Immagina per un attimo di poter vedere un’immagine prendere vita davanti ai tuoi occhi, semplicemente inquadrandola con il tuo smartphone. Non sei in un videogioco ma a Digitalatium, evento dedicato alle arti audio-visive e digitali, che si svolge da venerdì 22 novembre a sabato 21 dicembre all’interno del Nuovo Cinema Aquila di Roma.
L’opera in questione si intitola Journey into Hell with Augmented Reality, a cura di B-VISIONARY, collettivo artistico fondato nel 2018 che esplora l’uso delle tecnologie emergenti, ed è composta da 24 immagini, create utilizzando tecniche di intelligenza artificiale, ciascuna ispirata a una terzina diversa del primo canto dell’Inferno di Dante Alighieri. La sua particolarità sta nell’esperienza multimediale interattiva che offre agli spettatori: grazie a un’applicazione di realtà aumentata per iOS e Android, le immagini infatti prendono vita. Inquadrando le opere con il proprio smartphone, queste si animano, trasformandosi in esperienze immersive, accompagnate dalla voce narrante dei versi danteschi.
Journey into Hell è parte della mostra audio-visiva, allestita nel foyer del primo piano del cinema e curata dal collettivo Flyer New Media, la mente dietro al noto festival Fotonica, che da otto anni a Roma esplora l’intersezione fra immagini e suoni nell’arte digitale.
Digitalatium rappresenta un vero e proprio palcoscenico per i migliori talenti under 35 dell’arte digitale, che comprende glitch art, installazioni AV e AR e in realtà aumentata, supportate dall’utilizzo di software di intelligenza artificiale di nuova generazione.
La kermesse valorizza i giovani artisti della regione Lazio con un tour internazionale che ha attraversato cinque paesi stranieri (Grecia, Polonia, Egitto, Spagna e Palestina) e che ora approda a Roma. Siamo stati all’opening, nella giornata di sabato 23 novembre, per assistere con i nostri occhi alle opere in mostra e alle due performance live programmate nella sala cinema dell’edificio.
Abbiamo così potuto ammirare, o meglio interagire, con le installazioni interattive presenti nel foyer. Tra quelle che ci hanno colpito di più c’è l’installazione AV di Ruben Jaime Papacci, Deconstruction, che trasforma scansioni ad alta risoluzione in sistemi di particelle dinamiche, utilizzando un algoritmo generativo. Le particelle modificano continuamente il loro stato, creando un’esperienza visiva in continua evoluzione. Tracciando il movimento della testa dell’osservatore, l’installazione riposiziona la vista delle particelle su tre assi, offrendo una prospettiva ogni volta unica e personalizzata per ciascuna persona.
Stream this?!? del collettivo romano BLIVET, è un’altra installazione interattiva che utilizza tecnologia AI di generazione d’immagini in tempo reale per trasformare l’aspetto delle persone su sfondi preimpostati, costituiti da programmi televisivi trash come Uomini&Donne o Temptation Island. Una postazione centrale con webcam di alta qualità, tablet touch-screen e un grande schermo consente ai visitatori di digitare un prompt personalizzato. L’AIelabora immediatamente il prompt e applica le trasformazioni richieste, mostrando il risultato in tempo reale. I visitatori generano così risultati unici, vedendo se stessi e gli altri trasformarsi e cambiare forma e connotati.
Altra opera particolarmente interessante è IMPACT, a cura di Stefano Sbrulli. Un’installazione AV interattiva che trasforma lo spazio in un palcoscenico emozionale, rispondendo al movimento delle persone. Al centro uno schermo proietta spot pubblicitari che si interrompono nel momento in cui lo spettatore si ferma. A quel punto sullo schermo compaiono le immagini del progetto dell’artista Donde los niños no sueñan, realizzato nella città di Cerro de Pasco in Perù, che mostra gli effetti della contaminazione ambientale mineraria e le conseguenze sugli abitanti di una delle città più inquinate al mondo. IMPACT invita lo spettatore a riflettere sull’origine della moderna produzione tecnologica e sulle conseguenze del nostro stile di vita consumista.
Anche l’installazione AV HUMAN|NATURE di Elyo riflette sul rapporto tra uomo e natura. L’opera nasce nel 2020, durante la pandemia globale di Covid-19 e con le città deserte. In questo periodo ‘sospeso’, l’uomo sembrava essersi ‘smaterializzato’, mentre la natura si riprendeva gli spazi che le erano stati sottratti. Questa contrapposizione concettuale viene esaltata nell’installazione attraverso la scelta di colori saturi e il contrasto bianco/nero, accompagnata da un sound riflessivo e crescente. Ne deriva un’esperienza audio-visiva che mette in risalto le differenze e i contrasti tra questi due mondi apparentemente lontani, in realtà vicinissimi, anzi uniti indissolubilmente.
In mostra è possibile interagire anche con i progetti audiovisivi Sagittarius A* di Livia Rib, Sol & Mass di Matteo Fiocchetti e Reflections di Mel. Dalle 21 alle 23 abbiamo assistito inoltre alle live performance di Radu Negut con il suo progetto Visual Fracture e Jamila Campagna con Green Eye Sight, ospitate nella sala cinema.
Visual Fracture è una performance visiva che esplora il decadimento digitale della realtà attraverso la glitch art e la fotografia slit-scan. Utilizzando distorsioni in tempo reale, pixel distorti ed effetti di tempo allungato, l’opera immerge il pubblico in un mondo in cui ogni fotogramma si allunga e deforma, mentre le immagini frammentate si spostano e pulsano, creando un ambiente onirico, quasi distopico. Nella performance dell’artista romeno momenti, ricordi e identità si frantumano e si fondono in un mondo iperconnesso e pieno di errori digitali, ossia di glitch.
Green Eye Sight è invece una performance AV curata da Jamila Campagna (visual artist) e Mirjana Nardelli(musicista elettronica). In quest’opera, i suoni della natura si fanno astratti, metallici, mentre le immagini vengono ingrandite, deformate e pixellate, creando una connessione tra materiale e immateriale e dando vita a composizioni audio-visive estremamente suggestive e di carattere quasi pittorico, che ricorda a tratti i quadri di Kandinsky.
Nella settimana dal 13 al 21 dicembre, Digitalatium si intreccerà poi con il Fotonica Festival, appuntamento unico nel panorama romano delle audio visual digital art, che indaga su tutte quelle forme d’arte in cui è centrale l’elemento della luce, presentando da anni le migliori esperienze in campo internazionale, giunto alla sua ottava edizione. Performance AV, installazioni di luce, videomapping, workshop e dj-vj set animeranno il festival, distribuito su diverse location.
A conclusione della kermesse, sabato 21 dicembre, è prevista una live performance, a cura dei Touchy Toy Collective, all’interno della Chromosphere Dome, cupola immersiva dalla forma geodetica di 14 metri, che verrà allestita nel quartiere Casilino di Roma. Un evento suggestivo, in cui architettura e tecnologia si uniscono, per permettere agli spettatori di immergersi completamente nei suoni e nei colori delle realtà create da dieci giovani artisti emergenti audiovisuali.
Grazie alla mostra romana e al tour internazionale che ha attraversato cinque Paesi diversi, Digitalatium rappresenta quindi un’occasione unica di promozione delle arti digitali e di connessione tra i giovani talenti e le reti creative internazionali. Con questo evento, gli artisti emergenti possono infatti esplorare nuove forme di espressione e farsi conoscere e apprezzare da un pubblico ampio e variegato.