Tutti amiamo e stimiamo compositori del calibro di F. Chopin o P.I. Tchaykowsky, ma attorno alla loro vita privata troneggia un alone di mistero, un detto non detto che rischia di essere inopportuno e addirittura di mettere in disgrazia le loro figure. Eppure, ascoltando i loro componimenti, dalla Sinfonia Patetica del secondo, alle Ballate del primo, la pelle d’oca fa capolino e non pensa minimamente di allontanarsi. Le emozioni che ci suscitano sono eloquenti, mettono in discussione il nostro stato d’animo in modo indiscutibile e totalizzante. Per loro nutriamo stima e amore indiscusso e non possiamo fare altro che inchinarci di fronte a cotanta bellezza. E se scoprissimo qualcosa che non ci aspettiamo della loro sfera intima? Verrebbero meno il rispetto e l’ammirazione che nutriamo nei loro confronti? La loro credibilità crollerebbe? Per quanto mi riguarda, assolutamente no. Eppure, sono convinta che per molti, qualcosa cambierebbe. Magari non apertamente, magari non in modo evidente, ma ci sarebbe sicuramente un prima e un dopo. Il pettegolezzo, l’accusa, la paura del diverso e la superstizione farebbero vacillare il credo di molti.
Oggi facciamo un focus proprio su quei pochi (o tanti) dati che abbiamo a disposizione e che proveranno a delineare un quadro per lo meno chiaro del loro mondo segreto, con la speranza che la loro maestosità non sia mai scalfita.
Frédéric Chopin è unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi pianisti e compositori di tutti i tempi. Nato il 1º marzo 1810 in un villaggio vicino a Varsavia, in Polonia, Chopin mostrò precocemente il suo talento musicale. All’età di sette anni, già componeva musica e a otto si esibiva in pubblico, impressionando la nobiltà polacca. La sua formazione musicale fu completata presso il Conservatorio di Varsavia, dove studiò pianoforte e composizione.
Nel 1830, Chopin lasciò la Polonia per recarsi a Vienna e successivamente a Parigi, città che divenne la sua seconda casa. In Francia, la sua carriera fiorì: entrò in contatto con alcuni dei più importanti musicisti, artisti e intellettuali dell’epoca, tra cui Franz Liszt, Hector Berlioz e Eugène Delacroix. Fu anche in questo periodo che si consolidò la sua relazione con la scrittrice francese George Sand, pseudonimo di Aurore Dupin Dudevant. Questo legame, sebbene molto tormentato, influenzò profondamente la vita e l’opera di Chopin. La musica di Chopin è caratterizzata da una straordinaria espressività e profondità emotiva. Tra le sue opere più celebri vi sono i Notturni, le Polacche, le Ballate, gli Studi, le Mazurche, i Preludi e i Concerti per pianoforte.
Nonostante la notorietà delle sue composizioni e della sua carriera artistica, poco si sa della sfera privata di Chopin. Oltre alla sua relazione con la scrittrice George Sand, sono note altre storie sentimentali, come quelle con il soprano Konstancja Gładkowska e l’artista Maria Wodzińska. Tuttavia, le recenti rivelazioni del giornalista musicale Moritz Weber hanno gettato nuova luce sulla possibile omosessualità del compositore. Nel novembre 2020, Weber ha portato all’attenzione del pubblico alcune lettere inedite di Chopin, in cui comparirebbero appassionate dichiarazioni d’amore ad amici maschi, facendo presupporre relazioni omosessuali. Le lettere in questione, in particolare quelle indirizzate all’amico di scuola Tytus Woyciechowski, contengono espressioni che potrebbero essere interpretate come indizi di un legame affettivo profondo. In una lettera del 1831, Chopin scrive: “Non ti piace essere baciato. Per favore, permettimi di farlo oggi. Devi pagare per il sogno sporco che ho fatto su di te la scorsa notte“. In un’altra missiva, si riferisce a Woyciechowski come al suo “fidanzato” e lo invita a “venire a letto con me”. Inoltre, Chopin utilizza frequentemente termini come “amore” e “tesoro” nelle sue lettere a Woyciechowski, termini che all’epoca potevano solo essere spia di una tendenza omosessuale.
I più sono in disaccordo con le teorie di Weber, immaginando che questi termini si limitassero a sottintendere un’amicizia pura, farcita di uno spiccato senso dell’umorismo. Quale delle due teorie sia quella più azzeccata ci è difficile ipotizzarlo, quello che è certo è che, nell’Europa del XIX secolo, essere omosessuali era proibito dalla legge, ragion per cui, Chopin sarebbe potuto essere stato costretto a celare i suoi sentimenti ai più e a esternarli solo ai più intimi. Chopin morì prematuramente il 17 ottobre 1849 a Parigi, afflitto da una lunga malattia polmonare, probabilmente tubercolosi.
P. Il. Tchaikovsky, nato nel 1840 a Votkinsk, Russia, è uno dei compositori più celebri e influenti della storia della musica; fin dalla più tenera età dimostrò di avere doti e talento musicali indiscussi. Successivamente, a partire dal 1861, studiò sotto la guida del Maestro Anton Rubinstein. Tra le sue opere più famose spiccano i balletti “Il lago dei cigni”, “La bella addormentata” e “Lo schiaccianoci”, capolavori che hanno determinato le basi e il modello del balletto classico fino ai nostri giorni. Altri lavori celebri includono l’Ouverture 1812, oltre a sinfonie, concerti e opere liriche.
Se la sua produzione musicale fu ricca, densa di successi e segnata da un’aura di pura bellezza, lo stesso non si può dire dei suoi moti interiori e della sua vita privata. Nel 1877 sposò Antonina Miliukova; il matrimonio fu per lui una vera e propria rovina. In una lettera al fratello Modest dell’autunno 1876 si legge:
“Ho riflettuto molto su me stesso e sul mio avvenire, col risultato che d’ora in avanti penserò seriamente al matrimonio. Mi sembra che le mie inclinazioni siano un ostacolo gravissimo e forse insormontabile perché io possa essere felice. Tuttavia, debbo lottare con ogni forza contro la mia natura… Prima di legarmi ad una donna dovrei pensarci bene. So che Ssciascia tutto indovina e tutto perdona; così pure molte persone che io amo e stimo. Capirai però quale avvilimento io provi quando penso che molta gente ha pietà di me e mi perdona proprio per quello di cui, in fondo, non sono colpevole. Non è forse angosciosa l’idea che i miei amici, i miei cari si possano vergognare di me? Eppure ciò è accaduto e accadrà centinaia di volte. Per farla breve: con un matrimonio vorrei chiudere la bocca ad ogni sorta di gente che disprezzo, che non tengo in nessun conto, ma che, tuttavia, può far soffrire persone a me dilettissime”.
Leggendo queste righe notiamo quindi come Tchaykowsky cercò di lottare strenuamente contro la sua indole, contro la sua vera essenza. Come dimostra la lettera al fratello, Peter si rendeva perfettamente conto delle difficoltà che la sua naturale predisposizione gli creava nella vita sociale. Non ci risulta difficile immaginare quanta sofferenza abbia potuto provare e quanto gli sia costato prendere la decisione di sposarsi per far tacere le malelingue e i benpensanti al fine di non deludere e far soffrire i propri cari. Ciò che ancor di più ci lascia attoniti è la velocità, la precipitosità di un passo così azzardato. Antonina Miliukova era stata una tra le tante allieve in Conservatorio e, frequentando le sue lezioni, si era innamorata del Maestro. Peter non si ricordava affatto di lei. Fu proprio nel fatidico 1877 che, dopo un processo mentale e totalmente razionale, decise di iniziare con lei un carteggio, uno scambio di lettere che, di lì a poco, sarebbe sfociato nel matrimonio. I due si videro di sfuggita un paio di volte prima di andare all’altare. Due settimane prima delle nozze, Peter, scrive al padre e al fratello Anatol per metterli al corrente del passo che si accingeva a compiere. Il matrimonio fu celebrato il 6 luglio a Mosca. Tra tutti i parenti, fu presente solo Anatol. I colleghi e gli invitati alla cerimonia non sospettarono nulla, per tutti fu un matrimonio d’amore. La giovane coppia andò per una settimana a Pietroburgo. Due giorni più tardi, Peter, scrisse al fratello Anatol:
“Dopo questo terribile giorno di nozze, dopo questo interminabile martirio spirituale, non è facile ritornare in sé. Quando il treno si mise in moto, fui sul punto di mettermi ad urlare e feci uno sforzo immane per trattenere i singhiozzi. In un primo tempo però dovetti ancora far conversazione con mia moglie e conquistare a questo prezzo il diritto di distendermi al buio e di abbandonarmi ai miei pensieri. Mi dava qualche sollievo accorgermi che Antonina non sospettava minimamente in quale stato miserevole io mi trovassi. Essa continua tuttora ad avere l’aria soddisfatta e sembra pienamente felice. Si accontenta di potermi coccolare e viziare. Mi rendo conto che è molto limitata, ma è meglio così. Una donna intelligente mi metterebbe paura”.
Di ritorno dal viaggio a Pietroburgo, Peter resistette sotto al tetto coniugale solo per poco tempo. Fu costretto, per non soccombere, a scrivere al fratello Anatol di chiamarlo con una scusa. Il fratello accettò e poco dopo i due partirono alla volta dell’Europa, prima Berlino, poi l’Italia. La morte prematura di Tchaikovsky nel 1893, ufficialmente attribuita al colera, è circondata da numerose teorie alternative, incluso il sospetto di suicidio.
Due storie, quella di Chopin e quella di Tchaykowsky, accomunate dal medesimo e nefasto destino: il successo, il consenso artistico, una carriera florida e intensa e, nello stesso tempo, un’esistenza breve, fatta di tanta sofferenza generata dalla sventura di nascere in un momento storico in cui, qualunque istinto naturale e umano, veniva represso andando ad annullare e a snaturare l’animo del singolo; idee, progetti, amori, sensazioni, emozioni: niente di tutto questo ha connaturato la loro esistenza; una piccola (o grande) rivincita, però, l’hanno avuta: la loro musica ne è piena espressione, è la sola grande custode del loro mondo e nessuno potrà mai cancellarla.