Gli sticker pop di Pitmarels: l’adesivo come medium artistico a Pavia

Quello che vediamo non è quello che sembra. È così che si potrebbe riassumere parte della poetica di Pitmarels, artista unico nel suo genere e da un innovativo metodo di produzione. 

Classe 1996, Pietro Marelli, in arte Pitmarels, è l’ideatore dello Sticking Detach (nella lingua inglese onomatopea di “stacca attacca”), tecnica che prevede l’uso di adesivi su tela, ispirati a quelli del famoso marchio Chiquita. Si tratta di un processo lunghissimo che parte dalla progettazione digitale degli adesivi, passando per la stampa, fino ad arrivare all’intaglio e alla posa manuale dei singoli elementi. “Lo sticker diventa il mio pennello, il mio colore, la mia tela” racconta l’artista. Frutto di anni di ricerche, questo meticoloso metodo è un’esclusiva di Pitmarels, suo tratto distintivo, in mostra in una personale unica. This Not, letteralmente “Questo non è” è il titolo dell’esposizione curata da Alisia Viola presso la galleria L2ARTE, nel cuore di Pavia e aperta fino al 7 gennaio 2025.

Freschissima d’apertura, la galleria presenta una delle prime mostre personali dell’artista, il quale costruisce per l’occasione un corpus di opere incentrate su un unico soggetto: la Venere di Botticelli.

Pitmarels porta avanti un discorso che risulta seriale ad un primo sguardo ma che in realtà, se guardato con occhio più attento, si basa al contrario, sull’unicità dei singoli pezzi. È in questo modo che si costruisce il concetto della falsa apparenza, fondamento del suo intero lavoro e da cui nasce anche il titolo della mostra. Ogni Venere è indipendente dalle altre ma dialoga perfettamente con le sue “sorelle”, diverse per cromie e riferimenti alla cultura pop. Ma perchè proprio la Venere? La scelta è ricaduta su questo soggetto per la sua riconoscibilità, oltre che per la fascinazione dell’artista verso questa figura così emblematica. La Venere di Botticelli è iconica, tutti la riconoscono, ed è una caratteristica fondamentale per un lavoro basato sull’apparente ripetizione. 

This Not è una mostra unica nella produzione di Pitmarels. È in questa occasione che l’artista per la prima volta, introduce non solo una serie di tele su un solo soggetto ma anche una novità proprio nella composizione stessa delle singole opere. Osservando con attenzione le 13 Veneri esposte, notiamo infatti la presenza di geometrie ovali tra i soggetti rappresentati, della stessa forma degli adesivi usati all’interno dell’opera. Come se gli sticker dell’artista diventassero improvvisamente più grandi, fondendosi in maniera più o meno evidente coi volti delle Veneri. La loro presenza è volutamente riconoscibile anche a distanza, rendendo evidente a chi osserva l’opera di trovarsi di fronte a un Pitmarels. 

Ma le novità non sono finite qui. Alla galleria L2ARTE è anche esposta la serie My Pantone, un insieme di opere che per la prima volta svelano il complesso processo creativo dell’artista. Queste tele raffigurano i tre adesivi fondamentali usati per la realizzazione delle Veneri. È così che vediamo le sagome di Sandro Botticelli, Andy Warhol e Pitmarels all’interno del distintivo marchio Chiquita, trasformato dall’artista. In questa serie gli adesivi è come se rivendicassero il loro statuto di opera d’arte. 

Innegabile è la somiglianza, almeno visiva, ad Andy Warhol se si pensa ad esempio alle famosissime serigrafie di Marilyn Monroe. Anche in Warhol è presente la ripetizione del soggetto, il viso dell’attrice è infatti declinato in modi diversi solo grazie alla variazione del colore. Non a caso una sua celebre citazione recita: “Non è forse la vita una serie d’immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?”

La sostanziale differenza tra i due artisti sta però nel significato delle loro opere e per capirlo dobbiamo spingerci più in profondità. Se l’obiettivo di Andy Warhol era quello di esaltare il sogno americano con l’acquisto sfrenato di prodotti di consumo, in una vera ottica a favore del capitalismo, Pitmarels ne stravolge completamente il significato. Il bollino Chiquita, poi trasformato in adesivi d’artista, da mera merce, oggetto quotidiano, diventa veicolo di un messaggio contro il sistema stesso che l’ha creato, abbandonando il mondo del capitale ed entrando in quello dell’arte. “Ho trasformato gli adesivi, attribuendo loro un’identità nuova, quasi opposta alla loro funzione originaria,” spiega Pitmarels in un’ottica un po’ duchampiana. 

Artista complesso, le sue opere oltre ad essere tecnicamente articolate e lunghe nella realizzazione, sono anche stratificate nei contenuti. Il rapporto tra passato e presente è un altro tema centrale nella sua pratica. Soggetti di epoche a noi lontane sono infatti spesso i protagonisti delle sue opere come la Venere di Botticelli o la Monna Lisa di Leonardo da Vinci, riattualizzate però in chiave contemporanea. È così che vediamo la Venere sullo sfondo del marchio Coca-Cola, davanti alla scritta Burger o alla boccetta di profumo Chanel N°5.
Il collegamento nelle opere di Pitmarels all’antico sta proprio anche nella tecnica dello Sticking Detach che ricorda l’arte del mosaico.

Ogni sticker è un’opera a sé che insieme all’unione con gli altri pezzi, dà vita a una nuova creazione, lettaralmente un’opera dentro un’opera. Come i maestri di un tempo, anche lui realizza e incolla i suoi “tasselli” uno alla volta, in un’operazione vicina all’artigianato, reso chiaramente contemporaneo dalle tecniche digitali moderne che gli permettono di realizzare le grafiche degli adesivi, riprendendo quella del marchio Chiquita.

Ed è proprio dai disegni sugli adesivi che si sviluppa un’altra tematica cardine del suo lavoro: la perdita di identità. Nel caso di questa mostra a Pavia, le figure rappresentate sugli sticker sono sempre tre: Andy Warhol, Botticelli e lo stesso Pitmarels, i tre “artisti protagonisti” della collezione. La particolarità dei soggetti è che vengono realizzati senza i connotati identificativi ma mostrandosi solo nei contorni. Si crea così un parallelismo con gli uomini senza volto della nostra società e di come ogni persona che vive nella contemporaneità abbia un’individualità frammentata, come ci fossero pezzettini di uomini ovunque che non trovano però un’unità.

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