Protagonisti della sua ricerca sono i nuovi processi di produzione più sostenibili e attenti alle comunità locali.
“Puro potenziale gettato nel fosso pensando: questa spazzatura è problema di qualcun altro. (…) Forse potrebbe essere un mio problema”.
In questo modo la designer Lauren Goodman ha introdotto la sua tesi di laurea alla Rhode Island School of Design, andando a definire il concetto alla base del suo intero lavoro, a metà tra arte e design.
Goodman esplora le potenzialità di tutto ciò che viene scartato, ritenuto “spazzatura”, in modo da definire nuove modalità di approvvigionamento dei materiali da costruzione e nuovi processi di produzione, garantendo un minor sfruttamento e riducendo l’impatto ambientale.
“Cerco di prolungare e trasformare la vita degli oggetti che sono stati gettati via e dimenticati“, spiega la designer.
I progetti
The Providence Project ha alla base proprio questo pensiero. La designer canadese ha ideato una serie di mobili sperimentali realizzati con materie prime recuperate dai cassonetti della città di Providence, Rhode Island.
Sedie e tavoli dall’aspetto apparentemente tradizionale sono in realtà composti da rottami metallici, cemento armato e tubi frantumati, saldati insieme e verniciati.
Il progetto è sia un ritratto narrativo della stessa Providence, realizzato attraverso gli scarti dei suoi abitanti, sia un esempio funzionale di un modello produttivo che prende forma da materiali sottovalutati.
Due barili di petrolio abbandonati sono invece i protagonisti della collezione Bottom of the Barrel. Tramite un processo che la designer definisce casuale e giocoso, ha smontato e poi rimontato gli oggetti e, sperimentando con il bronzo a colata libera, ha ottenuto un lungo tavolo dalla superficie nera lucida con tocchi di bronzo.
Si tratta di un approccio necessario per trasformare radicalmente la concezione di design e arte nel mondo in un’epoca di grandi cambiamenti!
Cover Photo Credits: Lauren Goodman, The Providence Project, courtesy of the artist