fase, dove l’animazione si avvale di una narrazione profonda che affronta questioni identitarie, sociali e culturali.

In For My Best Family, Bennani recupera questi elementi per esplorare, attraverso un contesto ludico e coinvolgente, come le rappresentazioni visive possano generare nuovi significati. Il film, con la sua commistione tra autobiografia e surrealismo, intreccia realtà e fantasia per investigare come identità e intimità si trasformino nella nostra era digitale.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione illustrata, curata graficamente da Tiffany Malakooti per Fondazione Prada. Include un’introduzione di Miuccia Prada, una conversazione con Bennani e Barki, e saggi di autori come Daniel Arnold, Maïa Tellit Hawad, e Abdellah Taïa, che offrono prospettive multidisciplinari sulle tematiche trattate.

Con “For My Best Family”, Meriem Bennani esplora in modo inedito le identità frammentate e il potere dell’immaginazione, fondendo elementi di vita reale e finzione per riflettere sull’importanza delle relazioni e sulle questioni legate al genere, alla cultura e alla tecnologia.

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