È indiscutibile che Ghali, rapper italo-tunisino di grande successo che esordì con Ninna Nanna, Sempre Me, Dende e più recentemente, con il singolo CASA MIA (che vanta più di 35milioni di ascolti solo su YouTube), sia uno dei cantanti più in voga del momento anche grazie alla partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo. Durante il concorso, all’Ariston, Ghali aveva affermato sul palco che andava fermato il “genocidio” in atto a Gaza. Una frase che per la maggior parte del pubblico presente e dei telespettatori era sembrata più che legittima, vista la situazione drammatica che il popolo palestinese sta vivendo dopo l’attacco dell’esercito israeliano nella Striscia, ma che invece a una parte del pubblico, oltre che a i vertici della RAI, non è piaciuta affatto, sollevando una marea di polemiche e, da alcune parti, invocando addirittura una “censura” per gli artisti che utilizzano, a detta di alcuni esponenti del centrodestra, il palco di Sanremo “per fare politica”.
Ecco che oggi, con la nuova canzone Paprika, Ghali si toglie un sassolino dalla scarpa e ironizza su quel desiderio di censura che aleggia dalle parti della Rai. La canzone parla infatti di amore, desiderio e conflitto in una relazione. Il brano sembra esprimere una gamma di emozioni intense, mescolando sentimenti di dolore, desiderio e speranza. Il riferimento agli “occhi rossi come paprika” evoca un’immagine vivida di intensità emotiva (ma è anche un chiaro riferimento allo stato di fattanza dopo l’uso di cannabis), mentre le linee sul fumare l’anima e sparare su un cuore già ferito suggeriscono una profonda sofferenza e vulnerabilità. Il finale, con “no love, no love no more” riflette un senso di disillusione e forse di rinuncia ad amare. Ma la strofa che ha attirato più l’attenzione dei media, vera chicca della canzone, è quella in cui il cantantre scrive, rivolto alla sua amata: “Puoi dirmi quello che vuoi, non farò come la RAI (Mai)”: un chiaro riferimento alla censura che alcuni in RAI avrebbero voluto imporre a Ghali. Amore, arte e politica a volte s’incrociano.
(A.U.)