McDonald’s, l’arte della (buona) pubblicità

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McDonald’s, la catena fast food più famosa al mondo conosciuta per i due archi d’oro, la mascotte Ronald McDonald e il Big Mac (il suo hamburger più venduto), ha invaso tutto il globo con i suoi 38mila punti vendita (solo in Italia ne possiamo trovare 1500). A tutt’oggi, la stima delle persone che scelgono di mangiare dal colosso aziendale è di circa 68 milioni, cioè l’intera popolazione francese o l’1% della popolazione mondiale. Insomma, nei centri storici delle città principali o anche solo nelle vie dei quartieri più affollati è difficile che non ci sia il profumo delle patatine appena fritte o la carne grigliata del Mc. Infatti, il franchising, abilissimo nel branding, utilizza, da una parte, il suo slogan “I’m Lovin It”, le pubblicità in televisione e i suoi giocattoli all’interno delle confezioni “Happy Meal” per riunire famiglie, amici e coppie a gustare i suoi iconici menù, dall’altra il suo inconfondibile logo e le sole immagini dei suoi storici prodotti per creare cartelloni pubblicitari che, usando colori e forme estremamente semplici e lineari, riescono a essere riconoscibili anche se visti solo di sfuggita.

Le campagne McDonald’s assumono infatti a volte la forma di vere e proprie opere d’arte contemporanea: poco o per nulla descrittive, lineari e sintetiche al limite del minimalismo, riescono ad essere efficaci senza il bisogno di spiegare niente.

La campagna “Iconic Drips” ideata da Leo Brunett UK

Quest’estate, ad esempio, con l’arrivo dell’ondata di caldo nel Regno Unito, McDonald’s, aiutato dall’agenzia pubblicitaria Leo Burnett UK, ha promosso i suoi milkshakes in un cartellone (intitolato “Iconic Drips”) inquadrando il bicchiere con solo una parte dell’arco e una goccia del frappè che sembra sciogliersi.

In Italia, invece, la campagna pubblicitaria creata, in questo caso, con l’aiuto di Leo Burnett Italia (che ha firmato anche la campagna “My Selection” dell’imprenditore Joe Bastianich di quest’anno, “Cosa non faresti per il Crispy McBacon?” dell’influencer Fedez e “Lo capisci solo se lo provi” del rapper Ghali), ha inaugurato l’estate con l’immagine dall’alto di un paio di infradito con le stringhe che mimano i suoi famosi archi gialli, con dei gonfiabili che raffigurano l’hamburger e il secchiello che funge da contenitore di patatine fritte.

Altri cartelli pubblicitari del fast food, messi in posizioni strategiche, hanno funto da indicazioni stradali per segnalare il punto vendita più vicino usando solo una sezione degli archi. In un altro billboard, invece, l’asta che sorregge il cartello imitava la classica cannuccia integrandosi completamente al design. Un altro cartello ancora indicava, a seconda dell’ora della giornata, la scelta più adatta per un buon pasto, servendosi della luce solare e di un palo (messo in modo orizzontale sopra l’insegna). Infatti, quest’ultimo creava un’ombra che indica i diversi prodotti, dal caffè all’insalata. In sostanza, una specie di Meridiana.

Lo stile quasi astratto e l’uso dei due colori principali – cioè il rosso e il giallo (recentemente hanno aggiunto, sia nell’arredamento che nel brand, anche il verde scuro che simbolizza le sensazioni genuine e naturali dei propri prodotti) – strizzano l’occhio agli avventori che, guardando all’apparente semplicità di questi elementi, riconoscono subito il caratteristico e geniale brand di McDonald’s. Rimanendo sintetiche, essenziali e allo stesso tempo facilmente identificabili ed efficaci, hanno creato un loro stile personale, riconoscibile come quello di un artista contemporaneo. Con punte di creatività che sfiora a volte il genio.

Con uno stile diverso, meno minimalista e più ironico, ma ugualmente geniale, anche un’altra campagna pubblicitaria del colosso del fast food aveva a che fare con l’arte. Uscita nel gennaio del 2022 in Grecia dall’agenzia DDB Athens e intitolata “Meant to be Classic”, la campagna riprendeva in un video tre quadri impressionisti rivisitati in chiave contemporanea. Nel quadro Il bar delle Folies-Bergère di Eduard Manet, uno dei più celebri dipinti impressionisti, sul bancone del bar, accanto alla cameriera, si nota il classico sacchetto del McDonald’s e dei nuggets. Nel Conservatorio, invece, altro quadro famosissimo del pittore francese, è rivisitato mettendo in mano a uno dei due protagonisti, l’uomo appoggiato dietro la panchina, un classico bicchiere di McDonald’s. Nel dipinto di Pierre-Auguste Renoir Figure sulla spiaggia, infine, la ragazza in piedi ha in mano sempre il sacchetto di carta del McDonald’s. Una campagna divertente, che ha saputo unire lo stile impressionista con un tocco giocoso molto contemporaneo.

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