La quattordicesima edizione di Mia Photo Fair BNP Paribas che quest’anno è tornato alla storica sede di Superstudio Più in via Tortona, ha visto un afflusso notevole fin dalla sua inaugurazione, tra collezionisti e appasionati fortemente interessati ai temi proposti dalla kermesse milanese, in particolare Dialoghi, tema portante di quest’anno, che si è snodato nella main section. La manifestazione si configura come un momento ideale per riflettere sul ruolo della fotografia come punto d’incontro di diverse visioni del mondo. Con la quattordicesima edizione si è offerta a gallerie e artisti una piattaforma per esplorare connessioni inaspettate intrecciando passato e presente, tecniche antiche e moderne, culture e linguaggi differenti. Questo approccio ha consolidato l’identità di MIA come fiera di assoluta importanza che valorizza la ricerca, il confronto creativo e l’evoluzione della fotografia nel panorama artistico internazionale.
Insomma la visione del Mia Photo Fair BNP Paribas è stata quanto mai vincente, tante le gallerie partecipanti, con un afflusso notevole di gallerie estere che hanno spaziato in diverse proposte.
Partendo dai premi, proseguiamo e vediamo allora assieme quali sono stati gli stand e gli artisti più interessanti di questa edizione.
Premio BNL BNP Paribas: Nick Brandt

Il Premio BNL BNP Paribas è stato vinto dall’opera Seraphina by Table, presentata dalla galleria Willas contemporary di Stoccolma dell’autore Nick Brandt. L’opera racconta con potenza visiva l’urgenza del cambiamento climatico invitando a riflettere sulla fragilità del nostro presente e sulle tensioni epocali che stiamo vivendo.
Premio Irinox Save The Food: Francesca Procopio

Vincitricem, la giovane fotografa calabrese Francesca Procopio. Il premio è dedicato al cibo nella fotografia contemporanea con attenzione particolare allo spreco alimentare. Uno scatto curioso e a prima vista divertente ma che porta con sé una serie di profonde riflessioni su uno dei temi caldi della contemporaneità.
Premio Yeast: Hien Hoangg

A vincerlo è la bravissima fotografa vietnamita Hien Hoangg con l’opera Made in Rice, che affronta il tema della discriminazione quotidiana con una prospettiva originale e multidisciplinare.
Oltre ai premi, ecco, qui di seguito, una carrellata delle cose migliori e più originali viste in fiera.
Phillip Toledano e il surrealistmo storico con la AI

Talullah Studio ha proposto le immagini ottenute con l’Intelligenza artificiale di Phillip Toledano. Le immagini di Phillip Toledano sono un estratto di Another America, libro fotografico edito da L’Artiere pubblicato nel 2023.
Toledano definisce il suo lavoro come surrealismo storico, un esperimento che re-immagina e distorce la storia in modo convincente, mettendo in discussione la nostra percezione della verità. Inoltre sono state presentate le opere del talentuoso Maurizio Forcella, che ha offerto una serie di lavori sempre ottenuti tramite il ricorso all’intelligenza artificiale, per realizzare opere permeate da quello che è stato definito dall’autore come realismo magico.
Lin Zhipeng, metafore di libertà sessuale

Glenda Cinquegrana ha portato un’ampia selezione delle opere di Lin Zhipeng. Fotografo di una generazione di cinesi cresciuta fra gli anni Novanta e Suemila, Lin Zhipeng (Guandong, 1979), ha costruito un progetto fotografico attraverso un blog che lo ha reso in breve un artista di successo internazionale. I protagonisti del suo lavoro fotografico sono amici o conoscenti conosciuti in rete, con cui l’artista stringe una connessione intima molto stretta attraverso il veicolo dell’immagine. Il tema principale del suo racconto è una sessualità frutto della necessità di esprimersi in modo libero e disinibito.
Mazaccio & Drowilal e la post-fotografia

Sempre da Glenda Cinquegrana, troviamo anche le opere di Mazaccio & Drowilal (1988, 1986), Un duo di fotografi francesi maestri della post-fotografia e del riuso delle immagini dell’iconosfera digitale, sempre pronti a costruire immagini fatte di accostamenti arditi allo scopo di sollevare costanti riflessioni critiche sulla nostra capacità di leggere ed usare la fotografia come veicolo di comunicazione nell’era dei social. Nella serie Le Meilleur ami du chien/Dog’s Best Friend si concentrano sul cane, elemento iconico della cultura digitale contemporanea celebre acchiappa-click sui social media.
Zoltan Tombor tra classico e contemporaneo

La Galleria Rossana Orlandi espone le immagini tra rinascimento e contemporaneità dell’artista Zoltan Tombor, contraddistinte da colori satuuri e un bel connubio tra passato classico e contemporaneità.
Martin Munkacsi, la moda libera da vincoli

Paci contemporary ha optato per una selezione delle immagini del celeberrimo fotografo ungherese Martin Munkacsi, che rivoluzionò lo stile della fotografia introducendo e catturando il movimento nella fotografia di moda, rendelo le modelle libere di esprimersi. E, sempre da Paci, non potevano certo mancare le meravigliose immagini della pioniera della staged photography Sandy Skoglund.
Federica Belli all’insegna dell’intimità

La Galleria Valeria Bella irrompe con le immagini della talentuosa e giovane fotografa italiana, ma di stanza a Parigi, Federica Belli, con una serie di dittici su ciò che è l’intimità, la fusione con l’altro e la natura, una danza tra prossimità con l’altro e distanza da ciò che è naturalmente casa, con la serie “Tokio Amami”, un nuovo capitolo di intima fotografia attraverso occhi curiosi e entusiasti.
Marcello Bonfanti e la Domestic Renaissance

Alessia Paladini Gallery propone invece le opere di Marcello Bonfanti della serie Domestic Renaissance che richiama proprio il Rinascimento in una fotografia pittorica assolutamente evocativa, assieme a opere di Rebecca Norris Webb, con scatti dove protagonista è un cielo blu terso popolato di uccelli in volo.
Christina De Middel e Bruno Morais, il corpo e la natura

Galleria Podbielski ha esposto delicatissime immagini di Christina De Middel e Bruno Morais, per uno stand incorniciato dalla morbidezza. I colori tendono a tonalità accese stemperate dalla poetica stessa degli scatti, che alludono a un connubio tra corpo e elementi naturali. Sempre da Podbielski troviamo anche gli intensi scatti di Eve Arnold, e u paesaggi, in bilico tra storia, geopolitica, memoria personale e collettiva, dell’israeliano Ohad Matalon.
Libertà e passione di Veronica Gaido

Moiré Gallery presenta invece gli scattid della giovane fotohgrafa toscana Veronica Gaido, con le sue immagini di donne in pose sensuali, alle prese proprio con la propria sessualità liberata, in un movimento che lascia cogliere la passione dietro a questi scatti.
France Dobois tra armonia e natura

Berlin Brussels Art Projects propone le finissime e delicatissime immagini del fotografo belga, ma di stanza a Parigi, France Dubois, che racconta l‘incontro misterioso e trascendente di due figure femminili con le forze della natura all’interno di una foresta oscura, ricercando l’armonia interiore e con l’ambiente. I protagonisti delle fotografie paiono fusi con l’ambiente che sembra offrire per rifugio per riconnetterci con noi e con l’Universo.
Al Fadhil, memoria e intimità

Gaze-Off presenta invece, tra le altre cose, uno scatto molto intenso del fotografo svizzero, di origine irachena, Al Fadhil, il cui protagonista è lo stesso autore. Lo scatto, dal forte sapore cinematografico, ci racconta il frammento di una storia intima e personale ambientata in un bar di Berlino, metafora del rapporto fra lui e una sua amica, nel periodo in cui la Germania era ancora divisa tra Est e Ovest, e quel piccolo bar era stato per loro un punto d’incontro.
Vincenzo Marsiglia e Angelo Dimitri Morandini tra arte e scienza

Vincenzo Marsiglia, innovatore assoluto tra fotografia e scienza, riprende luoghi fisici tramite una nuova tecnologia, il visore Hololens 2 (un visore di realtà aumentata, ndr): propone, all’interno del progetto Interazioni uomo-macchina, una vivace installazione del progetto “Mape Star the Word”. Questi scatti, realizzati appunto col visore Hololens 2, sono stati ripresi nelle città di Milano, Roma, Parigi, Capalbio e Matera. Angelo Dimitri Morandini, sempre nel progetto Interazioni uomo-macchina, esposne invece “Flusso e Forma: metamorfosi dell’informazione”, un progetto che esplora il dialogo uomo-macchina attraverso l’elaborazione algoritmica di testi filosofici.
Anna Di Prospero e lo Spazio metafisico

La galleria Maria Livia Brunelli espone la serie inedita di Anna Di Prospero “Lo spazio metafisico”, esplorazione personale dell’interazione fra l’artista e l’architettuta razionalista italiana e gli anni 20 e 30 del XX secolo.
Milli Gandini, tra fotografia e collage

Sempre nello stand di Maria Livia Brunelli, Milli Gandini è presente con una serie vintage del 1975 e un collage fotografico in cui dichiara la conquista della propria autonomia oltre le pareti domestiche. Non mancano le nature morte di Simona Ghizzoni, realizzate scattando solo con luce naturale.
Aurelio Amendola, ritratti d’arte

Building Milano si è distinta per uno stand monografico su Aurelio Amendola, maestro indiscusso che nel corso della sua carriera si è dedicato ai temi del contemporaneo arrivando a raccogliere una serie di ritratti dei più celebri maestri del Novecento. In alcuni dei ritratti protagonista è anche lo stesso autore, che riprende anche alcuni dei più importanti artisti italiani e internazionali.
Noburoshi Araki tra sessualità e sorpresa

Galleria 13 ha installato un bellissimo stand monografico sul grande Noburoshi Araki, uno dei più grandi fotografi giapponesi, ricco di immagini iconiche assolutamente imperdibili. La sessualità delle opere è travolgente e non può certo lasciare impassibile l’osservatore.
Gli strani pappagalli di Leila Jeffreys

Galleria Flat Land di Amsterdam allestisce uno stand con opere di Leila Jeffreys, che si concentra sulle fotografie di pappagalli cacatua colorati, molto leggero, gioioso e divertente. I volatili, che paiono essersi messi in posa per rendere al meglio la propria immagine nello scatto, offrono un curioso effetto spiazzante e vagamente surreale.
Ali Bilge Akkaya, l’architettura nel bianco più bianco

X-st gallery di Instanbul stupisce invece con le immagini bianche ed eteree di Ali Bilge Akkaya, che riprende costruzioni di Instanbul rese in un bianco quasi ottico, con poche ombreggiature. Anche le stesse cornici delle immagini sono state mantenute bianche per coerenza e pulizia formale.
Marco Circhirillo, identità meticce

Da Fabbrica Eos troviamo i nuovi lavori di Marco Circhirillo, ritratti che sono stati realizzati dalla fusione di altri ritratti, centinaia di identità diverse ne plasmano una del tutto nuova. Sorprendente.
Romana Zambon, tra Morandi e Georgia O’Keeffe

Hanno un sapore fortemente poetico le nature morte di Romana Zambon, architetto di formazione, già nota per i suoi rigorosi scatti di fiori su fondo nero, che da Federica Ghizzoni, in un bello stand sostenibile perchè dipinto in grigio scuro con colori Airlite anti-inquinamento (in grado di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria, ndr), presenta una serie di delicati ed eleganti vasi, dalle trasparenze e dai toni quasi morandiani, che giocano a rimpiattino con i segni e i colori del fondo, realizzato con i quadri di artisti storici, come Mondrian e Georgia O’Keeffe.
La neometafisica di Dino Kužnik

Photon Gallery adatta il proprio spazio alle immagini neometafisiche del fotografo americano Dino Kužnik, per uno stand monografico che trasporta il visitatore in un altrove non solo mentale. Una sorta di omaggio contemporaneo alle atmosfere di De Chirico.
Arsen Revazov e la poesia del paesaggio

Raffaella De Chirico Arte contemporanea propone un raffinatissimo scatto del fotografo russo Arsen Revazov (1966, Mosca), che sembra di mostrare un mondo che l’occhio umano nudo non è in grado di vedere, in particolare per facilitare l’accesso del pubblico a una realtà diversa, “parallela”. In fiera presenta uno scatto quasi monocromo, che si muove tra i toni del bianco e del grigio in varie gradazioni per rendere un paesaggio invernale che entra nell’anima.
George Mayer, l’eleganza del bianco e nero

Gallery Lightoworks presenta infine gli eleganti nudi in bianco e nero, soffusi e delicati di George Mayer, che gioca con effetti ottici. In queste opere l’artista gioca con luci e ombre per delineare il corpo flessuoso della modella protagonista degli scatti.
In copertina: Ohad Matalon, courtesy Podbielski Contemporary.