Nel contesto della MIA Photo Fair BNP Paribas 2025, Fiere di Parma rinnova il proprio impegno verso la valorizzazione della creatività contemporanea con il Fondo Acquisto Fiere di Parma, destinato a sostenere e promuovere gli artisti attraverso l’acquisizione di opere esposte. Nell’edizione di quest’anno, il fondo ha scelto di orientare la propria attenzione sul linguaggio digitale, selezionando cinque artisti già protagonisti dell’ottava edizione di PARMA 360 FESTIVAL e ora inclusi nella mostra Dialoghi Uomo-Macchina, a cura di Chiara Canali.
Le opere acquisite entrano a far parte della collezione d’arte permanente di Fiere di Parma e offrono uno spaccato delle sperimentazioni attuali, in cui la tecnologia – e in particolare l’Intelligenza Artificiale – non è alternativa all’arte, ma ne amplia le possibilità espressive, mantenendo un dialogo attivo con strumenti tradizionali come pittura, fotografia e scultura.
Tra i lavori selezionati, Arborescent Trinity (2025) di Davide Maria Coltro è un’opera di pittura digitale che riflette un momento della sua ricerca sul Quadro Mediale: un flusso pittorico in divenire realizzato attraverso disegno digitale, modellazione tridimensionale e integrazione con IA. Il risultato è una composizione che sfugge alla staticità e che sembra evolversi sotto lo sguardo dello spettatore.
Con MAP (STAR) THE WORLD PHOTO – PARMA (2024), Vincenzo Marsiglia applica la mixed reality mediante il visore Hololens 2 per reinterpretare il patrimonio storico-artistico, in questo caso gli affreschi del Palazzo delle Poste di Parma. La fotografia si fa così strumento di mappatura creativa, di connessione tra memoria e innovazione.
Il lavoro DAIlectic Serie (2025) di Nick Landucci mette in scena una dialettica tra IA e gesto umano: le stampe generate con intelligenza artificiale si alternano a interventi materici inseriti fisicamente tra strati di plexiglass, generando un dialogo ritmico e tattile tra immagine e materia. La coesistenza tra algoritmo e manualità diventa linguaggio.
Flusso e forma: metamorfosi dell’Informazione (2023) di Angelo Demitri Morandini si muove tra arte concettuale e data visualization: grazie agli algoritmi della Social Network Analysis e all’uso di Gephi Software, l’artista traduce in forma visiva le ricorrenze linguistiche presenti ne Il Capitale di Karl Marx, rendendo visibili le strutture ideologiche attraverso grafi e composizioni reticolari.

Chiude la selezione Ex-human (2025) di Andrea Crespi, realizzato con tecnica Text-to-Image. In queste raffinate fine art su alluminio e plexiglass, l’artista genera ritratti di androidi e creature sintetiche ispirati alla scultura neoclassica, mettendo in scena un equilibrio sottile tra artificio e classicità, tra identità umana e proiezione tecnologica.
Come sottolinea la curatrice Chiara Canali, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale “non sostituisce l’artista, ma ne amplifica le capacità concettuali ed estetiche. Gli artisti possono usare l’IA in modo critico, per generare nuove idee, combinare stili e produrre opere che altrimenti non esisterebbero, espandendo i confini dell’arte”.
Il progetto Dialoghi Uomo-Macchina mette quindi in evidenza come le più recenti innovazioni digitali – dalla generazione algoritmica alla realtà aumentata – non siano antagoniste dell’arte, ma strumenti per riflettere sul presente, sulla trasformazione del linguaggio visivo e sul futuro del rapporto tra uomo e immagine.