Nella città di Massa ha preso il via la prima edizione del festival “Luci e Colori Pop” che vede tra i suoi protagonisti Marco Lodola e Mr. Savethewall a confronto in una mostra allestita nella cornice, in stile libery, di Villa Cuturi.
Il festival, fortemente voluto dal delegato comunale per i rapporti con gli Uffizi, Thomas Santi Cassiani, è stato ideato per promuovere a Massa l’arte contemporanea, e in particolare la Street Art, nell’ottica di creare una nuova identità per il comune, che si trova incastonato tra Carrara, la città del marmo, e Forte dei Marmi, città del turismo di lusso. Quest’inverno, infatti, il New York Times ha inserito la località di Massa tra le mete da visitare in Italia nel 2024.
Sabato 27 luglio la serata è stata animata dal post-street artist concettuale, di origini comasche, Mr. Savethewall che, con la una live performance introdotta dalla giornalista Clelia Patella e accompagnata dal suo flusso narrativo, ha mostrato agli spettatori la nascita, la storia e l’evoluzione del suo linguaggio espressivo. L’artista ha dato avvio al racconto ricordando la genesi del suo nome, Mr. Savethewall (Mister Salva il Muro), e le motivazioni per cui ha iniziato a realizzare arte urbana su supporti mobili come cartone e tela, anziché direttamente sulla superficie muraria.
La prima volta che ha deciso di fare un’incursione urbana a Como, ricorda, “Sono uscito in strada alle 3 del mattino, armato di bombolette spray, idee e uno stencil. Ma nel momento in cui mi trovo davanti al muro mi sono bloccato”. Nonostante il messaggio che voleva lasciare fosse impetuoso, Mr. Savethewall non se l’è sentita di imbrattare e vandalizzare una parete di proprietà altrui. Per cui torna a casa e decide che da quel momento in poi avrebbe dipinto solo supporti effimeri e temporanei (per questo motivo, molti giornali e anche l’associazione antigraffiti l’hanno definito il “writer gentiluomo”).
Per la sua performance a Massa Mr. Savethewall è, dunque, partito da una tela bianca, lavorata a calce e biacca in modo da farla rassomigliare alla superficie intonacata di un vero muro e, da lì, ha iniziato a dipingere la sua opera, sovrapponendo velocemente la sequenza dei suoi stencil.
L’immagine finale che è apparsa al pubblico è quella di “Kiss Me”, uno dei soggetti iconici dell’artista, che si ispira alla favola del principe ranocchio, dove il ranocchio aspetta di essere baciato dalla principessa per essere trasformato in un bellissimo principe, per poi vivere insieme felici e contenti.
Ma la storia che Mr. Savethewall ci vuole svelare è diversa: “Il ranocchio vestito in azzurro come un principe, ci racconta della donna innamorata che idealizza e trasforma il proprio uomo in principe azzurro ma quando poi passa qualche anno di matrimonio, ecco che comincia a vederlo come è sempre stato: un ranocchio con gli occhi rossi e la pelle viscida”.
Ed ecco il colpo di scena: Mr. Savethewall brandisce una lampada UV e ci mostra quello che è invisibile all’occhio umano: una serie di cuori e farfalle realizzate con una pittura speciale, percepibile solo tramite la luce di wood. La sua idea è di fare arte urbana sui muri ma rispettando sempre il suo credo di essere “Savethewall”: graffiti invisibili che si possono vedere solo attraverso la luce UV.
Questa rivelazione consente all’artista di introdurre il suo nuovo progetto artistico, che dopo la serie “Internatonal Language” (che avevo curato nel 2019 per Deodato Arte) riflette ancora una volta sul concetto di centralità che il linguaggio riveste per l’uomo. L’opera “The Magic of Language” raffigura un cruciverba di lettere multicolor su tela bianca che, illuminato con una luce UV, rivela un messaggio nascosto.
Continua Mr. Savethewall: “L’uomo si distingue dall’animale perché è stato in grado di fondare un sistema alfabetico e, unendo le lettere, può creare le parole e può comunicare. Grazie all’alfabeto possiamo creare frasi di senso compiuto, plasmando tutti i sistemi che derivano da questa convenzione che è il linguaggio: la letteratura, la matematica, l’informatica. Allora quello che fa un artista, dal mio punto di vista, era stato sintetizzato benissimo dallo scrittore Saint-Exupéry che diceva che solo con il cuore possiamo vedere bene, perché l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Infine Mr. Savethewall arriva a parlare del tema del “valore” dell’opera d’arte e, di conseguenza, del mercato dell’arte. “Il costo di un’opera d’arte è sempre ciò di cui parliamo e di cui ci ricordiamo, anche senza conoscere nulla dell’artista, dell’opera e del suo significato intrinseco”. Anche rispetto a questa riflessione, l’artista aveva ideato nel 2014 un progetto intitolato “DollArt”, testimoniato da una serie di banconote coniate dall’artista e assolutamente simili a quelle reali da un dollaro, sulle quali è raffigurato il volto di Jeff Koons (al posto di George Washington).
Come mai proprio Jeff Koons? Perché ai tempi in cui Mr. Savethewall decide di intraprendere la professione di artista, rimane scioccato dalla notizia di cronaca che un “Balloon Dog” sia stato venduto per 59 milioni di dollari. Allora crea la sua valuta, quella del “DollArt” e mette alla prova il sistema dell’arte, demistificandone i meccanismi di attribuzione di valore all’opera d’arte contemporanea.
Durante la sua live performance in villa Mr. Savethewall chiama uno spettatore dal pubblico, gli regala una sua banconota firmata e poi gli chiede di restituirgliela in cambio di due, tre, dieci “DollArt”, o ancora, in cambio di due, tre, dieci euro…, ma lo spettatore rinuncia e preferisce tenersi il suo “DollArt” firmato dall’artista.
Con questa semplice operazione Mr. Savethewall ci ha dimostrato che un oggetto anonimo, un foglio di carta straccia, grazie alla firma dell’artista ha assunto un valore non solo per la persona che l’ha ricevuta, ma anche per il mercato dell’arte. Un oggetto, in quanto firmato e autenticato dall’artista, entra di diritto a far parte del complesso sistema dell’arte.
Dai tempi di Piero Manzoni, e ancor prima di Duchamp, la firma dell’artista è lo strumento che permette l’attribuzione di un valore, di un’aura. Un’opera, anche se prodotta in centinaia di esemplari, esiste e ha valore solo e in quanto firmata dall’autore.
Quindi, come già prima per Manzoni con la “Merda d’artista” e il “Fiato d’artista”, con la sua lucida e disinibita live performace Mr. Savethewall, ci mostra il percorso che ha portato alla consacrazione della figura dell’artista, capace di fare diventare oro tutto ciò che tocca.
Non è più solo l’oggetto, l’artefatto in sé, ma l’artista nel suo complesso, la vera opera d’arte!