Vi vedo, eh, che con la scusa dell’arte andate a sbirciare le foto più bollenti di Jan Saudek.
Non c’è solo un erotismo senza freni, negli scatti dell’ormai ottantottenne fotografo ceco: c’è la capacità di creare cortocircuiti deliziosamente morbosi, tra la vecchiaia più decrepita e la più rugiadosa giovinezza, tra corpi scheletrici e curve ultramorbide, tra pelli d’ebano e carnagioni lunari, il tutto condito da un pizzico di ironia, da un’ampia spolverata sadomaso e da quella zuccherosa abitudine di acquarellare gli scatti che ha reso Saudek un’icona.
Se non vi siete fermati ai fondoschiena burrosi – uno dei suoi cavalli di battaglia, non si discute – e avete studiato un po’ la sua storia, saprete che tutto quel sesso intriso di Thanatos, fotografato di nascosto in un seminterrato di Praga per evitare la galera, è la rivincita della vita a fronte di una delle esperienze più spaventose che si possano attraversare. Di origine ebraica, Jan a quattro anni è internato con la famiglia nel campo di concentramento di Terezìn: si salveranno solo lui e il padre. Sesso dunque come sfogo, rivincita e riappropriazione di sé. Ma anche perché lui, alle belle donne, proprio non resiste.
Lei, Sara, è bellissima: alta, sinuosa come una figurina di Alfons Mucha, con una massa leonina di capelli rossi e due occhi blu che fiammeggiano di malizia. Quando si incontrano, lei ha ventiquattro anni e vuole fare la fotografa, lui ne ha 56 e vuole fotografarla. Le insegna tutto (oggi Sara Směšná è una fotografa molto conosciuta nella Repubblica Ceca), e presto la frequentazione si trasforma in una relazione rovente. Amorosa, ma anche professionale. Sara è la sua partner, la sua aiutante, la sua manager e la sua amica. E la modella dei suoi scatti più iconici (compreso quel Black sheep and white crow rimosso dalla censura dalla Biennale Internazionale di fotografia di Ballarat nel 2011). E quando la storia si intiepidisce, è ancora dentro la vita di Jan che Sara trova la sua nuova strada. Si innamora del figlio di lui, Samuel. E dopo un po’ se lo sposa pure.
Jan non fa una piega: ha visto ben altro nella vita e poi non gli dispiace averla ancora intorno. Restano in rapporti talmente armoniosi che continuano a lavorare insieme e che uno dei figli della nuova coppia porterà il nome del celebre nonno.