Franco Gazzarri e il gioco degli “Strani Anelli” tra arte e matematica

A partire dal 13 marzo 2025, lo Spazio Thetis di Venezia ospita la nuova mostra personale di Franco Gazzarri, un’esplorazione visiva tra tassellazioni, illusioni percettive e strutture ricorsive, ispirata ai concetti di Douglas Hofstadter nel celebre Gödel, Escher, Bach. L’esposizione si articola come una ghirlanda di immagini e pensieri, un percorso che attraversa il confine tra arte e matematica, in dialogo con la tradizione di Maurits Cornelis Escher, la psicologia della forma e la teoria dei frattali.

Il titolo della mostra, Strani Anelli, richiama le tassellazioni, ovvero quei modelli geometrici che ricoprono il piano attraverso ripetizioni modulari, sfruttando simmetrie come rotazioni, riflessioni e glissoriflessioni. Questi schemi, indagati da Escher nelle sue celebri metamorfosi grafiche, diventano per Gazzarri il punto di partenza di una ricerca artistica che riflette sulle illusioni ottiche e sulla natura della percezione visiva. L’artista gioca con il confine tra figura e sfondo, evocando la percezione ambigua delle immagini reversibili: “vedo la figura ora come anatra, ora come lepre”, riprendendo il celebre esempio della psicologia della Gestalt.

L’interesse per le strutture matematiche si estende alla rappresentazione dell’infinito attraverso il quadrato magico e il disco di Poincaré, dove la geometria diventa un mezzo per esplorare la percezione dello spazio. Le opere di Gazzarri si avvicinano ai principi dei frattali, con richiami alla curva del Drago di Heighway o alla curva di Peano-Gosper, esempi di forme che si ripetono all’infinito su scale diverse. L’artista costruisce così un sistema di immagini in continua trasformazione, dove il confine tra bidimensionalità e tridimensionalità si dissolve, come nel celebre Dragon di Escher, in cui le figure sembrano emergere dal foglio per acquistare volume e profondità.

L’esposizione si configura come un laboratorio visivo, in cui le opere non sono solo oggetti da osservare, ma esperienze percettive che sfidano lo spettatore. L’illusione ottica diventa strumento per riflettere sulla costruzione della realtà e sul funzionamento della mente umana. Come nelle opere di Victor Vasarely e Bridget Riley, il gioco tra forma e fondo genera una vibrazione visiva, un effetto di movimento che porta l’osservatore a interrogarsi sulla natura stessa della rappresentazione.

In un continuo rimando tra scienza e arte, Strani Anelli si presenta come una mostra che unisce rigore matematico e libertà immaginativa, proponendo un viaggio tra strutture che si ripetono, si trasformano e sfuggono alla fissità della forma. Gazzarri si inserisce in una tradizione che attraversa le esperienze di Escher, la ricerca sugli spazi non euclidei e le teorie della Gestalt, reinterpretandole attraverso un linguaggio visivo che mantiene sempre viva la tensione tra ordine e caos, tra razionalità e intuizione.

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