Era una notte oscura e silenziosa a Venezia, di quelle notti in cui i mascheri potrebbero prendere vita e perfino il leone di Marco sulla colonna potrebbe raccontarti storie. Proprio in questo ambiente, il mistero ebbe inizio: La Madonna con Bambino di Giovanni Bellini, custodita con sacra devozione nella chiesa della Madonna dell’Orto, scomparve nel buio della notte del primo marzo 1993. Il dipinto, un’opera di inestimabile valore, svanì nel nulla, lasciando dietro di sé una cornice vuota che aveva adornato l’altare per tre decenni.
Partendo da questa notizia di cronaca, Roberto Nardi, giornalista e amante dell’arte, ha intrapreso un viaggio narrativo nel suo libro “Perché Io? Il mistero del furto della Madonna con Bambino di Bellini a Venezia”, un volume che si sviluppa come un racconto avvolto da suggestioni e domande senza risposta.
Il Bambino di Bellini, con la bocca aperta e lo sguardo rivolto all’infinito, sembra interrogare il cosmo con un “Perché Io?”. Nelle pagine del libro, si dipana il furto come un caso anomalo, una deviazione dalle storie di opere d’arte rubate che si risolvono in settimane o mesi. La sparizione di questa piccola tavola, dalla mano abile di Bellini, trasforma il furto in un enigma da decifrare.
Nel tentativo di ricostruire quella notte, Nardi dà voce ai protagonisti attraverso le dichiarazioni dell’epoca, esaminando ipotesi sul motivo del furto: fu un colpo su commissione o l’opera fu vittima di una mente malata? Il cronista attraversa gli eventi, confrontandoli con altri casi, esplorando scenari cupi sul destino del dipinto, incluso il terribile pensiero della sua distruzione.
Il libro si legge velocemente ed è interessante vedere come il racconto diventi sempre più denso analizzando altri casi e altre sparizioni. In tutto questo, molte sono le domande; domande profonde sulla connessione tra la criminalità organizzata e le opere d’arte scomparse, sulle dinamiche dei saccheggi artistici e sulla tutela dei tesori custoditi nelle chiese e nei musei. La sicurezza, il controllo, la prevenzione diventano temi centrali, e don Ferruccio, il compianto parroco di Madonna dell’Orto, afferma: “La cura è un bene essenziale. Viene prima di tutto.”
“Perché Io?” non è un romanzo né un saggio critico su Bellini, ma piuttosto un racconto nato dalla curiosità del cronista, che si intreccia con la cronaca nera veneziana. Il furto diventa un filo rosso che connette il mistero a tematiche apparentemente distanti, riflettendo la speranza di Nardi di riportare l’attenzione su questa ferita aperta, su un dipinto di dimensioni modeste ma di incommensurabile valore, ancora avvolto nell’ombra di un mistero senza soluzione e chissà dove si trova oggi