Oasi Zegna è un’area di circa 100 km2 di territorio montano che si estende a partire dall’epicentro di Trivero Valdilana, nel Biellese, culla dell’azienda tessile Ermenegildo Zegna. Il progetto nasce dalla volontà del fondatore del marchio di sensibilizzare alla cura della montagna, e più in generale, dell’ambiente: un laboratorio didattico all’aria aperta che vede il suo prolungamento naturale nella mission di Fondazione Zegna che dal 2000 promuove il benessere sociale, lo sviluppo culturale delle comunità locali e la protezione dell’ambiente, anche attraverso l’arte contemporanea.
È in questo contesto bucolico che si svolge la mostra ATMOSFERICA della giovane e brillante artista Rebecca Moccia (Napoli, 1992), a cura di Ilaria Bonacossa.
Il progetto è unico, nel suo essere così intrinsecamente legato al luogo in cui si trova, perfettamente innestato. Moccia non è nuova a lavori che mettono al centro la termografia come tecnica di misurazione dei cambiamenti, o per meglio dire, dei temperamenti delle immagini e dei tessuti esposti a fonti di calore, ma qui la riflessione è ancora più determinante, se si approfondisce il legame tra spazio espositivo e pratica artistica. La lana, fibra tessile primordiale per l’industria Zegna (Ermenegildo fondò in questi luoghi lo storico lanificio, nel 1910) è protagonista di alcune delle opere, i tendoni-filati, che vestono gli ambienti della Casa, facendosi guidare dalla luce che viene filtrata e abita quegli spazi a seconda della stagione e dell’ora della giornata in cui la si esplora.
Si tratta di una riflessione sulla natura umana che si adatta all’ambiente naturale, e che si disvela al pubblico di quinta in quinta mostrandoci il cambiamento a cui è inevitabilmente sottoposta dallo svolgersi delle stagioni, che ora sono la primavera e l’estate, e più avanti saranno l’autunno e l’inverno.
Non vi è spazio per un addomesticamento della trasformazione, si può solo assistere per comprenderla. E come un orlo che rifinisce, rinforza e impreziosisce gli arazzi, questi sono i racconti silenziosi mostrati dai monitor che intervallano i tessuti: assistiamo al lavoro preliminare e corollario che l’artista ha realizzato conducendo dei dialoghi privati con gli esponenti della collettività che gravita nell’universo Zegna.
Dunque il calore, non solo procede dall’ambientazione fredda e invernale blu oltremare e bluastra fino a quella estiva verde-giallo e rosso corallo, è altresì esperibile dal paziente lavoro di tessitura dei telai che ha impegnato le giovani della Comunità di San Patrignano (casa di recupero per adolescenti con problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti, con cui ha collaborato Moccia), così come dalle mani dell’archivista Donatella che mostra le fotografie storiche della Casa e infine dalle mani dei geologi ed esperti forestali che si occupano del patrimonio boschivo di 500.000 esemplari e della conservazione del suolo circostanti.
Quella stessa collettività è da sempre al centro dell’amministrazione aziendale della famiglia Zegna, in una relazione di interdipendenza, ricordando quella tra l’essere umano e la natura.
L’opera di Rebecca Moccia è un intervento partecipato accompagnato dalla colonna sonora site/ season-specific concepita dal compositore e artista del suono Renato Grieco, che traduce in musica quell’atmosfera di nostalgia e presenza che abita il territorio di montagna attraverso le azioni della comunità che vi risiede e lavora, di generazione in generazione.
La seconda stagione del progetto è attesa negli stessi spazi da settembre a novembre 2024.