Denis Curti “Toscani aveva un fiuto insuperabile per la qualità delle immagini”

Dopo le parole di Francesca Malgara, che lo ha studiato nei suoi anni di formazione a Londra, e Maurizio Galimberti, che ne ha sottolineato la genialità e il carisma, è il turno di Denis Curti, critico e curatore di fotografia, che condivide il suo personale ricordo di Toscani.

“Con Oliviero Toscani ho avuto un rapporto, oserei definire, complesso, fatto di confronti, progetti, ma anche molti litigi. Questo era nella sua natura, però andava bene così, perché la sua verve polemica non era mai rivolta verso un interesse personale, ma davvero per aprire continui confronti.”

Denis Curti descrive Toscani come una figura magnetica, capace di catalizzare energie e riflessioni, sempre pronto a spingere chi lo circondava verso nuove prospettive. Toscani, per Curti, rappresenta un punto fermo nella storia della fotografia e della comunicazione, non solo per ciò che ha creato, ma per come ha cambiato i codici stessi del linguaggio visivo.

“Credo che la sua vita di fotografo si possa dividere in due,” prosegue Curti. “Da una parte l’esperienza di un grandissimo comunicatore che ha cambiato i codici della pubblicità e dall’altra la capacità di cogliere la potenza delle immagini intese come linguaggio.”Toscani, più che un fotografo in senso tradizionale, è stato un narratore visivo. “Alla fine non era neanche così interessato a produrre le immagini,” spiega Curti. “A lui interessavano le fotografie per raccontare quella determinata questione. Le comprava, le cercava, faceva un giornale bellissimo come Colors, che davvero conteneva le storie più incredibili. Aveva un fiuto per la qualità delle immagini che secondo me è ancora oggi insuperabile.”

Il progetto Colors, ideato da Toscani negli anni ’90, è emblematico della sua visione rivoluzionaria. Non un semplice magazine, ma un vero e proprio laboratorio di idee, dove immagini e storie si intrecciavano per raccontare il mondo in tutta la sua complessità. Per Toscani, la fotografia non era mai fine a se stessa, ma un mezzo per portare alla luce questioni urgenti, sfidando lo spettatore a guardare oltre l’apparenza.

“È stato un compagno di viaggio su alcuni progetti,” ricorda Curti, “ma alla fine per me rimane un punto fermo per davvero comprendere le emozioni che le fotografie riescono a trasmettere.”

Attraverso le parole di Denis Curti, emerge un ritratto di Toscani che va oltre il mito: un uomo complesso, animato da una passione inesauribile per le immagini e per il loro potere di raccontare storie. Toscani non era solo un fotografo, ma un pioniere che ha insegnato a vedere la fotografia come un linguaggio universale, capace di attraversare confini, culture e pregiudizi.

Con questo ricordo, prosegue il nostro omaggio a Oliviero Toscani, un genio della comunicazione visiva, che con la sua visione ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della fotografia e della cultura.

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