MEGA Art Fair: a Milano una fiera oltre gli schemi. Parola al team curatoriale

MEGA Art Fair, nell’ambito della Art Week Milanese, è una fiera che si distingue per un approccio radicalmente innovativo che supera gli schemi tradizionali delle fiere d’arte. Senza gli stand convenzionali, questa manifestazione ridefinisce il modo in cui le opere interagiscono con lo spazio e con il pubblico.

Quest’anno, MEGA approda nella suggestiva sede di via Orobia 26 dal 2 al 6 aprile, uno spazio luminoso inserito in un quartiere che sta rapidamente diventando polo culturale e di moda della città. Qui, la fiera non solo propone una selezione internazionale di gallerie, ma ospita anche un ricco programma di eventi, performance e incontri interdisciplinari, valorizzando il dialogo continuo tra arti visive, design, musica e moda.

In questa intervista esclusiva, esploriamo con il team di MEGA Marta Orsola Sironi, Mattia Pozzoni e Mauro Mattei, le ragioni e le strategie dietro una selezione sempre più internazionale, il valore aggiunto della scelta di spazi dalla forte identità architettonica, e il ruolo fondamentale che svolge la dimensione interdisciplinare, con un’attenzione speciale quest’anno al rapporto sempre più stretto e stimolante tra moda e arte contemporanea, curato da Marcelle Joseph.

Rival Smores 2024 Acrylic on canvas 76×61 cm courtesy Monti

MEGA Art Fair si distingue per il suo format non convenzionale, che elimina gli stand tradizionali e valorizza l’interazione tra opere e spazio espositivo. Quali sono le motivazioni dietro questa scelta curatoriale e quali sfide ha comportato nella sua realizzazione?

MEGA è nata e si sta sviluppando in un contesto in cui l’arte viaggia soprattutto attraverso immagini dei social media, magazine e rappresentazioni digitali. Spesso questo concetto comporta una dimenticanza della tridimensionalità e dell’essenza materica di un’opera d’arte da parte dell’osservatore. Così facendo, ogni oggetto ritrova un posto fisico nello spazio e dialoga con le altre opere presenti attorno a sé. 

Ovviamente il lato espositivo non è da sottovalutare, anzi. Nei classici schemi fieristici ogni galleria ha il suo spazio per identificare ed esporre al meglio le proprie opere, ma in questo caso bisogna prestare attenzione agli accostamenti e al valore di ogni singolo oggetto. La sfida, in questo caso, è rappresentare al meglio la galleria e gli artisti che si mettono nelle nostre mani, ponendo sempre attenzione al dialogo che si deve costruire con ciò che li circonda. Il rapporto e la relazione con il gallerista è fondamentale ed è un punto su cui noi ci siamo focalizzati in passato e che continueremo a fare nel futuro.

Driant Zeneli No wise fish would escape without flying 2019 4k still

La fiera si inserisce nella Milano Art Week e cambia location ogni anno, riscoprendo spazi dal forte valore storico e architettonico. In che modo la nuova sede di via Orobia 26 dialoga con l’identità della manifestazione e quale valore aggiunto apporta all’esperienza dei visitatori?

Oltre ad essere una location con ampi spazi luminosi, la sede di via Orobia 26 è legata al quartiere di Fondazione Prada e Fondazione ICA, nonché alla nuova sede di grandi marchi di lusso come LVMH, Louis Vuitton, Bottega Veneta, Golden Goose, a Moncler, Marni, Jil Sander. Grazie a questa nuova ondata di entità, la zona è diventata un riferimento per arte e cultura e anche per la moda, di conseguenza la presenza di MEGA in un contesto simile è una sfida oltre che una opportunità. Oltre all’esposizione di opere internazionali, la fiera è caratterizzata da talk, eventi, performance, trasformando così un’ex polo industriale in un riferimento culturale, esattamente come sta diventando il quartiere che ci ospita.

L’edizione 2025 vede un incremento delle gallerie partecipanti e una forte presenza internazionale. Quali criteri guidano la selezione delle gallerie e come si bilancia l’esigenza di offrire un panorama globale con il sostegno alla scena artistica italiana?

L’arte, così come molte altre discipline, non è solo un contesto legato alla cultura del paese ospitante. L’arte è dialogo, è confronto; può essere concepita come la rappresentazione interiore dell’essere umano e questi concetti vanno oltre la scena italiana o europea. Per questo motivo MEGA ha deciso di includere gallerie che credono nei propri artisti e nel loro messaggio, anche andando al di fuori dei confini europei. Mettendo in dialogo realtà diverse con una passione in comune è il passo più semplice per arrivare ad una cultura artistica contemporanea più mondiale possibile.

Il confronto tra l’Italia, l’Europa e il resto del mondo è solo un metodo di paragone che porta le opere, gli artisti e le loro gallerie ad una stimata discussione tra realtà diverse, con un interesse comune, che non fanno altro che mettersi in risalto a vicenda. 

Aidan Barker Hill Simulacrum 2024 Oil on linen courtesy Monti

Un elemento distintivo di MEGA è la sua dimensione interdisciplinare, con un programma che intreccia arte, design, musica e performance. Come si sviluppa la sinergia tra questi linguaggi e in che modo contribuisce a ridefinire il concetto di fiera d’arte?

Si tratta di linguaggi artistici, culturali, che secondo noi dovrebbero essere sempre messi in dialogo fra di loro. L’idea delle aperture serali e di spazi condivisi è solo un metodo per manifestare questa sinergia che si crea tra le varie rappresentazioni artistiche. 

La presenza di questi input culturali non è nient’altro che uno stimolo per la mente umana dei nostri visitatori, che saranno accolti da diverse forme d’arte. Tra dipinti e sculture si possono trovare immersi nella successione di video proiezioni, nel suono melodico della voce degli ospiti dei talk, nei nostri eventi musicali delle MEGA “By Night” e nelle pagine delle riviste d’arte del nostro book corner. 

Quest’anno MEGA dedica una sezione speciale al rapporto tra moda e arte, curata da Marcelle Joseph. Quali riflessioni emergono da questa indagine e come il dialogo tra moda e arti visive può influenzare il sistema dell’arte contemporanea?

La moda, al giorno d’oggi, è una delle tante forme espressive dell’arte contemporanea. Viene rappresentata, studiata e riprodotta dalle più grandi scuole di moda come dagli stessi stilisti internazionali. La moda è espressione del proprio io, delle proprie emozioni, della propria esistenza e della propria essenza, al pari delle tele, delle sculture o di qualsiasi altra forma d’arte. Queste idee sono supportate dalle opere di artiste donne e queer che cercano di contrastare lo sguardo della moda (e dell’arte) legato agli stereotipi tradizionali.

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