La dinomania è un fenomeno che ha radici profonde che risalgono alle prime scoperte paleontologiche del XIX secolo. All’epoca, furono scoperti i primi fossili di queste creature, e nel 1842 il paleontologo britannico Richard Owen conia il termine “dinosauro”. Owen fu il primo a riconoscere in questi fossili le ossa di un gruppo di rettili giganteschi e distinti, e non di draghi, angeli o mostri, come si credeva prima. Dalla Gran Bretagna, l’epicentro di questo fenomeno si sposterà in America, dove i paleontologi americani Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh, negli anni 1870-1890, danno vita a quella che viene ricordata come “Bone War”, una guerra per accaparrarsi i fossili più incredibili e per tirare sù le installazioni più spettacolari ( il Brontosaurus e il Triceratops sono scoperte di questi anni).
Alla fine del secolo scorso, la dinomania è rientrata in auge grazie ai progressi nelle tecnologie di visualizzazione e narrazione. I film e le serie televisive hanno giocato un ruolo cruciale nel plasmare l’immaginario collettivo sui dinosauri. Il film “Jurassic Park” del 1993, diretto da Steven Spielberg, è un esempio emblematico di come la cultura popolare possa amplificare l’interesse per i dinosauri. Basato sul romanzo di Michael Crichton, il film ha utilizzato effetti speciali innovativi per rappresentare dinosauri realistici, facendo leva su un mix di fascino scientifico e suspense narrativa, tanto che la saga avrà un nuovo seguito nel 2025. Giocattoli, parchi, libri a tema: a partire dagli anni 90 ad oggi si è andato via via creando un nuovo mondo estetico e pop, in parallelo con le nuove scoperte scientifiche, trasformando queste creature in simboli di avventura, mistero e scoperta.
Oggi dunque i dinosauri sono dei portatori di significati che possono veicolare interpretazioni sulla contemporaneità. E’ questo il caso di “Dinosauria 2024 – L’immaginario preistorico nel paese più vecchio del mondo”, collettiva organizzata alla Street Levels Gallery di Firenze e curata da Hogre, pseudonimo di uno street artist anonimo nonché curatore della mostra, uno che con i dinosauri ci gioca già dal 2011, per le strade di Roma, Firenze e Milano. Il Philosoraptor è infatti un dinosauro-meme che si fa domande inutili, emblema della sua polemica contro i mezzi di comunicazione.
“Il confronto umano-dinosauro è dunque ricco di contrapposizioni di significati come quelli tra mondo antico e mondo dell’infanzia, tra passato remoto del nostro pianeta e il suo futuro prossimo attraverso la formazione di un immaginario fantastico, tra lo stato di natura del mondo preistorico e la tragicommedia del progresso umano. In termini pittorici è come se le immagini dei dinosauri seguissero la regola caravaggesca per la quale maggiore è il contrasto, maggiore è la meraviglia” scrive lo stesso Hogre su Instagram, anticipando la tematica e la riflessione base di Dinosauria.
Così ha deciso di mettere insieme 29 artisti di diverse generazioni, con lo scopo di raccontare l’Italia contemporanea (e non solo) attraverso queste affascinanti creature. Opere su carta, tela, tessuto e perfino una scultura, per evidenziare l’assurdità della rincorsa al progresso tecnologico a scapito della creatività e del benessere collettivo, una contraddizione che prende vita attraverso un immaginario fantastico che contrappone l’antico al moderno, la natura preistorica al progresso umano.
Se è la satira politica ad animare il dinosauro leghista di Illustre Freccia, l’immagine-simbolo della mostra stessa è il “Padrinosauro” dello stesso Hogre, che altri non è che “la prima immagine di profilo”, ovvero il Duca di Urbino di Piero della Francesca. Avevamo parlato di Bone War, ecco che è l’artista DEM a far rivivere la vicenda attraverso una sua illustrazione, mentre Gio Pistone utilizza i dinosauri come specchio mostruoso di alterità. Se Pax Paloscia li inserisce in racconti di formazione, Doublewhy li rappresenta come simboli dell’instancabile forza sovversiva primitiva e Lisa Angeli li colloca nelle spalle di Giulio Andreotti.
Un grande calderone pop-urban di rimandi semantici dunque, da gustare con attenzione e predisposizione per l’ironia e la sagacia di 29 ottimi artisti.
“Dinosauria 2024 – L’immaginario preistorico nel paese più vecchio del mondo”, fino al 21 giugno 2024, presso la Street Levels Gallery di Firenze.
Artisti partecipanti: Alleg, Awer, Br1, Cecilia Kiwi, DEM, Doublewhy, Dottor Pira, Ema Jons, Emotivamenteconfusa, Furetti Cattivi, Giga, Gio Pistone, Guerrilla Spam, Hitnes, Hogre, Illustre Feccia, Judy Rhum, Lisa Gelli, Miles, Molecole, Nene, Ninjaz, NOVA, Pax Paloscia, Percy Bertolini, Rame13, El Rughi, skk e Tropidelia.