Inauguriamo questa nuova rubrica da titolo FAAQ (Frequently Art Asked Questions), pensata per dar risposte semplici ma efficaci alle comuni domande che quotidianamente ci poniamo (o ci vengono poste) sull’arte contemporanea.
A questo giro cercheremo di spiegare perché l’arte contemporanea sia così costosa, argomento che richiederebbe una riflessione molto più ampia e approfondita, e a cui abbiamo già prestato attenzione in questo articolo.
Ma andiamo per punti, 5 per la precisione.
1. La prima ragione è puramente economica e riguarda il rapporto tra domanda e offerta. In premessa diciamo che: considerando il crescente interesse verso l’arte contemporanea, incentivato anche dall’apertura di nuove gallerie e nuove fiere, sempre più persone sono disposte a comprarsi un’opera d’arte. Quindi aumentando la domanda i prezzi lievitano, soprattutto se la disponibilità delle opere in circolazione è limitata.
2. Ci sono vari fattori che definiscono il prezzo di un’opera d’arte. C’è la reputazione dell’artista, la conservazione dell’opera, la sua dimensione e il genere; ma anche il prezzo dei pezzi simili e il luogo in cui quest’opera è stata esposta (va da sé che i musei e le collezioni pubbliche hanno un peso maggiore). Al momento le vendite nel mercato di fascia alta provengono da un gruppo di artisti molto richiesti, di cui ci sono pochi lavori in circolazione. Pensate che l’anno scorso i 25 top artists, le cui opere costano mediamente più di un milione di dollari, hanno costituito il 44.6% del mercato dei primi sei mesi del 2017.
3. Avete mai sentito parlare dei Million dollars buyers club? Sono club per i quali i collezionisti son disposti a spendere una marea di soldi pur di entrare a farvi parte. Ma una volta che si ha accesso a questa elite cosa si ha in cambio? Oltre all’accrescimento della reputazione, vengono sviluppati programmi speciali in cui i collezionisti d’arte possono unirsi a eventi artistici internazionali VIP. I membri ricevono, infatti, biglietti VIP per eventi top secret, inaugurazioni, feste e fanno parte di una società artistica esclusiva e off limits.
4. Il mercato dell’arte, si sa, è torbido e opaco. La scarsa trasparenza tra pochi top buyers può influire sull’aumento dei prezzi in termini di trattative private condotte tra cliente e gallerista, che spesso seguono logiche non sempre chiare.
5. Fattore Cina. La Cina sta facendo sempre più irruzione nel mercato dell’arte. Dal 2008, anno della crisi, ha continuato a sfornare nuovi buyers in cerca di posti dove investire i propri soldi. Se consideriamo i global Art Sales la Cina attualmente si piazza al terzo posto, dopo gli USA e UK. Pensate che questi tre paesi insieme costituiscono oggi l’81% del mercato globale!