Il Papa al G7 per parlare di AI, tra auspici, buone intenzioni e forse un poco di rassegnazione

Venerdì 26 aprile gironzolando svogliatamente nei tg mi ha investito la notizia del Papa che parteciperà alla sessione dedicata all’AI del G7 che si terrà in Puglia il prossimo giugno. Non sono rimasto stupito che la Chiesa si occupi di questo, anni fa appresi che vi sono anche osservatori astronomici che il Vaticano finanzia in cerca di nuove dall’universo, anche di possibile vita extraterrestre. Sono rimasto sorpreso della partecipazione del Papa in persona, del significato politico, sociologico di questo. Sono passati quattro anni da quando il 28 febbraio 2020 è stato firmato il manifesto “Rome Call for AI Ethics” da parte della Chiesa, nella figura dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, il presidente di Microsoft Brad Smith, il vicepresidente di IBM John Kelly, la ministra dell’innovazione Paola Pisano e il direttore generale della FAO Qu Dongyu.

La celebre foto fake del Papa con piumino bianco creata da un ragazzo amaricano con laiuto della AI divenuta virale

Molto bene, penso, l’Italia si muove, fa politica, non dorme. Questo è bene, molto bene. Indubbiamente algoritmi ed etica si fondono, tanto che il padre francescano Paolo Benanti e il manifesto di cui sopra coniano il termine ‘algoethics‘. Sono anni che ci chiediamo se l’automobile del futuro, a causa magari di un guasto ai freni, è corretto che decida autonomamente verso quale direzione schiantare il mezzo, verso altri veicoli, negozi, marciapiedi… O, come dice padre Benanti, se è corretto che un algoritmo decida le priorità di un pronto soccorso. Personalmente e onestamente penso che un algorirmo nella media dei casi farà senza meno meglio degli uomini, ma questo è il mio pensiero da tecnico-matematico, senza pretesa di dare indicazioni etiche.

“Rome Call for AI Ethics” è bene che ci sia. La portata dell’AI è alcuni ordini di grandezza superiore rispetto ad altre innovazioni tecnosociali, come i motori di ricerca o i social, dove il mondo dei politici è in effetti rimasto a guardare. Sempre padre Benanti ricorda come se da una parte i social hanno favorito le primavere arabe del 2010 allo stesso modo hanno mosso la massa a invadere il Campidiglio nel 2020. Questa volta qualcosa si muove, forse abbiamo capito la lezione: ciò che non interessa ai governi diventa far west per i privati.

Di contro il manifesto “Rome Call for AI Ethics” personalmente lo trovo un manifesto scontato, anzi inquietante (non nel senso necessariamente negativo del termine), per due motivi. Il primo motivo è che il manifesto chiede tutte cose assolutamente necessarie e condivisibili che mai quanto ora sembrano distanti dalla realtà e che l’uomo, e spesso anche le religioni organizzate, hanno ampiamente dimostrato di non saper o poter raggiungere. Non è un male sperare, solo che chi di speranza vive di speranza muore, oltre che un appello poetico alla speranza altro non ho trovato (e questo lo trovo negativamente inquietante). Il secondo punto che mi inquieta molto è che il manifesto chiede all’AI un aiuto a risolvere ciò che l’uomo non è riuscito a risolvere. Si chiede all’AI di essere a disposizione dei più deboli, di contribuire a risolvere il problema ambientale, nonché di favorire i processi educativi.

Devo ammettere che la mia comprensione, leggendo il manifesto, ha avuto un cortocircuito. Mi sarei aspettato che la Chiesa chiedesse di porre vincoli etici nell’implementazione dell’AI, cosa che di fatti non è avvenuta. Il manifesto certo ricorda temi etici e chiede che l’AI sia usata per tali fini ma più ancora è una forte richiesta di aiuto che viene fatta all’AI. Il sapore che resta leggendolo è: Uomo, tu che hai miseramente fallito nella eguaglianza e nella fratellanza, tu che ti permetti nel ventunesimo secolo ancora di massacrare altri uomini, di lasciarne morire altri in mare, di assopirti nei processi economici, ti prego, fatti aiutare dall’AI, perché se ti ha battuto a scacchi, se sa uccidere militari in guerra riducendo i morti civili, se sa darti 4 diverse ricette della carbonara… forse sarà anche in grado di fare meno peggio di quello che tu da solo stai combinando. Quel documento fu scritto nel 2020 e a distanza di quattro anni sono nate due guerre nel cuore dell’occidente. Un appello all’etica per l’AI, mentre l’uomo non sa neppure tutelare le minime basi della vita, uccidendo ancora nel 2024 con trincee e carri armati, prima ancora che con chissà quali esoteriche armi.

La dottrina della Chiesa ha superato l’impatto di Galileo Galiei, ha superato Copernico, Darwin, supererebbe senza meno l’evidenza di una vita extraterrestre. Con la presenza al G7 il Papa dimostra di esserci e di avere fiducia nella tecnologia, leggendo il manifesto è evidente quanto sia ben accolta. Il manifesto, appunto chiede all’AI di essere:

– Trasparente, intelleggibile, analizzabile

– Inclusiva, tutti ne devono beneficiare

Responsabile

– Imparziale, che non faciliti preconcetti e tuteli la dignità umana

Affidabile

– Sicura e attenta alla privacy

Tutte queste cose i governi non sono riusciti a garantirle. Non sono trasparenti, non sono inclusivi, non sono responsabili, non sono imparziali (sebbene almeno su questo punto le democrazie ci provino), sono di certo poco affidabili e per nulla sicuri, si pensi solo alla questione Assange, che con la sua azione “illegale” ha gettato luce sul grottesco di sistemi mediocramente deboli messi a proteggere sistemi di governo basati sulla ipocrisia.

Monsignor Vincenzo Paglia e Padre Benanti

A me pare che il Papa al G7 andrà a dire: caproni, fatevi aiutare dall’AI, piuttosto che subirla. Padre Paolo Benanti, il vescovo Vincenzo Paglia, presidente della pontificia accademia della vita e la Chiesa pare non vogliano perdere l’occasione di non stare a guardare un ennesimo treno che parte. Guardiamo fiduciosi a questo tentativo perché pare evidente che i governi siano più attenti a vincere campagne elettorali che ad occuparsi di come il mondo, forse troppo velocemente, sta cambiando. In termini energetici, sul tema della privacy, sui temi genetici e molti altri temi, i governi sono arrivati con grandissimo ritardo rispetto agli appuntamenti che il progresso ha dettato.

RenAIssance come Rinascimento, per rimettere l’umanesimo al centro, in questa cornice, durante la firma della prima call del 2020,  il vescovo Paglia molto argutamente fa notare come l’AI guidi l’uomo, tanto che è l’uomo ad assecondare l’AI (io direi l’IT tutta) più di quanto non sia il contrario. Dopo l’atomica e la crisi ambientale, vere e proprie bombe ad orologeria, ci si chiede se l’AI sarà una terza minaccia. La Chiesa vuole essere presente nel processo di ricerca, non trovarsi ancora una volta, parafrasando Paglia, con una “etica a giochi fatti“. L’etica deve essere presente nelle fasi produttive, durante tutto il ciclo di sviluppo dei sistemi. Tale compito deve essere svolto da una pluralità di soggetti, non può essere demandato a poche società tech.

le puntate precedenti di queste riflessioni su coscienza, pensiero filolosofico e intelligenza artificiale le potete trovare qua:

Dio è nei dettagli? No, nei computer. Un’ipotesi sull’uomo, la Natura e l’Intelligenza Artificiale

Ockham ed Intelligenza Artificiale: rasoi per pelo e contropelo a confronto

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