Un focus sulle tematiche emerse tra gli stand della kermesse fotografica milanese
MIA Milan Image Art Fair, uno degli appuntamenti più noti a livello internazionale nel mondo della fotografia, diretta da Fabio e Lorenza Castelli ha accolto il pubblico di appassionati dal 7 al 10 ottobre 2021.
La decima edizione ha offerto un panorama ampio e multiforme sullo stato attuale e sulle prospettive del linguaggio fotografico, al passo con le sue evoluzioni tecniche, stilistiche e di contenuto.
Con un ricco palinsesto di oltre 90 espositori sia italiani che esteri, la rassegna ha tracciato un ritratto della società contemporanea, mettendo in risalto le sue tematiche più rilevanti, le contraddizioni e criticità.
Di spicco tra gli stand di MIA Fair è stato il tema ambientale.
La questione ecologica, sempre più urgente, è stata trattata dallo stand della milanese Red Lab Gallery, con le opere di Beba Stoppani (Il Pianeta perduto), Bruna Rotunno (Another Earth), Caroline Gavazzi (Sospiri Tropicali) e Flavio Di Renzo (Più): quattro sguardi fotografici puntati sulla Natura e sul suo attuale stato di pericolo.
Tutte le opere sono state messe in relazione con Be Water Lamp (WAW Collection) realizzata da Fernando Correa: una lampada decorativa cinetica fatta di vetro trasparente. Con il suo movimento, ha reso omaggio alla natura riflettendo e amplificando i colori delle fotografie per un’atmosfera fortemente emozionale.
Per la Fondazione Sylva una special edition del progetto Alive di Francesco Bosso, uno dei principali autori italiani nella fotografia del paesaggio e della natura selvaggia. La sua passione per la Terra e l’invito alla tutela del paesaggio sono racchiusi nella serie fotografica, in cui maestosi ulivi pugliesi risentono visivamente del degrado ambientale.
Altro tema cruciale quello della rappresentazione della donna. Da Tallulah Studio Art la serie fotografica (NO) Portraits di Donatella Izzo ha messo in discussione il concetto classico di ritratto femminile, ponendosi come anti-ritratto. Nella serie, le fotografie sono manipolate dall’artista in vari modi e con vari strumenti. Pieghe, tagli e oggetti incorporati rappresentano tutto ciò che può succedere nella vita di una donna vittima di violenza, per un appello collettivo al rispetto di se stesse.
La galleria francese ARti ha messo in scena il lavoro fotografico di Amélie Viale, una serie che solleva questioni sulla femminilità e sul ruolo della donna nella società ancora patriarcale. L’artista mette in scena la solitudine, in maniera anche ironica, di una donna che non è nè madre, nè moglie, nè figlia e invita a domandarci: qual è il suo posto?
Nello stand della galleria Giampaolo Abbondio, quattro fotografe hanno trattato il tema del gender.
La scelta della galleria è stata di accostare artiste affermate quali Nan Goldin e Lisetta Carmi, simboli di questo specifico genere fotografico, a nomi emergenti come Sara Lorusso e Elena Ovecina.
È emerso come il gender sia un tema che, pur attraversando periodi artistici differenti, non perde forza e rilevanza.
Molto presente negli spazi della fiera è stata la rappresentazione del Terzo Mondo.
La galleria genovese VisionQuesT 4rosso ha esposto la serie fotografica Voodoo di Bruno Cattani. I colori vivaci delle fotografie e delle doppie cornici, tipici dell’immaginario africano, sono stati i protagonisti di un racconto immersivo e ravvicinato sui rituali voodoo in Benin e Togo.
L’artista Manuel Braun ha esposto nello stand della galleria Véronique Rieffel, con sede in Costa d’Avorio, serie fotografiche che documentano scuole di danza e di calcio per giovani ragazze e ragazzi in Africa. Il loro spirito positivo e orgoglioso è stato ritratto con colori vivaci e scatti artistici. Braun ha affermato di aver voluto catturare la loro passione e la voglia di emergere.
Non potevano mancare omaggi e tributi, come il coloratissimo stand dedicato a Giovanni Gastelche il noto fotografo recentemente scomparso aveva pensato per l’edizione 2020.
Cover photo credits: MIA Photo Fair, courtesy of Maria Carla Forina.