L’artista e regista Tim Burton è uno dei più affascinanti produttori cinematografici contemporanei. Il suo stile cupo ed eccentrico ha contraddistinto i suoi film tra cui Beetlejuice (1988), Batman (1989), Edward Mani di Forbice (1990), The Nightmare Before Christmas (1993), Charlie e la Fabbrica di Cioccolato (2005), La Sposa Cadavere (2005), Alice in Wonderland (2010), fino a Mercoledì (2022) la sua più recente produzione per Netflix.
Molto prima di diventare un affermato regista, Tim Burton esprimeva il suo genio attraverso disegni, dipinti e fotografie, da sempre parti integranti del suo processo creativo. Avendo inventato una propria estetica, mistica e soprannaturale, Tim Burton è il creatore di molti film e lavori che sono divenuti classici cinematografici.
La mostra-evento sull’estetica di Tim Burton, che sta facendo il giro del mondo, ha scelto una location decisamente d’effetto per la sua tappa italiana. La Fabbrica del Vapore, un hub espositivo nato dalla riconversione della fabbrica di tram e veicoli su rotaie Carminati e Toselli. Gli edifici di inizio Novecento si distribuiscono su un’area di circa 30.000 mq tra il Cimitero Monumentale e il quartiere di Chinatown e oggi sono uno spazio di aggregazione giovane e dinamico dove si tengono molti tra gli eventi culturali più innovativi e originali di Milano.
Non poteva dunque mancare il Labirinto del genio del cinema americano, che purtroppo non ha presenziato all’inaugurazione perché impegnato con la post-produzione della seconda stagione di “Mercoledì”.
“Tim Burton’s Labyrinth” è creazione originale di LETSGO Company, in collaborazione con lo stesso Tim Burton, e in Italia è presentata da Alveare Produzioni, LETSGO Company e da Fabbrica del Vapore – Comune di Milano. Il suo intento è offrire un percorso immersivo e interattivo che mette in risalto l’opera cinematografica del regista e dà vita ai suoi disegni, dipinti e fotografie. L’idea nasce da “The art of Tim Burton”, libro di Leah Gallo e Holly C. Kempf sulle illustrazioni dello stesso Tim Burton, famosissimo per la sua estetica gotica e fiabesca, che dagli anni Ottanta del secolo scorso è parte non marginale del vissuto culturale dell’Occidente.
La mostra non si chiama “labirinto” a caso: lo è davvero! Le sale sono collegate tra loro attraverso alcune porte. Ogni spazio ha un tema diverso e assomiglia al set cinematografico di uno dei film del regista. Chi si inoltra nel labirinto può scegliere un itinerario unico tra oltre trecento possibilità, attivando un pulsante all’inizio del percorso. Il viaggio di ogni esploratore all’interno della mente di Tim Burton e tra centinaia di opere create in oltre 40 anni di folgorante carriera cinematografica e non, è completamente personalizzabile, così che una visita non sarà mai uguale all’altra.
Aprendo una porta è possibile inoltrarsi nella foresta di “La sposa Cadavere”, incontrare i personaggi di “Beetlejuice”e “Batman”, stringere la mano a “Edward mani di forbice” (o forse no!) ed esplorare la città di Halloween di “The Nightmare Before Christmas”. Personaggi e scenari prendono vita nello spazio espositivo della Fabbrica del Vapore, tra oltre 150 dipinti e bozzetti originali, 55 opere d’arte animate e 21 figure a grandezza naturale.
Secondo Brandi Pomfret, direttore dell’archivio di Tim Burton, : “il Labirinto è molto più di una mostra d’arte: è un’esperienza incredibile e inaspettata. I visitatori possono immergersi completamente nell’universo creativo di Tim Burton, esplorando temi come vita, morte, amore e follia. Per quanto mi riguarda, il momento più emozionante è stato vedere il processo creativo prendere vita, dalle sculture alle stanze, e contribuire a tradurre nella realtà i sogni e le fantasie di Tim“
Le illustrazioni e le fotografie in mostra ipnotizzano quasi più delle riproduzioni di personaggi e sceneggiature più noti e offrono un ritratto a tutto tondo di un personaggio artistico che è diverso da chiunque altro, ma talvolta risulta appiattito, ridotto a una macchietta proprio da quell’estetica che lo ha reso così tanto popolare.
“Tim Burton’s Labyrinth” ha il pregio di riportarci un Burton umano, profondo e reale e di far affiorare quell’idea che, in fondo, sta alla base di tutto lo stile espressivo del regista. Celebrare la diversità e la bellezza dell’outsider, vivere il sogno della stranezza.