Cosa direbbero Kant, Hegel e Voltaire della Intelligenza Artificiale

L’Illuminismo fu un movimento culturale e filosofico del XVIII secolo che cercò di emancipare l’uomo dall’ignoranza e dal dogmatismo attraverso la fiducia nella ragione, nella scienza e nel progresso. Possiamo chiederci se questa nuova “ragione” algoritmica possa adempiere al medesimo ruolo emancipatorio, risolvendo alcuni dei problemi che l’Illuminismo voleva affrontare. Sappiamo che non possiamo chiamare “ragione” corrente elettrica che corre lungo del silicio (sebbene chiamiamo ragione molecole che corrono lungo filamenti biologici), quindi lungi in questo articolo di ripescare la questione materialista, già ampiamente discussa nelle puntate precedenti, qui ci chiediamo: quali sono i parallelismi sociologici e filosofici tra la ricerca di autonomia e conoscenza durante l’Illuminismo e le potenzialità dell’IA per la nostra società contemporanea? Come potrebbero reagire pensatori come Kant, Hegel e Voltaire di fronte a questa inedita forma di “razionalità” automatizzata?

I problemi che l’Illuminismo voleva risolvere

Uno degli obiettivi principali dell’Illuminismo era liberare l’uomo dall’oscurantismo e dalla superstizione religiosa o tradizionale. I filosofi illuministi si impegnarono a promuovere un uso critico e autonomo della ragione: l’uomo, educato e libero, avrebbe dovuto verificare i principi a cui aderiva, anziché accettarli passivamente. Potremmo riassumerlo in “Emancipazione dal dogma e dalle superstizioni“.

Per gli illuministi, la diffusione della conoscenza era la strada maestra per migliorare la condizione umana. L’Enciclopedia di Diderot e d’Alembert ne è un esempio lampante: un’opera che ambiva a raccogliere e ordinare tutto il sapere umano, rendendolo accessibile a un vasto pubblico. Chiamiamo questo obiettivo “Educazione e conoscenza universale”.

Kant, in particolare, vedeva nell’Illuminismo l’uscita dell’uomo dallo “stato di minorità” in cui egli stesso si era confinato. La capacità di pensare in maniera autonoma — e di agire coerentemente con i principi della ragione — costituiva per lui la vera libertà, sia individuale sia collettiva. Quindi potremmo parlare di “Autonomia morale e libertà individuale”.

Gli illuministi coltivavano l’ideale di una società più giusta, basata sull’uguaglianza di fronte alla legge, sulla tolleranza religiosa e sulla limitazione dell’autorità. Da Voltaire a Montesquieu, passando per Locke e Rousseau, il rinnovamento delle istituzioni e il riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo erano considerati pilastri indispensabili di un nuovo ordine sociale. In due parole “Progresso sociale e politico”. Giriamo intorno alla speculazione: L’Intelligenza Artificiale come “nuova Ragione”.

Automazione della conoscenza

Se l’Illuminismo voleva diffondere il sapere attraverso l’Enciclopedia, l’IA può essere vista come un “meta-enciclopedia”: uno strumento in grado di analizzare vastissime quantità di dati e di generare contenuti o estrapolare schemi invisibili all’osservazione comune. Ciò rende teoricamente più semplice l’accesso all’informazione e la costruzione di una conoscenza condivisa e globale. Perché “meta”? Perché mentre l’Enciclopedia risponde a ciò che puntualmente sto cercando, l‘AI mi aiuta a capire cosa devo cercare per arrivare al mio scopo.

Lotta alla disinformazione

Uno dei problemi che gli illuministi non potevano immaginare, ma che si riallaccia alla loro battaglia contro la superstizione, è la dilagante disinformazione online. L’IA potrebbe potenzialmente rilevare notizie false, manipolazioni o bias cognitivi, promuovendo un “filtro” razionale sulle informazioni. Se ben addestrata, essa potrebbe assolvere in parte il compito di “guardiano” della veridicità, fornendo strumenti di fact-checking automatico. Ne parleremo in successivi appuntamenti. Certo può anche dare informazioni errate, ma in un mare di Big Data, manipolare l’informazione sarà sempre più complesso.

Promozione dell’autonomia e uguaglianza

Sul piano sociologico, l’IA potrebbe contribuire alla riduzione di molte diseguaglianze, ad esempio automatizzando servizi di base, velocizzando la ricerca medica o migliorando i processi decisionali in ambito pubblico. Esiste certo il rischio che l’IA venga usata come strumento di controllo e sorveglianza di massa, minacciando proprio quei valori di libertà e autonomia che erano centrali per l’Illuminismo, tuttavia tale rischio non è propriamente derivante dall’AI, ma piuttosto dalla automazione delle nostre relazione sociali (i social appunto).

Un nuovo progresso sociale

La speranza — almeno per alcuni — è che l’IA possa migliorare la governance e la pianificazione economica e ambientale, riducendo sprechi, ottimizzando risorse e promuovendo una società più sostenibile. In questo senso, la “ragione artificiale” potrebbe dare un contributo al progresso sociale, nella linea di quell’ottimismo che caratterizzava molti filosofi illuministi. Ma, come in ogni trasformazione epocale, i pericoli e gli abusi non mancano.

Cosa direbbero Kant, Hegel e Voltaire?

Immanuel Kant
Il filosofo di Königsberg, nel suo famoso saggio Risposta alla domanda: Che cos’è l’Illuminismo? (1784), esortava l’umanità a “uscire dallo stato di minorità” facendo uso pubblico della ragione. Kant vedrebbe nell’IA un potenziale alleato per l’approfondimento razionale, a patto però che non sostituisca la libertà di pensiero individuale. L’idea di “eteronomia” — in cui l’essere umano delega la propria scelta morale a un’autorità esterna — si ripropone nella forma di un algoritmo. Kant ne sarebbe preoccupato: “Non basta che l’IA elabori soluzioni, occorre che ciascuno di noi, come essere razionale, esamini e approvi tali soluzioni con il proprio giudizio morale”.

Georg Wilhelm Friedrich Hegel
Nella Fenomenologia dello Spirito, Hegel descrive la “coscienza infelice” e la successiva dialettica che porta all’autocoscienza, alla Ragione, allo Spirito. Il processo storico, nella sua visione, procede per contraddizioni e sintesi progressive. Con l’IA, Hegel vedrebbe una nuova tappa dello Spirito del mondo (Weltgeist): la razionalità non è più solo nella mente del singolo, ma si oggettiva in sistemi informatici globali. Tuttavia, Hegel sottolineerebbe che la vera libertà si realizza attraverso la conciliazione tra individuo e comunità; se l’IA diventa un semplice strumento di potere, la contraddizione scatenerebbe un conflitto storico. Ma se riuscissimo a integrare l’IA in un ordinamento etico, potremmo assistere a un ulteriore passo in avanti dell’umanità nella realizzazione della Ragione nel mondo.

Voltaire
Voltaire, con il suo spirito polemico e la sua ironia, si scagliò contro il fanatismo, l’intolleranza e la superstizione. Probabilmente vedrebbe con favore un’IA che aiuti a combattere le fake news e le credenze infondate, sostenendo l’educazione universale e la libertà di espressione. Nello stesso tempo, non mancherebbe di punzecchiare il pericolo di una “nuova inquisizione digitale”: chi controlla l’IA potrebbe imporre una verità di parte, esattamente come un tempo l’autorità ecclesiastica. Nei suoi pamphlet e nel suo stile arguto, Voltaire metterebbe in guardia dalla tentazione di divinizzare l’IA e raccomanderebbe un sano scetticismo nei confronti di qualunque potere centralizzato.

Conclusioni

Non ci sono conclusioni specifiche da trarre, se non che l’IA nella nostra società è un passaggio dalla rilevanza filosofica enorme e pensiamo che, ancora una volta, sia la filosofia a dover tracciare la rotta.

Bibliografia

Bostrom, N. (2014). Superintelligence: Paths, Dangers, Strategies. Oxford University Press.
Harari, Y. N. (2017). Homo Deus: Breve storia del futuro. Bompiani.
(Ed. orig. 2015, in ebraico; 2016 in inglese con il titolo Homo Deus: A Brief History of Tomorrow)
Hegel, G. W. F. (1807). La fenomenologia dello Spirito (Phänomenologie des Geistes).
(Per una traduzione italiana, si veda ad es. G. W. F. Hegel, “Fenomenologia dello Spirito”, Laterza, 2008.)
Kant, I. (1784). Risposta alla domanda: Che cos’è l’Illuminismo? (Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung?). Pubblicato originariamente su Berlinische Monatsschrift, 4, 481–494.
Voltaire. (1759). Candido (Candide, ou l’Optimisme).
(Per una traduzione italiana, si veda ad es. Voltaire, Candido, Mondadori, 2003.)

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