“La vita degli aeroporti” Piccoli atterraggi in un mondo sospeso ( edito da Ediciclo Editore), è il nuovo libro di Luciano Bolzoni, architetto, scrittore e curatore d’arte, amante ed esperto conoscitore di musica e della montagna.
Bolzoni ha incontrato l’aeroporto, durante il servizio militare e non lo ha più abbandonato. Vive e lavora a Milano, città degli scali aeroportuali di Linate e di Malpensa, come esploratore culturale e curatore d’arte.
E questo amore per l’aeroporto, questo piccolo mondo sospeso, si percepisce sin dall’inizio del libro:
“Se io fossi un edificio vorrei essere un aeroporto perché senza dubbio mi presenterei al mondo come un individuo cordiale, sempre in compagnia di qualcuno. Tutti mi troverebbero sempre aperto, di giorno e anche di notte, molte persone in partenza e anche in arrivo, in procinto di decollare o appena atterrate in città, verrebbero a trovarmi con continuità senza trattenersi, lasciandomi libero di riceverne nuovamente delle altre”.
L’antropologo francese Marc Augé inserisce gli aeroporti nella categoria dei cosiddetti “non-luoghi”. Secondo Augé, un luogo è definito tale in funzione di tre aspetti: identità, storia, relazioni. Nella celeberrima definizione di non luogo, indicò tra gli spazi più rappresentativi in tal senso proprio gli aeroporti, contesti architettonici privi di identità o dotati di un’identità indefinibile rispetto ad altri similari, che in forza di tale mancanza tendono a privare dell’identità anche chi li frequenta.
Bolzoni al contrario di quello che dice Augé, parla dell’aeroporto come :“un mondo assoluto, luogo di movimento, commercio, passaggio e dunque di scambio continuo, fra persone, politiche, economie, macchine. Accantoniamo il pensiero dell’aeroporto come non luogo e recuperiamo quello più realista di una città abitata da genti diverse, che la popolano di giorno e anche di notte”.
Quindi, per Bolzoni un terminal aeroportuale è tutt’altro che un non luogo, semmai un aeroporto è un luogo non, ovvero uno spazio che è tante cose: centro commerciale, luogo di culto, cinema, albergo, garage, parcheggio, drive-in, casinò, centro congressi, senza essere nessuna di queste. L’aeroporto possiede una propria identità che per paradosso è indefinita. Ma è pur sempre lo specchio del mondo contemporaneo.
Bolzoni racconta gli aeroporti in maniera poetica, con una serie di istantanee, l’aeroporto è una città nella città è l’ultimo ricordo del luogo lasciato ed il primo per chi arriva.