Michelangelo Pistoletto a Palazzo Reale con la Pace Preventiva, un progetto pensato per la Sala delle Cariatidi per celebrare i suoi novant’anni.
La Pace Preventiva è la mostra pensata per la Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, realizzata in collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Skira, per festeggiare i novant’anni dell’artista. Curata da Fortunato D’Amico è visitabile fino al 4 giugno 2023, insieme a altre installazioni che saranno aperte al pubblico in occasione della Milano Art Week (11-16 aprile 2023) al Museo di Storia Naturale, al Planetario Ulrico Hoepli e all’Acquario Civico e Stazione Idrobiologica.
UN LABIRINTO DI OPERE D’ARTE
La mostra si srotola letteralmente intorno a un labirinto di cartone, in cui lo spettatore incontra alcune delle sue opere iconiche. Un percorso visivo che genera “una società parallela e artificiale a quella reale”, come ricorda l’artista in occasione della conferenza stampa, quando parla del sistema artistico. Ma il cui scopo è lasciare un segno che possa tradursi in un linguaggio comprensibile, trasferendo significati orientati al recupero di un senso di responsabilità. Un segno che caratterizza la sua ricerca affrontando questioni centrali per l’umanità, e superando elementi intrinsecamente estetici e commerciali “rifiutando il successo e la sudditanza del consumismo, per seguire proprio quel segno personale”, come racconta.
LA PACE PREVENTIVA
La Pace Preventiva parafrasando la guerra preventiva, rappresenta non tanto un’utopia che si concretizza, ma una formula e un realistico paradigma che dovrebbe governare le nuove società del futuro. Tanto più in un momento storico e geopolitico che deve fare i conti con “più di centro conflitti, molti dei quali trascurati dai media e esclusi dalla comunicazione ufficiale […]”, scrive il curatore Fortunato D’Amico. La Formula della Creazione pensata dall’artista partendo da un segno matematico 1+1=3 e da un pensiero inclusivo Io+Tu=Noi, rende visibile l’oggettiva responsabilità di ciascuno nella costruzione delle società. Un’evidenza che si contrappone al pensiero individualista e al processo di deresponsabilizzazione tipico della società postmoderna.
L’INCONTRO CON LE OPERE
Il labirinto è un’esplorazione dentro un corpo architettonico profondamente simbolico, come quello della mostra, che conserva ancora le ferite della Seconda Guerra Mondiale, in cui si collocano i segni della contemporaneità. Ma anche in un corpo virtuale e tecnologico che deve fare i conti con la sua funzione e la finzione che alimenta. E nella distanza tra la rete e la materia fisica il corpo dis-umanizzato attraverso le sue posizioni, i pensieri e le scelte, contribuisce al processo di creazione e trasformazione del suo stesso mondo.
L’incontro con le opere rappresenta un’occasione per vedere oggetti iconici che attingono alla sfera storico-artistica, e per “guardare l’immagine delle cose”, come suggerisce Pistoletto, che si riflettono negli occhi del pubblico. Nel tragitto impervio tra colonne e specchi, ci si allontana dai muri dell’incomprensione e dell’ideologia, dal “mostro” citato nei testi della mostra, per vivere l’esperienza della trasformazione, in cui Io+Tu è uguale a Noi.
Immagine di copertina: Michelangelo Pistoletto_La Pace Preventiva_allestimento_ph. D. Andreotti, courtesy by Archivio Fondazione Pistoletto